QuBì – La ricetta contro la povertà infantile è un programma di durata triennale che, come vi abbiamo già raccontato qui, grazie alla collaborazione di Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Fiera Milano, si propone di implementare una strategia integrata per contrastare la povertà a Milano grazie a un finanziamento complessivo di 25 milioni di euro. Nel quadro del programma, la Fondazione Cariplo ha pubblicato la call “Al bando le povertà!”.
La nascita dell’iniziativa
Il programma QuiBì intende concentrarsi in particolare sulle famiglie con minori in condizioni di povertà. Tale scelta è legata all’analisi del contesto nazionale e locale: secondo le stime prese in consideraizone da Fondazione Cariplo, a Milano potrebbero essere circa 21.000 i minori in povertà assoluta che non dispongono di un’alimentazione regolare ed equilibrata, di una casa adeguata e riscaldata, che non accedono a cure mediche o ad attività di svago, sportive, culturali in grado di offrire loro opportunità di crescita.
Nonostante l’attivismo di moltissime realtà sul territorio, sono ancora molte le persone e le famiglie emarginate. Da qui l’impegno di Cariplo, che si propone di favorire il coordinamento dei soggetti pubblici e privati già attivi in modo da rafforzare la capacità della città di intercettare le persone in povertà e offrire risposte di carattere più integrato alla sfida della povertà.
Data la complessità del territorio cittadino, la dimensione individuata per favorire l’efficacia degli interventi è quella del quartiere. Grazie al supporto dei servizi sociali territoriali sono stati individuati in particolare alcuni territori prioritari: Loreto, Padova, Viale Monza, Città Studi, Parco Lambro, Lodi-Corvetto, Umbria Molise, Ponte Lambro, Stadera-Gratosoglio, Giambellino-Lorenteggio, Barona, Selinunte, Baggio, Forze Armate, Quarto Oggiaro, Villapizzone, Gallaratese, Niguarda, Bruzzano, Dergano.
Al bando le povertà!
Nell’ambito di QuBì è stata pubblicata la call denominata “Al bando le povertà!”, che propone ai quartieri milanesi di individuare la propria “ricetta contro la povertà” attraverso la valorizzazione delle azioni già in essere e il rafforzamento di reti collaborative in grado di ricomporre e potenziare le risposte messe in campo dai servizi sociali comunali e dai soggetti del Terzo Settore. Le ricette di quartiere saranno definite operativamente a seguito di un percorso di co-progettazione che prenderà l’avvio delle proposte presentate per il bando.
Le progettualità dovranno proporsi di ampliare e rafforzare la capacità di accompagnamento delle famiglie in condizione di povertà e fare in modo che questi nuclei, presi inizialmente in carico da singoli componenti della rete, siano messi al centro della rete nel suo complesso e possano trovare risposte univoche e integrate ai propri bisogni. Oltre a un generale obiettivo di facilitazione dell’accesso alla rete dei servizi, le ricette dovranno impegnarsi ad ascoltare famiglie e minori, (ri)mettere al centro le loro esigenze e offrire risposte individualizzate che favoriscano l’attivazione dei beneficiari in un’ottica di promozione delle loro risorse e capacità. La dimensione di quartiere dovrà infine emergere dall’attenzione al carattere comunitario delle azioni proposte, finalizzate alla coesione territoriale e alla costruzione di legami e relazioni di prossimità.
Le proposte progettuali dovranno essere presentate da reti di Terzo Settore formate da organizzazioni che già lavorano all’interno dei singoli territori di riferimento. Per ogni quartiere sarà individuata e sostenuta una sola rete che si impegnerà in un percorso di progettazione condivisa volto a supportare i bisogni dei minori in povertà e delle loro famiglie. Le reti saranno selezionate in base alla loro capacità di includere tutti gli attori locali che lavorano o intendono lavorare sul contrasto alle povertà. Sarà inoltre premiata l’abilità nell’armonizzare gli interventi già in atto attraverso meccanismi innovativi e partecipativi.
Le candidature dovranno contenere una ricognizione delle risposte attualmente fornite da ogni singolo attore della rete; dovranno inoltre descrivere esperienze significative di lavoro in rete realizzate sul territorio di riferimento, specialmente se rivolte a minori e famiglie. Le proposte progettuali dovranno prevedere modalità innovative di individuazione dei bisogni, ad esempio grazie al coinvolgimento di attori/sentinelle territoriali informali e non convenzionali. Dovranno inoltre contenere la descrizione di strategie di intervento di durata biennale volte ad aumentare l’accessibilità alle risorse disponibili e il loro coordinamento sul territorio. Ogni rete candidata dovrà infine indicare un modello di coordinamento che definisca, in particolare, le modalità di gestione partecipata delle risorse e i ruoli degli attori in campo. Per ogni proposta territoriale potrà essere richiesto un finanziamento massimo di 200.000 euro.
Il bando individua alcune priorità rispetto agli ambiti di intervento: supporto a donne in gravidanza e neonati; coordinamento con soggetti pubblici e privati del mondo dell’istruzione (scuole di ogni ordine e grado, attività di doposcuola, scuole e corsi di italiano); rafforzamento di centri d’ascolto e di spazi di incontro per le famiglie; servizi di formazione e orientamento al lavoro, percorsi inserimento lavorativo; attività sportive, ricreative e culturali a beneficio di bambini e ragazzi; azioni di contrasto alla povertà alimentare e interventi di riduzione degli sprechi e redistribuzione degli eccessi; attività di promozione di sani stili di vita e di educazione alimentare.
Come già evidenziato, il bando individua alcuni ambiti territoriali in cui l’intervento è considerato prioriatrio, ma potranno partecipare alla call anche i quartieri non inseriti nella lista; le proposte progettuali afferenti a questi territori saranno sostenute compatibilmente con le risorse disponibili. Le proposte dovranno essere presentate entro il 22 giugno attraverso la procedura telematica disponibile sul sito dell’iniziativa.
Le prossime fasi di sviluppo e implementazione
La prima fase di raccolta delle idee, come detto, si concluderà il 22 giugno con il termine della call.
In seguito alla selezione delle reti territoriali, si aprirà una seconda fase di progettazione accompagnata (luglio-ottobre 2018). La declinazione operativa delle ricette locali sarà resa più efficace dalla collaborazione di un assistente sociale referente dei servizi territoriali, che favorirà in particolare il coordinamento con misure pubbliche di sostengo al reddito (in particolare il Reddito di Inclusione). Questa fase vedrà inoltre il coinvolgimento di un facilitatore. Tale figura aiuterà le reti a migliorare le risposte locali favorendo, tra le altre cose, la costruzione di un sistema di coordinamento stabile tra tutti gli attori presenti sul territorio e attivi nel contrasto alla povertà.
La terza e ultima fase del programma è rappresentata dall’implementazione delle ricette di quartiere contro la povertà minorile.
La realizzazione dei progetti dovrà essere avviata nel dicembre 2018 e concludersi per la fine del 2020.
Riferimenti
Il sito del programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile
La call “Al bando le povertà!”