Gli ultimi mesi per chi si occupa di coprogettazione sono stati una sorta di montagne-russe-del-sentimento. Prima c’è stato l’entusiasmo, acceso dall’introduzione nel Codice del Terzo Settore di una più ampia gamma di strumenti per coprogettare, coprogrammare e gestire in convenzionamento servizi di interesse generale, in coerente applicazione del principio di sussidiarietà. Poi è arrivato lo scoramento, generato dal parere del Consiglio di Stato n.2052 del 20 agosto 2018 (di cui vi parlammo qui), che nei fatti arretra il potenziale di una nuova stagione di collaborazione fra Pubblica Amministrazione e enti del Terzo Settore, indicando come unica via possibile per il rapporto tra queste realtà quella della gara d’appalto.
Ora però, attraverso la pubblicazione del documento "Il diritto del Terzo Settore preso sul serio", giuristi, economisti, ricercatori ed esperti chiedono la correzione delle incongruenze e le mancanze emerse a seguito del parere 2052. L’obiettivo è spingere l’ANAC – Autorità nazionale anticorruzione (che aveva sollevato la questione che ha poi portato il Consiglio di Stato a mettere il parere del 20 agosto 2018) ad aggiornare le proprie Linee Guida nel rispetto del diritto e delle specificità del Terzo Settore.
La mobilitazione è stata promossa dal “Club degli amici dell’articolo 55”, nato nel luglio 2018 per promuovere una riflessione approfondita sugli artt. 55, 56 e 57 del Codice del Terzo Settore, ritenendo che il Codice nel suo insieme, e l’art. 55 in particolare, rappresenti la legittimazione anche sul piano legislativo dell’amministrazione condivisa, un modello amministrativo fondato sulla collaborazione fra cittadini e tra cittadini e pubbliche amministrazioni.