Percorsi di secondo welfare è lieto di pubblicare il Working Paper 3/2018 della collana 2WEL, a cura di Laura Crescentini, Franca Maino e Tiziana Tafaro. Il paper si propone di definire i contorni di un nuovo modello di copertura della non autosufficienza che permetta di affrontare le attuali difficoltà del nostro sistema di welfare. In tal senso sono fornite alcune indicazioni circa le diverse componenti del modello, i possibili attori e le relative relazioni che lo compongono, i costi e le relative coperture, nonché i necessari interventi legislativi necessari ad implementarlo correttamente. Una prima versione del working paper è stata presentata nel corso del Convegno SISP 2018 nella Sessione 10.7, La sfida dell’innovazione sociale nelle politiche di Long Term Care: trasformazioni di policy e dinamiche di politics; la presente versione è stata rivista alla luce dei commenti provenienti dai partecipanti ai lavori.


Autrici

Laura Crescentini, Attuario, dopo quasi 15 anni di esperienza nel settore del Welfare presso il Mnistero del Lavoro, rappresentato anche in sede UE, dal 1996 è Coordinatore Tecnico di Assoprevidenza, Associazione Italiana per la previdenza e assistenza complementare e Membro del Consiglio di amministrazione dell’AEIP, Associazione Europea delle Istituzioni Paritetiche. È membro della Commissione Sanità dell’Ordine degli Attuari. È stata membro del CdA di EPAP, Ente di previdenza pluricategoriale e di EMAPI, Fondo sanitario per l’assistenza dei professionisti italiani. È membro del Comitato Tecnico Scientifico di Itinerari Previdenziali e dello Stakeholder Committee del progetto di ricerca InnovaCAre.

Franca Maino è Direttrice del Laboratorio di ricerca Percorsi di secondo welfare ed è Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, dove insegna Politiche Sociali e del Lavoro e Social Innovation e Welfare Mix. È membro del Comitato di redazione di Stato e Mercato e della Rivista Italiana di Politiche Pubbliche. È membro del Comitato scientifico della Fondazione Welfare Ambrosiano e del Comitato scientifico di Assoprevidenza. È membro del Gruppo di Ricerca 1 del progetto di ricerca InnovaCAre.

Tiziana Tafaro, laureata nel 1990 in Scienze Statistiche e Attuariali presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è iscritta all’Albo Nazionale degli Attuari dal 1991. Socio effettivo dell’Associazione Internazionale degli Attuari, è Consigliere di Amministrazione dell’EPAP (Ente di Previdenza e Assistenza Pluricategoriale). È docente a contratto per la cattedra di Tecnica attuariale delle assicurazioni sociali all’Università degli Studi del Sannio di Benevento per gli anni 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019. Collabora come docente ai Master Prevcomp organizzati da Mefop e Università della Tuscia in materie previdenziali e di contabilità attuariale. Dal 2018 è welfare specialist presso lo Studio Crenca & Associati.


Abstract

L’Unione europea ha recentemente ribadito, nell’ambito dell’iniziativa circa il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, l’esigenza di rinnovamento dei sistemi di welfare per realizzare risposte efficaci a nuovi bisogni, a tal fine incoraggiando strategie di innovazione sociale. In Italia ciò è particolarmente vero con riferimento al problema della non autosufficienza: siamo uno dei Paesi più longevi al mondo, ma la qualità della vita in termini di buona salute e/o limitazioni funzionali non è altrettanto confortante. La risposta sia pubblica che privata continua ad essere nettamente inadeguata sotto il profilo quali/quantitativo: frammentazione disorganizzata di interventi con conseguente rischio di inappropriatezza delle prestazioni, dispersione delle già scarse risorse e attribuzione alle famiglie dell’onere organizzativo e in gran parte di quello economico dell’assistenza. Lo studio intende definire i contorni di un possibile nuovo modello di copertura della non autosufficienza basato su una logica di welfare life-cycle che superi la rigida struttura a silos che caratterizza il vigente sistema di welfare, fornendo indicazioni circa la sua concreta fattibilità, in particolare individuando le diverse componenti del modello; possibili attori e relative relazioni; i costi e le relative coperture; i necessari interventi legislativi. L’analisi sarà condotta nel rispetto dei seguenti principi: a) approccio multidimensionale integrato, che realizzi sinergie fra servizi sanitari e sociali, professionalità diverse, diversi attori pubblici e privati, profit e non profit; b) approccio culturale focalizzato non sulla malattia ma sulla persona e il suo progetto di cura e di vita sotto il profilo clinico ma anche con riferimento al contesto familiare, economico, ambientale. Il fine è la definizione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) personalizzati che coinvolgano attivamente non solo il paziente, ma anche i caregiver di riferimento. La sua realizzazione deve rispondere a criteri di flessibilità e modularità, con focus sul differenziale fra intervento delineato dal PDTA e intervento pubblico, tenendo conto della diversa declinazione territoriale e delle diverse capacità di spesa dei soggetti interessati; c) valorizzazione del momento collettivo e della bilateralità quali elementi di contenimento di costi e ampliamento dei tradizionali perimetri di copertura.