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Il 27 dicembre 2017 il Senato della Repubblica ha licenziato la Legge di Bilancio 2018, il provvedimento che regolerà spese e entrate dello Stato italiano nel corso dell’anno appena iniziato e che contiene il bilancio preventivo pluriennale per il triennio 2018-2020. Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre, presenta alcuni passaggi che andranno ad interessare diversi attori che operano nell’ambito del secondo welfare. Di seguito vi segnaliamo le principali novità approfondite dal nostro gruppo di ricerca attraverso alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi.


Welfare aziendale: incluse anche le spese per il trasporto pubblico

La Legge di Stabilità 2016 come noto ha cambiato le regole che determinano il reddito da lavoro dipendente – ampliando il novero delle erogazioni aventi finalità sociali, educative e assistenziali fiscalmente agevolate – e promosso il welfare aziendale nell’ambito dell’erogazione della parte variabile del salario legata alla produttività (il cosiddetto premio) favorendo fiscalmente i servizi di welfare rispetto all’equivalente in denaro. La “rivoluzione” attuata da quel provvedimento è stata ampliata dalla successiva Legge di Stabilità 2017 che ha alzato le soglie per accedere alla tassazione agevolata e quelle per la conversione del premio di produttività. Con la Legge di Bilancio 2018, come spiegato da Valentino Santoni, il Legislatore sceglie di continuare sulla strada tracciata dalle precedenti Manovre, in particolare inserendo il trasporto pubblico nel paniere di prestazioni di welfare previste dall’art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e continuando a sostenere economicamente le imprese che intendono introdurre beni e servizi di welfare come strumenti integrativi della retribuzione.


Famiglia: confermati i bonus, ma servono misure strutturali a sostegno della natalità

Sul fronte del sostegno alle famiglie, la Legge di Bilancio ridefinisce l’insieme dei bonus richiedibili nell’anno appena iniziato. Come spiegato da Elena Barazzetta, la Manovra conferma gran parte delle misure introdotte negli ultimi anni – Bonus mamme domani, Voucher baby-sitter, Buono asilo nido, assegni di maternità statali e comunali – senza tuttavia prevedere una stabilizzazione delle stesse. Nonostante tutti i dati dimostrino come il primo problema del nostro Paese sia l’invecchiamento della popolazione e la mancanza di ricambio generazionale necessario ad invertire tale trend, ancora una volta la politica ha scelto di scommettere su un’ampia (e confusa) gamma di misure una tantum invece di concentrarsi su riforme strutturali che potessero realmente sostenere la natalità. In questo quadro il grande assente, ancora una volta, è il tanto discusso Fattore Famiglia, che potrebbe configurarsi come uno strumento valutativo più equo e preciso (sicuramente più dell’attuale ricorso all’ISEE) su cui basare le politiche sociali dedicate ai nuclei familiari con figli minori.


Contrasto alla povertà: il Reddito di inclusione verso l’universalimo

La Legge di Bilancio 2018 apporta modifiche significative al Reddito di Inclusione (REI), la misura strutturale di contrasto alla povertà attivata a livello nazionale, richiedibile dal 1° dicembre e operativa dal 1° gennaio 2018. La Manovra, come spiegato da Chiara Agostini, infatti amplia la platea dei beneficiari e incrementa le risorse da destinare alle famiglie numerose, dando di fatto al REI un carattere universalistico. Novità importanti sono presenti anche sul fronte della dotazione finanziaria: il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale è stato incrementato di 300 milioni di euro per il 2018, di 700 milioni per il 2019, di 783 milioni per il 2020 e di 755 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021. Inoltre, lo stanziamento del medesimo Fondo è aumentato di ulteriori 117 milioni per il 2020 e di 145 milioni annui a decorrere dall’anno 2021 per specifiche finalità da individuare attraverso il Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Risorse certamente importanti, che tuttavia potrebbero non essere sufficienti a rispondere alla grande mole di domande attese anche a fronte dei nuovi criteri di accesso.

Lotta allo spreco: il rafforzamento della Legge Gadda

La Legge di Bilancio estende il raggio di azione della Legge 166/2016, nota anche come “Legge Gadda” o “Legge antisprechi”. La Manovra, infatti, amplia il paniere di prodotti donabili, estende le relative agevolazioni fiscali e semplifica alcune procedure di donazione. Inoltre, come spiegato da Chiara Lodi Rizzini, al fine di rendere maggiormente efficaci le azioni antispreco già previste dalla vigente normativa, oltre alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio, negli ultimi mesi le istituzioni pubbliche in partnership con organizzazioni del terzo settore hanno messo in campo diverse attività di formazione e informazione. Sia sul fronte dei potenziali donatori che delle organizzazioni beneficiarie delle donazioni, infatti, appare ancora molto il lavoro da fare per rendere noti i benefici offerti dalla legislazione italiana che, pur essendo la più avanzata d’Europa in questo campo, appare ancora poco applicata. A questo scopo nel corso del mese di dicembre è stata lanciata la piattaforma web #iononsprecoperché, che permetterà agli attori delle filiere interessate di entrare in contatto tra loro creando opportunità di sviluppo per le donazioni, grazie anche alla presenza di esperti di vari settori che metteranno a disposizione gratuitamente le proprie esperienze e competenze.


Disabilità: il riconoscimento dei caregiver familiari e lo sport come elemento “care”

Come spiegato da Paolo Pantrini, la Legge di Bilancio prevede l’istituzione del Fondo a sostegno del ruolo di cura e di assistenza dei caregiver familiari, destinato cioè a finanziare interventi che riconoscano il valore sociale ed economico delle attività di cura svolte da persone che assistono familiari che, a causa di malattia, infermità o disabilità, non sono più autosufficienti. Il Fondo rappresenta la positiva conclusione di un lungo lavoro durato tutta la legislatura e rappresenta un passo storico per tante famiglie italiane, e in particolare per le donne che all’interno delle stesse sono le principali interessate dagli oneri di cura. Sul fronte delle politiche per la disabilità si segnalano inoltre nuovi stanziamenti per incentivare l’avviamento all’esercizio della pratica sportiva delle persone disabili e sostenere le attività del Comitato Paralimpico Italiano. In generale la Legge riconosce il valore sociale e riabilitativo dello sport, che esce dalla dimensione prettamente dilettantistica o agonistica per essere considerato una componente essenziale del percorso di cura, intesa come “care”, della persona con disabilità.


Fondazioni di origine bancaria: più ambiti in cui far valere il credito d’imposta

La Legge di Bilancio rinnova anche l’impegno dello Stato a sostegno delle Fondazioni di origine bancaria che investono risorse a favore di interventi a carattere sociale sui propri territori operativi. La Legge, come descritto da Chiara Agostini, per garantire questo genere di supporto ha adottato alcune modalità che ricordano quelle usate per il “Fondo per il contrasto alla povertà educativa” istituito con la Legge di Stabilità 2016, ma si profilano anche alcune differenze su cui pare utile riflettere. Per il triennio 2019-2021 è previsto un credito di imposta pari al 65% a favore delle Fondazioni di origine bancaria che promuovono il welfare di comunità attraverso interventi e misure di contrasto alle povertà, alle fragilità sociali e al disagio giovanile, di tutela dell’infanzia, di cura e assistenza agli anziani e ai disabili, di inclusione socio-lavorativa e integrazione degli immigrati nonché di dotazione di strumentazioni per le cure sanitarie. Tale contributo è assegnato fino a esaurimento delle risorse disponibili ed è pari a 100 milioni di euro all’anno.


Innovazione Sociale: un Fondo da 25 milioni di euro per allinearci agli standard UE

Al fine di favorire e potenziare l’innovazione sociale secondo gli standard europei, la Legge di Bilancio ha istituito un apposito Fondo destinato “all’effettuazione di studi di fattibilità e allo sviluppo di capacità delle pubbliche amministrazioni sulla base dei risultati conseguibili”. Tale Fondo avrà una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2018 e di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020. Per capire quali saranno le modalità di funzionamento, le regole di accesso e le aree di intervento bisognerà attendere la pubblicazione dei relativi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, che in base alle previsioni della Legge di Stabilità andranno adottati entro il 30 marzo 2018.

Riferimenti

Testo della Legge di Bilancio 2018 (PDF – Online)