Il cosiddetto Patto della Fabbrica, l’accordo raggiunto di recente da Confindustria e sindacati, segna un passo importante nello sviluppo delle relazioni industriali, specie per quanto riguarda il tema del welfare aziendale. Finora la discussione in materia di welfare aveva visto l’emergere di zone d’ombra causate soprattutto dalla mancanza di un’unica regia sul tema, sebbene proprio Confindustria e sindacati avessero cercato negli anni di colmare alcune lacune, pianificando interventi tesi a semplificare il sistema esistente e armonizzandolo via via alle nuove normative.
L’intesa raggiunta dalle parti lo scorso 10 marzo mira a fissare alcune linee di indirizzo per la contrattazione collettiva su materie che interessano da vicino tutti i lavoratori: la previdenza complementare, l’assistenza sanitaria integrativa, la tutela della non autosufficienza, le prestazioni di welfare sociale e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Il Patto della Fabbrica ha quindi l’obiettivo di garantire ed estendere l’universalità delle tutele.
Negli ultimi anni, infatti, la crisi economica ha messo a dura prova il sistema generale del welfare statale ed è anche compito delle imprese e dei sindacati lavorare in sinergia nell’affiancare lo Stato – senza sostituirsi ad esso, si badi bene – per far fronte alle sfide del prossimo futuro e far sì che le fondamentali esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie non cadano inascoltate. Il welfare aziendale, non dimentichiamolo, è uno strumento di indubbio valore da questo punto di vista.
Patto della Fabbrica: novità per il welfare aziendale
Gregorio Fogliani, Formiche.net, 22 marzo 2018