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La risposta delle imprese alla garanzia giovani appare deludente: sono ancora poche le offerte di lavoro segnalate. Il governo ha finora insistito su azioni di sensibilizzazione e incentivazione economica per rendere la Garanzia giovani più appealing alle aziende. Ma questo non basta. Occorre invece cogliere l’occasione per un cambiamento profondo dei centri per l’impiego.
Nel nostro Paese l’implementazione del programma europeo appare in forte ritardo, ma sono diversi i Paesi europei che vivono la medesima situazione. Patrik Vesan si sofferma sul caso della Francia e della Spagna, segnalando similitudini e differenze rispetto alla declinazione italiana della Youth Guarantee.
L’Unione Europea ha predisposto la creazione dell’EaSI, il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale, che dovrebbe iniziare a operare nel gennaio 2014. Un importante passo avanti nell’implementazione delle misure necessarie per il raggiungimento dei target di Europa 2020 in tutti gli Stati membri.
Durante la visita in Molise, Papa Francesco ha indicato due elementi che potrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crisi-che-non-passa: più conciliazione famiglia-lavoro e lo sviluppo di progetti occupazionali che coinvolgano le diverse anime delle comunità locali. Anche il Pontefice guarda al secondo welfare come via privilegiata per affrontare il problemi sociali del presente?
Trascorsi i sessanta giorni di "riscaldamento" dall'inizio della Garanzia per i giovani (GG), cosa possiamo dire delle scelte effettuate dalle regioni italiane? Se alcune di esse sembrano sulla buona strada, altre invece mostrano ancora un polso debole, rischiando così - che si tratti di scelte strategiche o che rispondono alla “logica del calderone” - di sprecare quest’occasione.
Con il “Fondo Straordinario di Solidarietà” la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo sostiene le famiglie che si trovano in condizioni di disagio a causa della mancanza di lavoro. Tuttavia dalla prima edizione partita nel 2009, che prevedeva solo l’erogazione di contributi a fondo perduto, si sono fatti molti passi in avanti sia sul fronte della disponibilità economica che su quello degli interventi concreti. Negli anni si è così strutturato uno strumento molto interessante, capace di moltiplicare le risorse disponibili attraverso una stretta collaborazione con enti locali ed altre realtà istituzionali dei territori di Padova e Rovigo.
Otto settimane non bastano certo a produrre risultati concreti, è però lecito chiedersi a che punto siamo e che cosa possiamo aspettarci da questa ambiziosa iniziativa. Per evitare il fallimento, il governo deve attivarsi subito almeno su due fronti: il rispetto di criteri minimi di trasparenza ed efficacia e il collegamento col mondo delle imprese. L'opinione di Maurizio Ferrera.
Continuano i nostri approfondimenti sull’implementazione della GG. Vi presentiamo il caso della Sardegna che, con una situazione occupazionale giovanile abbastanza seria, è stata la prima regione tra quelle del Sud, ad aver siglato con il Ministero la convenzione richiesta per attivare nel proprio ambito la Garanzia Giovani.
Che la famiglia sia il pilastro del welfare italiano è noto, ma anche l’associazionismo familiare sta acquisendo una rilevanza crescente, nonostante la sua conoscenza sia limitata. Per colmare questa lacuna, l’Assessorato al Welfare della Regione Umbria ha promosso la ricerca “L’associazionismo familiare in Umbria: cura, dono ed economia del bene comune”.
La proposta di legge bipartisan per istituire il voucher universale si pone un obiettivo ambizioso: portare l’Italia al passo con l’Europa sul fronte dei servizi alle famiglie innescando un circolo virtuoso che favorisca la creazione di posti di lavoro nei servizi, l'emersione del lavoro nero, l'aumento dell’occupazione - in particolare femminile - e la crescita del Pil.
Mercoledì 11 giugno è stata presentata la proposta di legge per l’Istituzione del voucher universale. Roberto Cicciomessere, uno dei promotori, ci spiega obiettivi e ragioni della proposta, destinata a incidere profondamente, attraverso il principio di sussidiarietà, sull’attuale sistema di welfare con riguardo alle famiglie, alle imprese e alle amministrazioni pubbliche.
Il Rapporto Istat 2014 ci dà importanti indicazioni non solo per le scelte economiche ma anche per quelle sociali: se la fase recessiva ha focalizzato l’attenzione generale sulle emergenze economiche del Paese, una lettura prospettica in chiave demografica mette in luce come le emergenze sociali non siano da meno e richiedano interventi che non possono essere più rimandati.
Continuano gli approfondimenti sull’implementazione della Garanzia Giovani nelle Regioni italiane. Dopo il caso del Piemonte, vi presentiamo quello della Puglia, dove la Garanzia andrà a inserirsi in un assetto di politiche preesistenti che, se ben sfruttato, potrebbe essere determinante per il suo successo.
I diritti sanciti dall’ordinamento europeo e gli strumenti atti a favorire la mobilità delle persone offrono opportunità crescenti per i cittadini Italiani. Politiche in grado di generare effetti positivi, come quello di mitigare l’impatto della crisi economica, ma non esenti da rischi, che ripropongono il dilemma della scelta tra chiusure nazionaliste e una più profonda integrazione.
La Garanzia Giovani è finalmente partita, almeno a livello ufficiale. Tuttavia, il grosso della sua attuazione effettiva dipendente innanzitutto dalle amministrazioni regionali e dai servizi al lavoro che verranno accreditati a livello locale. Nell'ambito del nostro Focus tematico, avviamo un'esplorazione preliminare delle prime fasi di implementazione a livello regionale.
L’implementazione della Garanzia Giovani attribuisce un ruolo centrale alle Regioni. Per questo motivo, il Focus YEI-GARANZIA GIOVANI ha avviato un’esplorazione preliminare delle iniziative avviate a livello regionale. Cominciamo dal Piemonte che, regione con il tasso di disoccupazione più alto nel Nord-Italia, è stata la prima a partire con il proprio piano.
Povertà tra i minori ed esclusione sociale sono da tempo al centro delle politiche della UE. A un anno dalla raccomandazione “Investing in children: breaking the cycle of disadvantage” lo European Network of Independent Experts on Social Inclusion ha pubblicato il rapporto annuale che offre una sintesi della situazione dei 28 Stati membri.
“Perdere e ritrovare il lavoro. L’esperienza della disoccupazione al tempo della crisi” è un volume di M. Ambrosini, D. Coletto e S. Guglielmi edito da Il Mulino che raccoglie i risultati della prima indagine realizzata in Italia sulla disoccupazione in età adulta. Svolta da un’équipe del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, la ricerca parte dalla constatazione che, se oggi si parla molto di più della disoccupazione, poco si sa, invece, dei disoccupati. Generalmente, infatti, le analisi statistiche ce ne illustrano le caratteristiche sociografiche, ma non ci parlano del loro vissuto, delle ripercussioni, delle risorse a cui fanno riferimento, delle risposte che cercano di elaborare.
Seicentottantamila. Questo il numero di giovani disoccupati nel mese di marzo. Un piccolo esercito, a cui si devono aggiungere più di due milioni di «né, né»: ragazzi e ragazze fra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Cosa si può fare per aiutarli? Da oggi, Festa del Lavoro, l’Unione Europea e il governo italiano offrono una nuova possibilità: la «Garanzia giovani». Chi si iscrive ad un apposito portale Internet verrà contattato nei prossimi mesi dai servizi per l’impiego al fine di concordare un percorso di inserimento. Gli ostacoli da superare, tuttavia, non sono pochi.
Pur in una situazione di grande difficoltà, numerose aziende stanno introducendo iniziative di welfare con l’obiettivo di affiancare le istituzioni pubbliche nella fornitura di servizi a carattere sociale. Per studiarle abbiamo scelto di creare sul nostro sito uno spazio dedicato alla contrattazione, che racconti in maniera continuativa e sistematica le diverse forme di contrattazione aziendale.