Gli annali di Percorsi di secondo welfare raccolgono i Working Paper della collana 2WEL pubblicati dal Laboratorio nel corso di uno specifico anno.

Gli annali raccolgono dunque documenti che approfondiscono come sta cambiando il welfare italiano, offrendo diversi punti di osservazione utili a inquadrare dinamiche, opinioni ed esperienze che riguardano il secondo welfare, argomento per sua natura ampio e articolato, nelle sue diverse sfaccettature e dimensioni.

Il documento relativo al 2021, curato da Franca Maino si compone di sette working paper. Il primo scritto da Maria Felicia Gemelli, Graziano Maino e Eleonora Vanni dà conto degli esiti di un cantiere di ricerca partecipata (SEnt – Social Enterprise) volto a definire i requisiti essenziali di una filiera integrata di servizi di cura alla persona in condizione di fragilità. Il secondo, di Valentino Santoni e Franca Maino, racconta il percorso avviato dal Gruppo CGM per innovare l’offerta dei servizi predisposti dai consorzi e dalle cooperative a esso associate, nel campo del welfare aziendale. Il terzo, di Michele Bianchi, affronta il tema delle cooperative di comunità, realtà impegnate a soddisfare i bisogni socio-economici di specifici territori grazie a reti collaborative nate dal basso e formate da diversi stakeholder locali. Nel quarto, Alessandro Tolomelli indaga l’impatto del lockdown della primavera 2020 sui Laboratori di Comunità realizzati a Bologna dal 2014, con l’obiettivo di promuovere l’incontro di persone con dimora e senza dimora. Nel quinto, Roberta Caragnano e Ivan Drogo Inglese riflettono sul ruolo che il welfare del patrimonio può avere nel quadro della ripresa post-pandemica. Marco Cau e Viola Petrella, nel sesto working paper, raccontano invece l’esperienza di progetto svoltosi nella provincia di Pavia che ha portato alla sperimentazione di un processo partecipato di progettazione degli spazi scolastici. Infine, nel settimo, Marianna Chirivì e Grazia Moffa approfondiscono i limiti del Reddito di Cittadinanza con riferimento alla popolazione straniera ed evidenziando, in particolare, la discrepanza tra lo stereotipo dei cittadini stranieri che sfruttano il welfare pubblico e il loro effettivo ricorso al sistema di protezione sociale.

 

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