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#LavoroDignitoso

La promozione e la protezione del lavoro sono al centro del nostro Focus “Welfare e contrattazione”. Inoltre seguiamo regolarmente gli sviluppi del mondo del lavoro nelle aziende e nel Terzo Settore. Approfondisci il Goal 8 sul sito di ASviS.

Quello della sostenibilità è ormai un tema ricorrente nel dibattito pubblico. Per tale ragione, da giugno 2020 abbiamo scelto di approfondire i nessi tra i cambiamenti in atto nel welfare italiano e i 17 Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Una recente ricerca che ha coinvolto un nutrito gruppo di manager HR ha voluto approfondire il ruolo che il mondo delle Risorse Umane può avere in tema di sostenibilità e politiche ESG nelle organizzazioni. L’attenzione alle persone, soprattutto attraverso il welfare, è la leva più importante.
Secondo l’analisi annuale promossa da Generali Italia, le piccole e medie imprese che fanno welfare hanno ritorni importanti per quanto riguarda il clima e il benessere organizzativo. Anche per questo gli investimenti in questo campo non diminuiscono ma, anzi, appaiono destinati ad aumentare. Vediamo come e perché.
I buoni pasto sono regolati dalla stessa normativa fiscale del welfare aziendale e sono strumenti molto presenti nella vita di lavoratori e lavoratrici, per cui rappresentano un'importante forma di integrazione del salario. E non è un caso che il mercato delle società emettitrici continui a crescere. Ne abbiamo parlato con il Presidente di Anseb Matteo Orlandini.
L’Osservatorio annuale del provider ci permette di conoscere i comportamenti di imprese e dipendenti nelle scelte riguardanti il welfare aziendale. Tra i maggiori consumi ci sono i fringe benefit, che rappresentano più del 30% della spesa totale.
Lo pensano Anton Hemerijck e Manos Matsaganis, che hanno appena pubblicato un volume sul tema. Li abbiamo intervistati e abbiamo capito che il Welfare State nell'Unione Europea è uscito rafforzato dalle crisi degli ultimi anni. Ma la situazione non è uguale in tutti i Paesi: in alcuni, come l'Italia, il nodo del finanziamento e le scelte di spesa restano temi su cui riflettere.
Dopo i picchi della pandemia lo smart working continua a essere molto diffuso in Italia, non solo tra le grandi aziende ma anche nelle PMI. La milanese Way2global, per esempio, ha implementato una formula di smart working "integrale" che apre a diverse forme di flessibilità. Una esperienza approfondita nell’ambito di una ricerca di dottorato.
Sebbene diversi indicatori mostrino come in città l'occupazione femminile sia ampiamente migliore rispetto alla media italiana, andare oltre i numeri permette di comprendere la complessa relazione tra quantità e qualità dell’occupazione e gli svantaggi che si "cumulano" sulle donne. È quello che ha fatto il progetto CITILab.
È il tema dell’ultimo numero della collana “Quaderni del Salone” promosso da Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale. Tra i contributi, segnaliamo quello di Franca Maino, Direttrice Scientifica di Percorsi di secondo welfare e professoressa dell’Università degli Studi di Milano.
La società del gruppo Zucchetti che progetta e sviluppa piani di welfare per le imprese ha pubblicato i dati relativi a un campione di oltre 2.500 organizzazioni clienti. Si tratta di un documento interessante che fornisce informazioni utili sulle scelte di imprese e lavoratori in tema di welfare e che conferma l'importanza di strumenti per approfondire le dinamiche in atto nel settore.
Sul Corriere della Sera è uscito un articolo, realizzato col supporto di Secondo Welfare, in cui Paola D'Amico fa il punto su come il nostro Paese stia affrontando il tema del benessere psicologico tra i più giovani.
Per contrastare disoccupazione, povertà e disuguaglianze non si può fare a meno di ammortizzatori sociali e misure di sostegno del reddito. Ma da soli non creano lavoro. In Europa e in Italia sono in corso sperimentazioni per aiutare la creazione diretta di nuova occupazione e andare oltre il "classico" matching tra domanda e offerta di lavoro. Una di queste è in corso a Roma.
I diffusi stereotipi sulle professioni del sociale spesso creano confusione nella scelta del percorso di studio e di lavoro. Per questo l’Università di Torino ha avviato un progetto per innovare l’orientamento e la formazione delle professioni socio-psico-pedagogiche.
Grazie alle risorse del Fondo Sociale Europeo la Regione intende sostenere le PMI per promuovere azioni di welfare aziendale e pratiche di conciliazione vita-lavoro. In totale è previsto uno stanziamento di 2 milioni di euro per il 2024 e il 2025.