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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha pubblicato su Twitter un documento di sintesi per la riforma del terzo settore, che porterà ad un disegno di legge delega che sarà approvato dal Consiglio dei ministri il 27 giugno, secondo quanto già anticipato il mese scorso a Lucca in occasione del Festival del Volontariato. Fino al 13 giugno è aperta la consultazione con terzo settore, stakeholders e cittadini, che potranno inviare suggerimenti e opinioni all’indirizzo terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it.

Gli obiettivi

Sono tre gli obiettivi della riforma: primo, costruire un nuovo welfare partecipativo fondato su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli corpi intermedi e del terzo settore al processo decisionale al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei servizi del welfare. Secondo, valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nel terzo settore, che negli anni ha continuato a crescere nonostante la crisi, pur rimanendo sotto i livelli medi internazionali. Terzo, premiare con adeguati incentivi i comportamenti donativi o pro-sociali di cittadini e imprese finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale.

Le linee guida

Prima di approvare il disegno di legge il governo intende ascoltare le opinioni dei protagonisti sui seguenti punti, ritenuti propedeutici al raggiungimento degli obiettivi sopra indicati:

  • ricostruire le fondamenta giuridiche, ridefinire i confini e separare il grano dal loglio. Per creare un assetto “tripolare” tra stato, mercato e terzo settore, serve delimitare in modo più chiaro l’identità, non solo giuridica, del terzo settore. A questo scopo occorre però anche sgomberare il campo da una visione idilliaca del mondo del privato sociale: anche qui operano soggetti non sempre trasparenti, che a volte usano lo status sociale per aggirare obblighi di legge. Gli step indicati prevedono la riforma del Libro I Titolo II del Codice Civile; l’aggiornamento della legge 266/91 sul volontariato; la revisione della legge 383/2000 sulle associazioni di promozione sociale; l’istituzione dell’Authority del terzo settore; la redazione di un testo unico del terzo settore che coordini la relativa disciplina civilistica, leggi speciali e disciplina fiscale;
  • valorizzare il principio di sussidiarietà orizzontale e verticale. Pubblica amministrazione e terzo settore devono essere le due gambe su cui fondare una nuova welfare society. Tra le azioni previste, l’aggiornamento della legge 328/2000 in modo da assicurare la collaborazione e il coinvolgimento degli enti non proftit non solo nell’esecuzione ma anche nella programmazione delle politiche sociali territoriali;
  • far decollare l’impresa sociale, per arricchire il panorama delle istituzioni economiche e sociali del paese dimostrando che capitalismo e solidarietà possono abbracciarsi in modo nuovo;
  • assicurare una leva di giovani per la “difesa della Patria” accanto al servizio militare istituendo il Servizio Civile nazionale universale, un’opportunità di servizio alla comunità e di primo approccio all’inserimento professionale per giovani dai 18 ai 29 anni fino a un massimo di 100.000 giovani l’anno. Il servizio potrebbe anche essere svolto in altri Paesi dell’Unione europea, diventando un’occasione per approfondire una lingua e sviluppare ulteriori conoscenze;
  • dare stabilità e ampliare le forme di sostegno economico, pubblico e privato degli enti del terzo settore, assicurando trasparenza, eliminando contraddizioni e rischi di elusione. Tra le proposte del governo il potenziamento del 5 per mille con l’identificazione dei soggetti beneficiari in un elenco liberamente consultabile; l’allargamento dei beneficiari dell’equity crowdfunding; nuove convenzioni per l’uso di immobili inutilizzati; promozione della finanza etica, definendo un trattamento di favore per i cittadini che investono nei titoli finanziari etici. Infine, la disciplina sperimentale del “voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia” come strumento di infrastrutturazione del secondo welfare. Ispirato al francese Chèque emploi service universel (CESU), riprende un disegno di legge che prevedeva che i voucher emessi dalle società concessionarie venissero acquistati dalle famiglie o ricevuti dai dipendenti delle imprese e dai destinatari dei servizi di protezione sociale per acquistare servizi di cura dei bambini, degli anziani non autosufficienti o delle persone con disabilità.

Da oggi fino al 13 giugno, è aperta la consultazione con terzo settore, stakeholders e cittadini, che potranno inviare proposte, suggerimenti e opinioni all’indirizzo terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it.

Riferimenti

Il testo completo delle Linee guida per una Riforma del Terzo Settore
 

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