Il 6 dicembre ha avuto luogo il secondo incontro della campagna nazionale “Tutta un’altra storia”, lanciata dall’impresa sociale Con i Bambini allo scopo di promuovere l’importanza del contrasto alla povertà educativa, raccogliere buone pratiche presenti sul territorio nazionale e presentare i progetti finanziati a livello regionale dai bandi afferenti al Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa.
La manifestazione itinerante, partita da Torino a fine novembre, approderà nei prossimi mesi a Milano, Napoli, Brindisi e Catania. A maggio 2018 si svolgerà a Roma l’evento conclusivo, in cui le buone prassi e le storie raccolte durante nelle tappe saranno simbolicamente consegnate alle istituzioni.
Il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa
Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è nato in forma sperimentale nel 2015 da un’intesa tra l’Acri, l’associazione che riunisce le principali Fondazioni di origine bancaria italiane (Fob), e il Governo. In particolare, alle Fob che aderiscono al Fondo è stato garantito un credito di imposta pari al 75% delle risorse versate. Il Fondo potrà così contare complessivamente su 360 milioni di euro per i tre anni di sperimentazione.
L’iniziativa mira a sostenere interventi volti a contrastare la povertà educativa e a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori (qui abbiamo approfondito gli obiettivi del Fondo con Marzia Sica, membro del Comitato di Indirizzo). La gestione del Fondo è stata affidata a Fondazione CON IL SUD, che ha creato a questo scopo l’impresa sociale Con i Bambini.
Concretamente il Fondo opera attraverso la pubblicazione di diversi bandi. I primi due – il bando Prima Infanzia (fascia di età 0-6 anni) e il bando Adolescenza (11-17 anni) – hanno visto la luce alla fine del 2016. I progetti legati alla prima infanzia sono già stati selezionati e saranno avviati a breve. Il bando Nuove Generazioni, rivolto a bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 14 anni, è stato pubblicato lo scorso settembre e si chiuderà il 9 febbraio 2018.
Il “Reggio Emilia Approach”
Reggio Emilia è stata scelta per ospitare il secondo evento della manifestazione perché, come ricordato dal presidente di Con i Bambini Carlo Borgomeo, la città è riconosciuta a livello internazionale per il suo sistema di educazione e istruzione e per la sua strategia di prevenzione della povertà educativa. Il cosiddetto “Reggio Emilia Approach”, un approccio pedagogico sviluppatosi a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso che ha creato un sistema misto di gestione delle scuole d’infanzia particolarmente innovativo, rappresenta secondo Borgomeo la “culla delle culle”, un luogo dove è particolarmente viva e partecipe l’intera comunità educante.
Non a caso l’evento reggiano, organizzato in collaborazione con la Fondazione Manodori, ha visto la partecipazione di numerosi soggetti della comunità educante locali, insieme a Gianni Borghi (presidente della Fondazione Manodori), al sindaco Luca Vecchi, al presidente della Provincia Giammaria Manghi, Mario Maria Nanni (dirigente dell’ufficio scolastico provinciale), Riccardo Ferretti (prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia) e Carlo Borgomeo. Come nell’evento torinese, sono intervenuti anche alunni e docenti delle scuole locali insieme a diverse organizzazioni del terzo settore.
I progetti regionali finanziati
L’evento del 6 dicembre è stato anche l’occasione per presentare i cinque progetti legati al bando Prima Infanzia che sono stati selezionati e che saranno finanziati nei prossimi mesi in Emilia Romagna.
Fill the gap! – Progetto presentato dall’Istituto Comprensivo Intercomunale 1 di Ravenna-Cervia in collaborazione con diverse associazioni culturali e di promozione sociale, due Istituti Comprensivi, due cooperative sociali e con l’Istituto Regionale Emiliano Romagnolo per i Servizi Sociali e Sanitari per la ricerca applicata e la formazione. Il progetto insisterà su Cervia, Comune caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione e da un’alta presenza di stranieri (provenienti da 63 nazionalità differenti). L’iniziativa mira a prevenire il disagio dei bambini in età 0-6 anni e a costruire una rete a supporto della genitorialità, rivolgendosi a circa 250 bambini e relative famiglie (con particolare attenzione a quelli con bisogni educativi speciali dovuti a svantaggio socio-economico e culturale). Le azioni progettuali prevedono l’attivazione di un servizio di pre e post scuola e di tre centri estivi per l’accoglienza dei bambini 0-6 anni. Nelle scuole partner saranno inoltre organizzati corsi di prevenzione (sull’uso dei dispositivi di sicurezza, rianimazione, prevenzione degli incidenti domestici) e attività ludico-laboratoriali (narrazione sulla città, logopedia, psicomotricità, musicoterapia, percussioni). Infine, sarà creata una Banca dell’Altruismo (spazio dedicato all’incontro informale di genitori utile a costruire la reciproca conoscenza) e sarà aperto uno sportello di ascolto su tematiche riguardanti la prima infanzia.
Una Comunità per il benessere dell’infanzia – Iniziativa promossa da ACEG-Attività Cattoliche Educative Gioventù insieme a diversi Istituti Comprensivi, scuole dell’infanzia, licei, associazioni, cooperative sociali, Fondazioni, imprese e con la collaborazione dell’Unione Terre d’Argine. Il progetto sarà realizzato proprio in quattro Comuni dell’Unione Terre d’Argine (in Provincia di Modena) e promuoverà la creazione di una rete tra i servizi a sostegno del benessere dei bambini che si trovano in situazione di povertà materiale e culturale. Attraverso l’iniziativa saranno realizzate proposte educative per bambini, iniziative di formazione per operatori e percorsi di empowerment della genitorialità. Il progetto prevede anche la promozione di una maggiore flessibilità di nidi e scuole dell’infanzia attraverso l’ampliamento degli orari di apertura. Infine i bambini con disabilità multiple e per bambini di origine straniera saranno coinvolti in percorsi di supporto personalizzati. I destinatari sono circa 6.000 minori nella fascia d’età 0-6 anni, le relative famiglie e gli operatori di riferimento.
Modificare il futuro – Iniziativa promossa dalla Cooperativa Sociale Ambra insieme a diversi Comuni e Unioni di Comuni, una Fondazione, alcune associazioni e cooperative sociali e col supporto del Coordinamento Pedagogico Sovracomunale della Pedecollina di quattro Comuni. Il progetto interesserà due terzi dei Comuni della Provincia di Reggio Emilia e favorirà la scolarizzazione dei bambini e la partecipazione dei genitori alle attività educative come forma di cittadinanza attiva e inclusione sociale. Le iniziative coinvolgeranno circa 12.000 bambini della fascia d’età compresa tra 0 e 5 anni non scolarizzati e le relative famiglie, con particolare riferimento alle famiglie immigrate o in situazioni di povertà economica, sanitaria, sociale e culturale. Una prima linea di intervento della proposta consisterà nell’apertura di Spazi mamme-bambini della fascia d’età 0-3 anni, mentre una seconda linea supporterà l’ampliamento di offerte di scolarizzazione per i bambini della fascia d’età 3-5 anni. Saranno inoltre predisposte attività rivolte ai nuclei familiari di carattere educativo (sull’importanza del gioco, della lettura, della musica, etc.), professionale (corsi di cucito, pulizie, cucina, etc.), culturale (frequentazione biblioteche, teatro, cinema, etc.) e sociale (accesso ai servizi sociali e sanitari del comune). A Reggio Emilia saranno infine ampliati i posti della scuola dell’infanzia mediante l’apertura di una sezione statale, instaurando una sinergia tra risorse pubbliche e private.
Una rete di servizi per qualificare la cura della prima infanzia ovunque si realizzi – Progetto presentato dalla cooperativa sociale Seacoop in collaborazione con diversi Comuni, Istituti Comprensivi, associazioni, cooperative sociali, l’Azienda Usl di Imola, l’Azienda servizi alla persona circondario imolese, una Direzione Didattica e il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna. L’iniziativa interesserà tre Comuni della Città metropolitana di Bologna e nove comuni del Nuovo Circondario Imolese e interverrà sia sulla fascia d’età 0-3 anni, attivando una rete di servizi a bassa soglia di accesso, sia sulla fascia d’età 3-6 anni, facilitando e qualificando la partecipazione di bambini e famiglie alle scuole dell’infanzia e sostenendo chi è più in difficoltà. Per quanto riguarda la prima linea di intervento saranno attivati sostegni domiciliari alle neomamme, gruppi di mutuo aiuto tra famiglie, centri per bambini e genitori aperti tutti i giorni, sezioni temporanee dei nidi. La seconda linea di intervento consisterà invece nella predisposizione di agevolazioni tariffarie a favore delle famiglie e nella creazione di reti di auto-aiuto tra genitori. Trasversalmente alle due linee di intervento, saranno creati due Family Day Care Center e saranno sostenute le iniziative per il miglioramento dell’offerta didattica promosse dai genitori. Saranno infine avviati corsi teorico-pratici per aspiranti baby-sitter. I destinatari sono 700 bambini che non frequentano regolarmente i servizi educativi, 350 bambini affidati a baby-sitter non qualificati, 300 persone che vivono in famiglie in condizioni di disagio e 40 neo-mamme in difficoltà.
Educativa di casa: trame educative per nuove comunità – Iniziativa proposta dalla cooperativa sociale Quadrifoglio in partnership con Comuni, Unioni di Comuni, Città Metropolitana di Bologna, Istituti Comprensivi, cooperative sociali, associazioni legate alla mediazione interculturale, il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna e l’Istituto regionale emiliano romagnolo per i servizi sociali e sanitari, per la ricerca applicata e la formazione. Il progetto intende ampliare le opportunità di accesso al circuito educativo territoriale per tutte le famiglie residenti a Bologna e nel territorio della Città metropolitana. Tramite il coinvolgimento attivo dei diversi attori del territorio saranno intercettati i bisogni specifici delle famiglie, che saranno informate e orientate rispetto ai servizi socio-educativi e socio sanitari locali. Saranno inoltre potenziati i servizi educativi attraverso l’ampliamento dell’offerta educativa e una maggiore flessibilità degli orari di apertura dei nidi e delle scuole di infanzia. Sarà poi sviluppato un Centro Polifunzionale per l’Infanzia per il supporto alle figure professionali e ai casi di disabilità e saranno realizzate attività di co-progettazione con le famiglie per lo sviluppo di forme di supporto genitoriale e di sostenibilità economica.