Il Senato ha approvato in via definitiva la cosiddetta legge antispreco, che mira a favorire modelli di consumo capaci di limitare gli sprechi ed incentivare la ridistribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici, invenduti e non utilizzati, per fini di solidarietà sociale. Dopo il primo sì della Camera, arrivato lo scorso marzo, nella serata del 2 agosto è arrivato anche il via libera definitivo del Senato con 181 sì, 2 no e 16 astenuti.
La legge intende rafforzare il circuito del riuso e della cessione gratuita, promuovendo un modello di consumo e di produzione sostenibile sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta. Dal lato dell’offerta, offrirà il know how necessario per permettere ai soggetti coinvolti il recupero e la distribuzione gratuita dei beni ai sensi della normativa vigente; dal lato della domanda, permetterà di ampliare le categorie merceologiche e la platea dei soggetti che possono distribuire senza fini di lucro, creando meccanismi premiali per le imprese ed i comuni che incentivano forme di economia circolare.
Secondo i promotori, la logica della premialità piuttosto che dalla penalizzazione rappresenta uno dei maggiori punti di forza del provvedimento. A differenza della norma antispreco approvata in Francia nel febbraio scorso, che sanziona i supermercati che non donano le proprie eccedenze, la legge italiana punta infatti sugli incentivi e su una semplificazione burocratica che renderà più semplice la donazione da parte dei diversi comparti della filiera agroalimentare.
Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge, ha parlato di "una gioia immensa" e di una grande gratitudine verso coloro che hanno sostenuto il provvedimento. "Con il voto di oggi, manteniamo una promessa: l’Italia si è dotata di una legge organica sul recupero delle eccedenze e sulla loro donazione per solidarietà sociale".
Grande soddisfazione anche da parte del governo che, per voce del Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, ha dichiarato che "questa legge è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. È una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento che conferma l’Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. Con questa legge ci avviciniamo sempre di più all’obiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi".
Giudizio molto positivo anche da parte del mondo non profit. Marco Lucchini, Direttore Generale della Fondazione Banco Alimentare, ha sottolineato che "la legge è un’arma in più per continuare nel nostro impegno e aumentare l’aiuto offerto ogni giorno dal Banco Alimentare a oltre 8.000 strutture caritative che assistono 1.560.000 bisognosi di cui quasi 135.000 bambini". Secondo Lucchini "la legge è un ottimo esempio di applicazione del principio di sussidiarietà con un progetto che nasce da una fattiva collaborazione tra Istituzioni, filiera agroalimentare e terzo settore, sviluppato grazie al lavoro del tavolo indigenti del Ministero delle politiche agricole, che grazie a questa legge avrà una dotazione di ulteriori 2 milioni di euro da destinare all’acquisto di beni alimentari per i poveri in Italia".
La legge riguarderà le competenze di ben tre Ministeri – Agricoltura, Ambiente e Salute – e interverrà lungo tre direttrici principali: semplificazione, sicurezza alimentare e fiscalità. Per approfondire i contenuti del provvediemento rimandiamo al dettagliato articolo di Chiara Lodi Rizzini, scritto all’indomani dell’ok di Montecitorio.
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