Mentre chi può si attiene alle indicazioni del Governo e resta a casa c’è una parte di popolazione che non può farlo: le persone senza dimora. Come gestire l’emergenza con queste persone? Le organizzazioni del Terzo Settore attive in questo campo lanciano da giorni appelli alle autorità statali e locali perchè si trovino soluzioni condivise.
Come sottolinea fio.PSD (la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) si tratta innanzitutto di un problema burocratico: l’assenza di un indirizzo di residenza spesso impedisce a queste persone di vedere rispettati i propri diritti di cittadinanza (per esempio: il diritto di voto e la possibilità di accedere a misure universalistiche per il contrasto della povertà). Tra le altre cose, senza residenza non è possibile avere un medico di medicina generale; nell’ambito dell’emergenza Coronavirus le persone senza dimora non possono rivolgersi al medico curante qualora presentino dei sintomi e, di conseguenza, non sono nelle condizioni di seguire le indicazioni di prevenzione e tutela consigliate dalle autorità sanitarie.
L’altra evidente criticità è la possibilità di continuare a garantire servizi di prima necessità quali ospitalità e mense. Secondo Cristina Avonto, presidente di fio.PSD, è fondamentale che tali servizi continuino a operare, in quanto servizi essenziali, pur nel rispetto delle normative e delle indicazioni provenienti dal Ministero della Salute. L’invito è dunque a essere ancora più attivi e presenti nel sostegno a queste persone, per garantire la loro salute e quella di tutta la cittadinanza. Vanno in questo senso le diverse azioni registrate sul territorio nazionale: dall’impegno dell’Elemosiniere del Papa, il card. Konrad Krajewski, coinvolto personalmente nella distribuzione a distanza di sicurezza di "sacchetti del cuore" alla stazione di Roma Termini (una banana, così la può mangiare anche chi non ha i denti, del tonno in scatola, perchè lo possono mangiare anche i musulmani) fino all’appello lanciato da Binario 95 con l’hashtag #vorreirestareacasa.
Secondo questa organizzazione – un progetto della cooperativa sociale Europe Consulting – è necessario sostenere le strutture di ospitalità notturna perchè possano fronteggiare l’eventualità di un contagio e possano continuare a essere operative per tutta la durata dell’emergenza. Allo stesso tempo sarebbe opportuno velocizzare l’implementazione di progetti di housing e condominio sociale – già approvati e finanziati ma non ancora realizzati – che potrebbero permettere almeno ad alcune persone senza dimora di avere un luogo presso cui ripararsi e trascorrere i periodi di isolamento fiduciario o obbligatorio che dovessero rendersi necessari.
*Aggiornamento del 13 marzo 2020*
Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha recepito gli appelli delle organizzazioni del Terzo Settore e – come è evidenziato anche da questo video dell’Agenzia ANSA – ha sollecitato le amministrazioni regionali e comunali a "organizzare a livello territoriale delle strutture per l’assistenza dei senzatetto".