Come abbiamo avuto già modo di raccontarvi, l’attuale versione della Legge di Stabilità dispone un consistente aumento della pressione fiscale per le fondazioni, che potrebbe determinare pesanti ricadute sugli enti filantropici e, di conseguenza, su gran parte del terzo settore italiano. Negli ultimi anni, tra il 2011 e il 2013, le imposte a carico delle fondazioni di origine bancaria sono aumentate di circa il 70%, passando da 100 a 170 milioni di euro. L’ultima versione della ex-legge finanziaria, con decorrenza retroattiva al 1° gennaio 2014, prevede ora un ulteriore aggravio che porterà il prelievo a 340 milioni per l’anno in corso, cifra che nel 2015 dovrebbe salire ancora fino a quota 360 milioni annui. E’ questo il risultato dell’effetto combinato, da un lato, dell’aumento degli oneri sui rendimenti derivanti dagli investimenti finanziari – passati dal 12,5% al 20% nel 2012 e poi al 26% nel luglio 2014 – e, dall’altro, dell’ulteriore aggravio sulle rendite finanziarie previsto proprio dalla Legge di Stabilità.
Al di là dei seri dubbi di costituzionalità derivanti dalla citata retroattività, se la nuova normativa venisse così confermata le fondazioni bancarie si troverebbero di fronte a un drastico ridimensionamento delle risorse a loro disposizione per effettuare interventi in favore dei propri territori operativi. La stragrande maggioranza delle erogazioni disposte dalle fondazioni deriva infatti dai rendimenti finanziari dei loro patrimoni: se questi ultimi verranno tassati secondo le specifiche sopra riportate ci saranno certamente molte meno risorse da destinare al terzo settore. Ad essere penalizzate sarebbero conseguentemente le numerose realtà del non profit che hanno nelle fondazioni importanti partner da cui ricevono il sostegno economico necessario alla realizzazione di un ampia gamma di attività, in particolare nell’ambito socio-assistenziale.
Negli ultimi giorni qualcosa sembra essersi mosso sia sul fronte dell’opinione pubblica, col lancio della campagna #menotassepiùerogazioni, sia su quello politico, con l’impegno di Edoardo Patriarca (deputato PD e Presidente dell’Istituto Italiano per la Donazione) di fare pressioni sul Governo per modificare la Legge di Stabilità. Comunque vada, occorre sottolineare come la scelta dell’esecutivo di tassare ulteriormente le fondazioni bancarie sia sostanzialmente incomprensibile a fronte dello sbandierato impegno di Matteo Renzi nei confronti del Terzo Settore. Il premier ogni qual volta che ne ha avuto l’occasione ha espresso il proprio apprezzamento per il mondo non profit, sfoderando spesso lo slogan “lo chiamano terzo settore, ma in realtà è il primo”. Eppure, se verranno confermate le nuove imposte sui rendimenti finanziari a carico degli enti non commerciali, questo “primato” rischia di subire un duro colpo. Sappiamo che a Renzi piacciono molto le metafore calcistiche: se è un bravo allenatore troverà certo il modo di evitare questo clamoroso autogol.