L’autore
Daniele Cavalli è studente del Corso di Laurea Magistrale di Scienze Politiche e di Governo presso l’Università degli Studi di Milano. Si è laureato nel 2013 in Scienze Politiche presso lo stesso ateneo con una tesi dal titolo Il Fondo di aiuti europei agli indigenti e lo sviluppo di una dimensione sociale dell’Unione Europea – Progressi, ostacoli e resistenze verso l’integrazione europea delle politiche sociali, da cui è tratto il presente lavoro. Giornalista, iscritto all’elenco dei pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal 2012, dal 2008 collabora con il quotidiano «L’Eco di Bergamo».
Abstract
Nel marzo 2014 Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione Europea hanno approvato il Regolamento relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Nato come prosecuzione e ampliamento del precedente Programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti (PEAD) e come traduzione legislativa dell’impegno di riduzione della povertà previsto dalla Strategia Europa 2020, il Fondo mette a disposizione degli Stati membri dell’Unione Europea circa 3,8 miliardi per il periodo 2014-2020. Queste risorse sono utilizzabili per un sostegno alle persone più povere dell’Unione, in particolare soggetti che non possono accedere a quantità adeguate di prodotti alimentari, persone senza fissa dimora e bambini a rischio di povertà o esclusione sociale. Ogni Stato membro sarà responsabile dell’applicazione del Regolamento nel proprio paese: è chiamato a redigere Programmi operativi contenenti le azioni intraprese a sostegno degli indigenti, messe in campo tramite organizzazioni partner, disponendo di un’ampia flessibilità riguardo alla scelta di fornire loro aiuti alimentari, supporto materiale di base e/o misure di accompagnamento per facilitare l’inclusione sociale e l’avvicinamento al mercato del lavoro. Dopo un’esposizione dei principali contenuti del Regolamento, e prima di una breve descrizione del suo stato di attuazione in Italia, l’analisi si concentra sul lungo e complesso iter legislativo del FEAD, a partire dalla pubblicazione della proposta legislativa fino all’approvazione del testo definitivo. In particolare, grande attenzione è rivolta al dibattito politico all’interno del Parlamento europeo, con l’analisi delle votazioni svoltesi nel giugno 2013, e al dibattito fra gli Stati membri in particolare all’interno del Consiglio dell’Unione Europea. In entrambi i casi si è cercato di capire chi e perché si è dimostrato contrario all’approvazione di questo nuovo strumento europeo di lotta alla povertà.