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Come nasce il portale?

Negli ultimi 15 anni l’housing sociale si è diffuso anche nel territorio italiano come strumento per far fronte a quell’offerta abitativa non soddisfatta né dal mercato immobiliare privato né dall’edilizia pubblica (per saperne di più leggi il capitolo dedicato all’interno del Primo rapporto sul secondo welfare in Italia). Ma a quanto ammonta questo fenomeno? Difficile dirlo, in un contesto caratterizzato ancora da interventi frammentati. Per stimarne l’entità in modo più preciso, Fondazione Cariplo ha presentato un progetto di monitoraggio che prevede la creazione di un portale, un luogo di aggregazione per operatori e progetti: grazie ad un sistema di georeferenziazione, attraverso le mappe sarà possibile avere un quadro chiaro del fenomeno in Italia.

La mappatura costituisce quindi un primo importante passo per rendere visibile il settore del social housing: le mappe georeferenziate contenute nel portale consentiranno infatti di cercare, localizzare e rappresentare gli interventi, sia in forma singola che aggregata, fornendo informazioni riguardanti i progetti beneficiari di contributo, le caratteristiche delle abitazioni e dei servizi di ospitalità attivati, gli enti proprietari e gli enti gestori.

L’iniziativa ha per Fondazione Cariplo molteplici obiettivi: essa risponde a finalità di rendicontazione sociale, mostrando le attività realizzate e la popolazione servita grazie alle risorse impiegate della Fondazione – illustrando ad esempio la sostenibilità dei servizi realizzati; offre uno strumento utile alle organizzazioni del territorio impegnate nell’offerta di soluzioni efficaci ai problemi abitativi dei soggetti deboli, illustrando caratteristiche, motivazioni e stato di fatto degli interventi, favorendo quindi l’apprendimento rispetto a quanto già realizzato. E, non da ultimo, offre visibilità ai progetti e alle centinaia di organizzazioni coinvolte, ai tanti proprietari (il 71% sono enti privati) che hanno messo a disposizione gli immobili e al centinaio di enti (il 96% sono del privato sociale) che quotidianamente gestiscono i servizi di ospitalità in essi presenti.


La mappatura: i primi dati

La mappatura presentata rappresenta, come detto, una prima fase del progetto: consente di localizzare, trovare informazioni, foto e dettagli su 200 luoghi per oltre 700 alloggi sul territorio lombardo, che fanno riferimento ai progetti tuttora attivi e sostenuti in quattordici anni dalla Fondazione attraverso il bando “Housing Sociale” e l’attività della Fondazione Housing Sociale. Altre decine di interventi di housing sociale sono in corso di realizzazione e saranno inseriti nella mappatura una volta completati. Ma l’obiettivo è anche arricchire questo strumento, per far dialogare le comunità, le persone e le organizzazioni che vivono ed operano in questo ambito, dando un significativo input al suo sviluppo.

Secondo i dati disponibili, dal 2001 ad oggi si è passati da 4 a 40 milioni di euro di investimenti, con cui sono stati finanziati più di 200 progetti localizzati perlopiù nei capoluoghi di provincia (61%) – e principalmente nel territorio milanese (48% dei progetti). Un aspetto importante è che più del 79% degli interventi sono stati realizzati ristrutturando unità immobiliari già esistenti – rispetto al 20,9% di nuove costruzioni – il che potrebbe confermare per l’housing sociale un importante ruolo nella riqualificazione del tanto patrimonio immobiliare in stato di degrado. Si evidenzia inoltre un forte coinvolgimento del privato sociale, che gestisce circa il 96% delle strutture – principalmente sottoforma di cooperative di tipo A, associazioni e fondazioni -, mentre la proprietà delle strutture appartiene perlopiù ad enti pubblici (28,7%), fondazioni (25,8%) ed enti religiosi (16,1%), dati che suggeriscono una crescente ed innovativa collaborazione tra soggetti eterogenei.

Per quanto riguarda le azioni di accompagnamento – uno dei punti di forza dell’edilizia sociale è proprio che non si esaurisce alla sola offerta di soluzioni abitative – prevalgono supporto alla cura dell’alloggio, alla ricerca di una soluzione abitativa autonoma e alla ricerca di un lavoro, in una visione che promuove la corresponsabilizzazione e la successiva emancipazione dell’utente. Sì, perché il disagio, come emerge dall’analisi dei beneficiari ospitati, nasce soprattutto dall’esclusione sociale ed economica. Nella maggioranza dei casi si tratta infatti di famiglie/individui colpiti da problematiche sociali ed economiche, e donne sole con minori a carico, cioè utenti che, se adeguatamente supportati, sono in grado di superare la fase critica in cui si trovano e di raggiungere la propria indipendenza.

 

Riferimenti

La presentazione dei dati

La mappa

Il comunicato di Fondazione Cariplo

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