Mercoledì 23 gennaio a Torino, presso la sede di Open Incet, si è tenuto il Forum sull’innovazione sociale, una giornata dedicata al confronto e alla condivisione di esperienze locali sul tema dell’innovazione sociale. Il convegno, finalizzato alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa, ha visto l’adesione di sei Regioni – Piemonte, Toscana, Molise, Calabria, Puglia, Sardegna – e della Provincia autonoma di Trento.
Regione Piemonte ha promosso la giornata e ha messo al centro del dibattito WeCaRe, strategia regionale per l’innovazione sociale, attraverso le voci dei vari protagonisti: Gianfranco Bordone, Direttore Regionale Coesione Sociale, Marco Riva, coordinatore di WeCaRe, e Augusto Ferrari, Assessore regionale alle Politiche sociali (con cui abbiamo discusso di WeCaRe qui). Il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha inaugurato la giornata rimarcando la centralità dell’Europa in tema di innovazione e coesione sociale: con le linee guida 2014-2020 e i Fondi europei le istituzioni europee supportano le iniziative nazionali e locali strutturando le politiche sociali sul territorio.
Il Presidente Chiamparino ha sottolineato la necessità di individuare un metodo condiviso di lavoro sia nella struttura tecnico-organizzativa sia a livello di intesa politica. In quest’ottica le politiche sociali non devono essere interpretate come una mera erogazione di servizio a carico dell’istituzione pubblica, ma come politiche allargate capaci di stimolare il protagonismo dei diversi attori all’interno della società. Questo concetto, che peraltro rappresenta il presupposto alla base di WeCaRe, nel corso del Forum è emerso come significativo punto di contatto fra le Regioni presenti.
Il Forum è stato anche luogo per l’evento annuale sul Fondo Sociale Europeo e ha visto la presenza di Adelina Dor Reis, Capo Unità della Commissione europea DG Occupazione, Affari Sociali, Inclusione. Dos Reis ha elogiato WeCaRe sottolineando le sue qualità “in termini di efficacia, attuazione, spesa e struttura del programma”. Oltre alle esperienze regionali e agli interventi politico-istituzionali il Forum ha ospitato anche la presentazione di una ricerca sulle politiche regionali per l’innovazione sociale in Italia curata dal ricercatore Giovanni Vita per il magazine VITA. La giornata si è conclusa con un tavolo di confronto a cui hanno partecipato alcune Fondazioni di origine bancaria (Compagnia di San Paolo e CRT) e gli Assessori alle Politiche Sociali di Piemonte, Molise e Calabria.
Cos’è WeCaRe?
WeCaRe, acronimo di Welfare Cantiere Regionale, è una strategia di innovazione sociale messa in campo dalla Regione Piemonte. L’iniziativa, progettata sulla base di un Position Paper redatto da un gruppo di studiosi ed esperti, riprende i principi enunciati nella Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. In sintesi WeCaRe (che abbiamo approfondito qui) cerca di coniugare lo sviluppo della coesione sociale con una crescita intelligente attraverso azioni di innovazione sociale.
Nasce nel 2017 ed è una strategia d’intervento su base triennale – 2017/2020 – che mette insieme diversi fondi di provenienza europea (FSE – Fondo Sociale Europeo e FESR – Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) con un cofinanziamento nazionale e regionale per un totale di 20 milioni suddivisi in quattro aree d’azione differenti e un’attività di supporto alla progettazione.
Gli obiettivi rivolti all’innovazione sociale, a cui corrispondono quattro differenti misure, riguardano:
- la sperimentazione di azioni innovative di welfare territoriale;
- progetti di innovazione sociale per il Terzo Settore;
- rafforzamento di attività imprenditoriali che producono effetti socialmente desiderabili;
- promozione del welfare aziendale;
A sostegno della prima misura è stata predisposta un’azione di accompagnamento volta a supportare il processo di sviluppo del welfare territoriale con attività di tutoring, corsi di formazione e aggiornamento.
Un ulteriore elemento di peculiarità di WeCaRe è rappresentato dall’introduzione di un fondo d’impatto sociale alimentato anche da capitale privato attraverso un Patto d’intesa sottoscritto con l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte.
Uno sguardo alle esperienze regionali sul tema dell’innovazione sociale
Friuli Venezia Giulia
Felice Carta (a capo della Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione Friuli Venezia Giulia) ha presentato l’iniziativa sperimentale “Attiva Giovani” per conto del Friuli Venezia Giulia. Il progetto friulano affonda le radici in Garanzia Giovani ma ne rappresenta un’espansione. La sperimentazione triennale è stata avviata nell’ottobre 2017 ed è finanziata con fondi europei (FSE) e risorse regionali. Il programma si rivolge a giovani tra i 18 e 30 anni e si pone un triplice obiettivo: 1) contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani; 2) incrementare il senso di appartenenza dei giovani alla comunità locale; 3) aumentare il potenziale di occupabilità dei giovani coinvolti. I soggetti protagonisti di questo processo di attivazione sono numerosi e diversi: imprese, attori del Terzo Settore, Enti locali, soggetti pubblici e privati di varia natura.
Lombardia
Il progetto lombardo denominato “Dalla Cartella al Network sociale: strumenti di conoscenza e risposte integrate” è stato presentato da Davide Sironi (a capo della Direzione Politiche sociali, abitative e disabilità della Regione Lombardia). La peculiarità di questo programma risiede nel tentativo unitario di produrre innovazione a livello di sistema informativo. La misura si concentra sulla creazione di un’unica cartella sociale informatizzata, volta a sostenere l’accompagnamento delle famiglie e delle persone fragili e a supportare la programmazione di un reddito di autonomia.
Attraverso lo strumento della Cartella sarà possibile gestire in modo condiviso i dati anagrafici, il calendario degli incontri con la persona, la valutazione degli assistiti, la progettazione degli interventi. La Cartella faciliterà inoltre lo scambio della reportistica e il coordinamento dell’équipe multidisciplinare. Di fatto il programma si propone di promuovere un welfare collaborativo attraverso obiettivi di integrazione (intesa come superamento della frammentazione degli interventi), innovazione e corresponsabilità.
Sardegna
A testimonianza dell’esperienza isolana è intervenuta Maria Laura Manca (funzionaria regionale presso l’Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Sardegna), che ha illustrato il programma “CA.R.P.E.D.I.EM.”, acronimo di Catalogo Regionale dei Progetti Eleggibili Di Inclusione e di Empowerment. L’iniziativa è stata avviata in fase sperimentale nel 2018 con l’obiettivo di costruire un catalogo degli interventi integrati che hanno finalità di reinserimento sociale o lavorativo. Il progetto è operativo in 25 ambiti territoriali a supporto del Reddito di Inclusone Sociale della Sardegna (REIS) ed è rivolto alle persone e alle famiglie in condizioni di disagio economico e sociale. L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato regionale al lavoro grazie alla programmazione di fondi europei.
Puglia
Anna Maria Candela (dirigente della Sezione Inclusione Sociale attiva e Innovazione delle reti sociali Regione Puglia, nonché responsabile del Programma regionale Puglia Sociale IN) ha presentato il progetto “Puglia Sociale IN”, un tentativo locale di coniugare lo sviluppo economico con il tema dell’inclusione sociale. Il programma sperimentale, nato nel 2017, sarà operativo nel quadriennio 2018-2021 e potrà contare su un investimento complessivo di 60 milioni di euro provenienti da fondi nazionali, regionali ed europei (FESR).
Con Puglia Social IN la Regione ha lanciato due call alla ricerca di idee e progetti innovativi per lo sviluppo dell’economia sociale nel territorio. Un bando è dedicato al tema della sharing economy, l’altro è invece orientato verso la social smart city. Le call sono disegnate per favorire la cooperazione tra attori appartenenti ad aree differenti: cooperative, associazioni, fondazioni, imprese sociali, Enti pubblici, organizzazioni informali.
Provincia Autonoma di Trento
Federica Sartori (dirigente del Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza e Servizio politiche sociali della Provincia autonoma di Trento) ha raccontato l’esperienza trentina dei DES – Distretti di Economia Sociale, laboratori di sperimentazione civica, economica e sociale avviati dalla Provincia autonoma di Trento nel settembre del 2015. I DES promuovono la realizzazione di filiere di consumo di beni e servizi, finanziamento, produzione, distribuzione e inserimento lavorativo su territori locali specifici.
Proprio dall’osservazione dei DES – ha sottolineato l’Assessore piemontese Ferrari – è nata l’idea di dare vita ai Distretti della Coesione Sociale in Piemonte; questi ambiti territoriali si propongono di promuovere una convergenza tra distretto sanitario, distretto sociale, politiche del lavoro e politiche per la casa. In Piemonte i Distretti sono stati sperimentati nell’implementazione del SIA e sono ora protagonisti delle iniziative promosse dall’Assessorato alle politiche sociali: la prima misura della strategia WeCaRe, attraverso la sperimentazione di azioni innovative di welfare territoriale, intende rafforzare l’identità dei Distretti come attori della coesione sociale e dell’innovazione sociale sul territorio.
Torino Social Impact
Mario Calderini (professore ordinario di Economia e organizzazione aziendale al Politecnico di Milano, già presidente del Comitato “Imprenditorialità sociale” della Camera di commercio di Torino) ha illustrato il progetto d’innovazione sociale “Torino social Impact”, una piattaforma aperta ai soggetti che operano nell’area metropolitana della Città di Torino nel campo dell’innovazione sociale e della finanza ad impatto sociale. Il programma è promosso da circa 70 partner – tra cui il Comune di Torino – e finanziato dalla Camera di Commercio di Torino e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. Questa rete si rivolge a cooperative, startup a vocazione sociale e imprese operanti nella finanza sociale offrendo numerosi servizi: finanziamenti, mentoring, formazione e altre opportunità per far crescere i progetti di innovazione sociale sul territorio.
La Tavola rotonda con gli Assessori e le Fondazioni di origine bancaria
La giornata si è conclusa con un Tavolo di confronto in cui sono state tratte le conclusioni del Forum e sono state poste le basi per il Protocollo d’intesa inter-regionale sull’innovazione sociale. Le premesse del Protocollo possono essere riassunte in tre parole:
- territori, intesi come ecosistemi pluriattoriali in cui i soggetti interagiscono facendo comunità e prendendosi cura della crescita e della coesione locale insieme;
- Regioni: questi attori devono condividere modelli utili a gestire i fenomeni sociali, diventando protagonisti della promozione sociale;
- Europa: il welfare regionale deve interagire in maniera sempre più strutturata con il livello europeo per affrontare al meglio le nuove sfide poste alla coesione sociale sui territori.