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Nella notte del 5 febbraio Federmeccanica – Assistal, FIOM Cgil, FIM Cisl e UILM hanno raggiunto l’intesa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore metalmeccanico, scaduto a fine 2019. 

Nuovi inquadramenti e aumenti: i principali contenuti dell’accordo

La novità probabilmente più importante del rinnovo contrattuale, che sarà valido fino al 30 giugno 2024, riguarda la riforma dell’inquadramento professionale del settore, che rimette in ordine le categorie di lavoratori definite dall’accordo alla scopo di modernizzare il sistema di classificazione e quello di valutazione della professionalità. Il CCNL prevede inoltre un aumento salariale che va da 100 euro a 112 euro sui minimi contrattuali e un rafforzamento di alcuni istituti sempre più rilevanti nell’attuale mondo del lavoro: formazione, contrasto alla violenza di genere e smart working

Welfare: confermati i flexible benefit 

Per quanto riguarda il welfare, il CCNL ha confermato la presenza dei flexible benefit (sai di cosa si tratta? Qui è possibile approfondire il concetto di flexible benefit nell’ambito del welfare aziendale). Ognuno dei circa 1,5 milioni di lavoratori del settore avrà diritto a ricevere 200 euro annui da poter spendere in beni e servizi definiti dalla normativa che regolamenta il welfare aziendale. Le aziende potranno poi rafforzare questo strumento attraverso la contrattazione di secondo livello.  Si tratta di una conferma importante in quanto, come vi abbiamo raccontato a suo tempo, il contratto per l’industria metalmeccanica è stato il primo nel nostro Paese ad aver previsto un intervento obbligatorio in questo campo: già l’ultimo rinnovo contrattuale del 2016 aveva infatti introdotto i flexible benefit.


Previdenza complementare e sanità integrativa

Altre novità arrivano poi dalla previdenza complementare. Come ci ha spiegato il Segretario Generale di FIM Cisl Roberto Benaglia "il rinnovo contrattuale prevede un aumento della contribuzione verso il fondo Cometa – che passa dal 2% al 2,2% – esclusivamente per gli under 35. Come Cisl crediamo che questo servirà a rafforzare l’istituto della previdenza complementare soprattutto tra i più giovani, che hanno ancora quote di iscrizione al Fondo molto base". Rimangono invariati invece i contributi destinati al fondo sanitario Metasalute (13 euro al mese a totale carico dell’azienda). "Per quanto riguarda la sanità integrativa, le parti sociali si incontreranno nei prossimi mesi per trovare nuove opportunità. In futuro potremmo, ad esempio, impegnarci per cercare di estendere le coperture offerte da Metasalute anche ai lavoratori in pensione", conclude Benaglia.