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La scorsa settimana il Governo italiano si è ufficialmente impegnato a inserire il tema del fundraising all’interno della Riforma del Terzo settore, che nelle prossime settimane entrerà nel vivo della discussione parlamentare. Attualmente il testo del disegno di legge delega è infatti al vaglio della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati – che nelle scorse settimane è stata impegnata in una fitta serie di audizioni con le principali organizzazioni interessate dalla riforma – e nel corso del mese di dicembre dovrebbe finalmente giungere in aula. A garantire l’interesse dell’Esecutivo per il fundraising è stato il Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Luigi Bobba che il 27 novembre ha incontrato alcuni dei principali attori della raccolta fondi nel nostro Paese: Massimo Coen Cagli (direttore scientifico Scuola di Roma Fundraising.it), Elena Zanella (consulente fundraiser, formatore e blogger), Raffaele Picilli (Raise the Wind) e Daniela Motti (volontaria e consulente).

In primo luogo il Governo, come hanno confermato i diretti interessati, si è dimostrato disponibile a vagliare l’opportunità di inserire i concetti di “fundraising” e “raccolta fondi” all’interno del testo di legge delega. Secondariamente, si è discusso della possibile istituzione di un tavolo tecnico sulle policies di fundraising che abbia come obiettivo l’individuazione di azioni e strumenti che possano offrire nuove strade per costruire servizi di welfare a costo zero per le casse dello Stato. Massimo Coen Cagli ha sottolineato che la decisione di lavorare per creare un tavolo permanente che sostenga il Governo nella realizzazione di una politica di fundraising getta le basi per attuare una serie di azioni tese a promuoverlo e agevolarlo. Secondo Coen Cagli questa è una buona notizia non solo per il mondo non profit, ma per tutta quella cittadinanza attiva e responsabile che attende da tempo un segnale per “riprendere a donare e investire socialmente in modo convinto e produttivo”. In questo senso Coen Cagli ha affermato di aver consegnato all’Onorevole Bobba le indicazioni di oltre 400 fundraiser, dirigenti di organizzazioni non profit e servizi pubblici – raccolte in occasione della consultazione sul Civil Act dello scorso giugno – che rappresentano il frutto del lavoro che la Scuola Roma Fundraising sta portando avanti da giugno 2013 con il progetto Fundraising: un altro welfare è possibile.

Elena Zanella ha voluto sottolineare come l’azione compiuta dai fundraisers per incidere sui contenuti della Riforma “non è stato un atto politico ma la volontà di portare un punto di vista tecnico all’attenzione della politica. Vogliamo infatti che quest’ultima non perda di vista un aspetto fondamentale come il fundraising, che deve trovare accoglimento per una buona maturazione del Terzo settore nel nostro Paese”. Anche Raffaele Picilli, si è detto soddisfatto dei passi compiuti nel corso del confronto con il governo, dichiarando che “quando le Istituzioni ti ascoltano e ti senti parte del Sistema e capisci che puoi davvero essere utile ad una buona causa. Ora dobbiamo diffondere la cultura del dono e consentire a chi raccoglie e a chi dona fondi di farlo in maniera diretta e sicura, ricordandoci che fundraising non vuol dire solo raccolta fondi”. Daniela Motti ha quindi confermato come: “l’incontro di ieri ha sancito un risultato per noi molto importante e significativo, frutto della collaborazione e della condivisione delle competenze e professionalità di alcuni di noi che rappresentano a vario titolo il mondo del non profit: da fundraiser, formatori, volontari e consulenti”.

Nelle prossime settimane vedremo in che misura l’impegno profuso dalle organizzazioni di fundarising si tradurrà in atti concreti che verranno inseriti all’interno della Riforma. Dopo gli scivoloni degli ultimi mesi – pensiamo in particolare all’aumento della tassazione a carico delle fondazioni e il probabile ridimensionamento del futuro servizio civile, che secondo Bobba avrebbe dovuto essere uno dei turbo della Riformail Governo è infatti chiamato a un riscatto immediato nei confronti del Terzo Settore. Se è vero che le consultazioni del giugno scorso e le audizioni delle ultime settimane si sono rivelate molto utili per definire bisogni, potenzialità e prospettive del non profit italiano, queste saranno state solo una perdita di tempo se non saranno tradotte nella normativa che costituirà poi l’ossatura dell’agognata Riforma.

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