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La Camera ha approvato la proposta di legge per il contrasto allo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la donazione e la distribuzione dei prodotti per fini di solidarietà sociale. Il testo, approvato dall’Aula di Montecitorio con 276 voti a favore, nessun contrario e 106 astenuti, passa ora al Senato per l’approvazione definitiva. La legge, presentata dall’on. Maria Chiara Gadda, si presenta come un provvedimento complesso poiché riguarda le competenze di ben tre Ministeri (Agricoltura, Ambiente e Salute) e contiene anche una parte fiscale molto dettagliata. Di seguito vi raccontiamo i principali contenuti del testo, che punta in particolare su tre dimensioni: semplificazione, sicurezza alimentare e fiscalità. 


Semplificazione

La legge contiene una serie di misure che, semplificando requisiti e procedure, dovrebbero incentivare le donazioni e ridurre gli sprechi. Ad esempio, le associazioni di volontariato che sostengono gli indigenti potranno recuperare i prodotti che rimangono a terra durante il raccolto; il pane invenduto potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione; verrà dato più spazio alle produzioni a “chilometro zero”, che dovranno essere promosse dal Ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi, ed è prevista la possibilità di distribuire beni alimentari confiscati, che oggi esiste già ma è a discrezione dei magistrati.

Saranno maggiromente coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano potranno infine essere cedute per il sostegno vitale di animali e per la destinazione ad autocompostaggio o a compostaggio di comunità con metodo aerobico.

Per quanto riguarda i soggetti che possono ritirare e distribuire le eccedenze, la legge aggiunge alle Onlus anche tutti gli enti pubblici e i privati non profit che «promuovono e realizzano attività d’interesse generale anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità».

 

Sicurezza

Pur puntando a semplificare le procedure per la donazione, la legge non rinuncia al rispetto delle norme igienico-sanitarie e alla tracciabilità “per garantire che ai poveri arrivi cibo buono", come ha spiegato Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali. Gli operatori del settore alimentare che effettuano le cessioni gratuite, dovranno infatti garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti in linea con le norme europee, e sono quindi considerati responsabili del mantenimento dei requisiti igienico-sanitari dei prodotti alimentari fino al momento della cessione.

Il provvedimento definisce quindi per la prima volta nell’ordinamento italiano i termini di "eccedenza" e "spreco" e fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza. Ad esempio si potranno donare anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze.

 

Sgravi fiscali

Chi dona, inclusi i soggetti della grande distribuzione, non solo potrà fare semplicemente una dichiarazione consuntiva a fine mese – attualmente va fatta 5 giorni prima della cessione – ma avrà agevolazioni fiscali e potrà ottenere uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato. Per un quantitativo donato inferiore ai 15.000 euro sarà inoltre possibile non effettuare dichiarazioni. Il testo, inoltre, dà ai Comuni la facoltà di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti per le utenze non domestiche relative ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari e che a titolo gratuito li cedono, direttamente o indirettamente, alle persone in condizioni di bisogno o per l’alimentazione animale.

Marazziti ha spiegato inoltre come la legge “chiarisce che le donazioni sono atti liberali, e non scorciatoie per mettere in atto qualsivoglia pratica di evasione fiscale” . Rispetto alla legge francese, che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta dunque sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica, per superare le difficoltà che molti donatori incontrano.

 

Comunicazione e informazione

Secondo la Commissione Europea circa il 42% dello spreco prodotto ogni anno nei Paesi europei avviene a livello di consumo domestico. Per questa ragione, al fine di accrescere la consapevolezza dei cittadini, la legge dispone che la Rai assicuri un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all’informazione e alla sensibilizzazione su comportamenti e misure idonei a ridurre gli sprechi alimentari, energetici o di altro genere. E’ poi prevista la promozione di campagne nazionali di comunicazione dei dati raccolti in tema di recupero alimentare e riduzione degli sprechi da parte dei Ministeri coinvolti, nonché di campagne informative per incentivare la prevenzione nella formazione dei rifiuti.

 

Nuovi fondi in arrivo

Il provvedimento rifinanzia con 2 milioni di euro il Fondo già esistente per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti (che opera da un paio di anni, con risorse inferiori, mettendo insieme grande distribuzione, industria, enti caritativi e organizzazioni agricole) e istituisce presso il Ministero dell’Agricoltura un nuovo Fondo da 1 milione di euro all’anno per tre anni (2016-2018) destinato a finanziare progetti innovativi sulla riduzione degli sprechi, con particolare attenzione alla produzione di imballaggi riutilizzabili o riciclabili – il “packaging intelligente antispreco” – con la possibilità di coinvolgere i volontari del Servizio civile nazionale. Infine, un altro milione di euro all’anno a partire dal 2017 verrà destinato al Fondo del Ministero dell’Ambiente per ridurre i rifiuti alimentari promuovendo, tra l’altro, l’uso di contenitori per portarsi a casa gli avanzi dai ristoranti.

 

Anche i farmaci

La proposta di legge apre anche alla cessione dei medicinali non utilizzati, correttamente conservati e non scaduti alle Onlus che dispongono di personale sanitario, un’assoluta novità rispetto ad altre leggi, come quella francese.

 

Le reazioni

“Siamo felici per l’approvazione della legge Gadda, un progetto che nasce dalla collaborazione tra istituzioni, filiera agroalimentare e terzo settore” – commenta Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare. “Nello scorso anno abbiamo distribuito 85.000 tonnellate di alimenti e oltre 1 milione di piatti pronti di cibo cotto. Con questa legge abbiamo un’arma in più per continuare il lavoro di questi 25 anni e aumentare l’aiuto che diamo ogni giorno a oltre 8.000 strutture caritative che assistono 1.560.000 bisognosi di cui quasi 135.000 bambini".

“Possiamo essere fieri di questa proposta di legge – ha affermato l’onorevole Elena Carnevali – perché dopo la Francia anche l’Italia ha una legge per contrastare lo spreco, con un approccio meno punitivo e sanzionatorio, ma più centrato su incentivi e crescita culturale, per rendere questa nostra nazione un po’ più giusta, solidale e civile”.