Nel contesto della crisi economica povertà ed esclusione sociale sono aumentate drammaticamente, ma la politica italiana continua a dedicare scarsa attenzione al tema. È quanto emerge dal recente rapporto “Lotta alla povertà. Cosa ha fatto la politica italiana?” pubblicato da ActionAid e realizzato in collaborazione con OpenPolis.
Povertà e agenda del parlamento
Secondo gli ultimi dati disponibili (2013), sei milioni di persone residenti in Italia (quasi una su dieci) vivono in condizione di povertà assoluta. Questo numero è più che raddoppiato negli ultimi anni, nel 2007 la povertà assoluta riguardava infatti meno di due milioni e mezzo di persone e il numero di famiglie coinvolte è passato dal 4,1% (2007) al 7,9% (2013). Nonostante queste cifre, il tema della lotta alla povertà trova poco spazio nell’agenda del parlamento.
L’analisi realizzata da ActionAid ha preso in esame i 35.128 atti parlamentari presentati nel corso della XVII Legislatura (iniziata il 15 marzo 2013). Gli atti che hanno interessato il tema dell’esclusione sociale e della povertà sono stati solo lo 0,8% del totale (286 su 35.128). Se si considerano invece i Disegni di Legge, il tema è stato presente nel 6% dei casi. Tuttavia tale percentuale si riduce ulteriormente (passando al 2,8%) se consideriamo i Disegni di Legge approvati (10 su 351).
L’analisi mostra anche i dati elaborati attraverso l’indice di rilevanza degli argomenti parlamentari che analizza (oltre alla quantità) la tipologia e l’iter degli atti parlamentari che trattano uno specifico argomento. Secondo questo indice, il tema della povertà e dell’inclusione sociale occupa la trentunesima posizione. Tuttavia, se si guarda all’attività parlamentare realizzata dal Governo Renzi povertà ed esclusione sociale scendono ulteriormente passando dal trentunesimo al quarantaquattresimo posto.
Considerando il dettaglio degli atti parlamentari, vediamo che su 241 Disegni di Legge che hanno toccato il tema della povertà e dell’esclusione sociale, solo quattro sono diventati legge (si tratta della Legge 10 dicembre 2014, n. 183 il cosiddetto “Jobs Act”; della Legge 11 novembre 2014, n. 164 il cosiddetto “Sblocca Italia”, della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 ovvero la “Legge di Stabilità 2014” e infine della Legge 18 luglio 2013, n. 85 che contiene all’interno diversi provvedimenti quali ad esempio la sospensione IMU e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga). Una mozione su tre è stata accolta, 11 dei 13 ordini del giorno presentati sono stati accolti, solamente la metà delle 28 interrogazioni al governo poste dai parlamentari ha avuto risposta. In sintesi su 286 atti parlamentari presentati solo il 10,5% ha avuto successo.
I parlamentari più impegnati
Il rapporto valuta infine la “produttività” e l’efficacia dei nostri parlamentari in materia di povertà ed esclusione sociale. L’analisi è basata sull’elaborazione dell’indice di produttività (IP) che valuta le attività dei parlamentari italiani considerando il numero di atti che ciascuno di essi presenta in un determinato periodo e la produttività di quella stessa attività. Considerando quest’indice i deputati più impegnati sono Antonio Placido di Sinistra Ecologia e Libertà (IP 156,091), seguito da Cesare Damiano del Partito Democratico (IP 154,85), Emanuele Prataviera della Lega Nord e delle Autonomie (IP 156,665) e Claudio Cominardi del Movimento 5 Stelle (152,97). Per quanto riguarda i senatori, al primo posto troviamo Pietro Ichino di Scelta Civica per l’Italia (190,5306), seguito da Maurizio Sacconi dell’Area popolare NCD-UDC (IP 154,6065).
Riferimenti
Il rapporto "Lotta alla povertà: cos’ha fatto la politica italiana?"
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