Il percorso di formazione iniziato ormai lo scorso anno dalla Rete di Conciliazione di Pavia continua, e affronta temi sempre nuovi. Lo scorso 19 febbraio è stata la volta dei sindacati, della contrattazione decentrata e del ruolo delle relazioni industriali nell’ambito dello sviluppo di progetti locali e regionali. Come sempre, con la presenza di testimoni chiamati a raccontare novità, best practice e punti di vista. Per aggiungere un “tassello” al dibattito su welfare locale e conciliazione famiglia-lavoro.
Un vero peccato che le condizioni metereologiche abbiano “bloccato” all’ultimo Fulvia Colombini, della segreteria regionale della Cgil, impedendole di raggiungere gli altri due ospiti della mattinata: Paola Gilardoni della segreteria regionale della Cisl e Alberto Donferri, responsabile del settore agroalimentare della Segreteria UIL Milano. Il risultato? Una lezione tenuta da sindacalisti di esperienza e attivamente “partecipata”, grazie agli interventi dei numerosi presenti.
Sono ormai in tanti – manager, giornalisti, accademici e politici – a discutere di welfare aziendale, ricordando il ruolo cruciale delle politiche di conciliazione tra lavoro e vita familiare per favorire l’occupazione femminile e la produttività delle nostre aziende. Come si pongono i sindacati – coloro che operano “in prima linea” – rispetto alla definizione delle integrazioni contrattuali di welfare? Quali prospettive e quali limiti riscontrano durante la loro attività quotidiana?
Il seminario si è aperto con i saluti e l’introduzione ai lavori di Laura Canale, che ha proposto la prima grande riflessione della giornata rispetto al tema della conciliazione famiglia-lavoro. Due sono le possibili strade – parallele o incrociate – per favorire il coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro e, più in generale, il benessere delle famiglie. Da un lato la “defamilizzazione” attraverso strumenti come voucher, convenzioni, e la fornitura di servizi professionali al fine di “esternalizzare” l’onere della cura alimentando il crescente mercato dei servizi alla persona. Dall’altro invece la “familizzazione”, attraverso soluzioni per una maggiore flessibilità del lavoro come congedi, part-time e tele-lavoro per consentire ai lavoratori di occuparsi personalmente dei bisogni della propria famiglia. Certo la prima via richiede risorse finanziarie, mentre la seconda tempo e sforzo organizzativo. Che sia un mix a poter migliorare la vita delle persone? Un dibattito che dovrebbe sempre partire – precisa la Canale – dall’idea della conciliazione come un “gioco win-win”, in cui i collaboratori stanno meglio e di conseguenza lavorano meglio, e il datore di lavoro guadagna in clima aziendale, produttività, qualità del lavoro svolto.
Pur mantenendo visioni distinte circa il ruolo della contrattazione aziendale e territoriale, entrambi i rappresentanti hanno concordato nel definire cruciale il livello decentrato. Che però – precisa Donferri – non deve indurre a “perdere di vista” l’importanza della contrattazione a livello nazionale che ne è alla base. E’ stato poi menzionato l’attore pubblico, che in alcuni casi è l’unico possibile interlocutore per le parti sociali.
Parlando poi di opportunità di finanziamento come i bandi pubblici per il welfare (abbiamo recentemente parlato del Bando 2013 di Regione Lombardia), Alberto Donferri si è detto stupito della diffidenza di alcune aziende rispetto a questi strumenti. Il management aziendale concorda spesso con la parte sindacale interventi per i lavoratori indipendentemente dalla presenza di finanziamenti pubblici e – pur conoscendo e richiamandone l’applicabilità – non sembra interessato a sfruttare l’occasione. Le problematiche sollevate dalle aziende riguardano per lo più le tempistiche del settore pubblico e la lentezza burocratica, che non consentirebbero di chiudere gli accordi in tempi ragionevoli. Rilevano inoltre la difficoltà e lo spreco di tempo e risorse per completare le pratiche burocratiche, talvolta troppo complesse. Da un lato, quindi, l’orgoglio di “fare da soli” e mettere un proprio budget a disposizione dei lavoratori. Dall’altro la difficoltà per l’azienda – specialmente se di piccole dimensioni – a comprendere il funzionamento e gestire efficacemente gli aspetti burocratici.
La diffidenza da parte delle aziende private rispetto all’accesso al contributo pubblico – continua Paola Gilardoni – non è cosa nuova. I tempi e la complessità – talvolta stimati eccessivi ancor prima di aver preso in considerazione l’eventualità di partecipare – scoraggiano il sistema imprenditoriale. Nonostante il sindacato cerchi di intervenire proponendosi persino, in più di una occasione, di redigere il progetto da presentare, il grande assente è costituito dalle associazioni di categoria. Queste dovrebbero sempre favorire il ricorso ai bandi, sia diffondendone l’informazione che attraverso la fornitura di aiuti “pratici” e consulenze per la partecipazione.
Ciò nonostante, il contributo “esterno” rimane una “leva” che stimola, ma non costituirà mai la determinante dell’intervento aziendale. La “miccia” è sempre la volontà, condivisa con la parte sindacale, di dare vita a un nuovo sistema. Certo, con l’ingresso di nuove risorse i bandi possono costituire importanti strumenti per l’ampliamento e la continuità nel tempo dei servizi studiati.
Gilardoni e Donferri hanno lungamente raccontato esperienze – che hanno spesso coinvolto tutte le sigle sindacali – di contrattazione all’interno delle aziende lombarde, descrivendone i passaggi e le difficoltà di volta in volta riscontrate. Tra i contratti innovativi, menzionati nomi noti come Ferrero, Lindt, e Sanpellegrino, ma anche realtà di ambito locale come il Consorzio Consolida di Lecco e l’Ospedale San Matteo di Pavia.
Un altro tema trattato dai relatori è stato quello del necessario adeguamento dei sindacati e dei sindacalisti alle nuove esigenze del mercato del lavoro, per migliorarne l’efficienza e l’utilizzo delle risorse, e ampliarne la capacità di rappresentanza. Dopo il richiamo di Paola Gilardoni al grande lavoro interno alla Cisl – iniziato ormai da tempo – di ristrutturazione e “snellimento” dell’assetto organizzativo, anche Donferri ha sottolineato come un simile tentativo di razionalizzazione del lavoro e riorganizzazione degli uffici a livello territoriale sia in atto anche all’interno della Uil.
La Gilardoni ha poi concluso con una promessa: quella di continuare come sindacato a studiare e approfondire con determinazione il welfare aziendale. Per comprenderne potenzialità e utilizzi, e diventare così un valido interlocutore per l’azienda rispetto a temi più tecnici, come ad esempio quello delle agevolazioni fiscali previste per l’introduzione di beni e servizi per i lavoratori. Anche su un versante più squisitamente politico, è importante che il sindacato sappia “muoversi” all’interno del recente dibattito sulle agevolazioni fiscali per il welfare aziendale, poiché si tratta di un tema attuale e naturalmente collegato a una precisa visione politica.
Concludiamo con una importante novità da “monitorare”: nella piattaforma del contratto dei lavoratori in somministrazione si discute l’introduzione di un fondo bilaterale per la previdenza integrativa dei lavoratori somministrati. Un fondo mutualistico che interviene in tutti i casi in cui il contributo previdenziale dovesse venire meno, e che si aggiungerebbe al fondo bilaterale per la formazione – finanziato dai contributi del datore di lavoro – già avviato per i lavoratori somministrati. Il tentativo è sempre lo stesso: trovare – attraverso la contrattazione – meccanismi per estendere le tutele a tutti quei “nuovi” lavoratori che non sono coinvolti nel sistema di tutela “tradizionale”.
Il prossimo seminario di formazione della Rete di Conciliazione di Pavia si terrà il 19 marzo. Questa volta si parlerà di aziende e con le aziende, per approfondire il tema della Responsabilità Sociale d’Impresa. Tra gli ospiti attesi, le aziende ATM, SEA, Nestlè e Luxottica.
Riferimenti
Piattaforma Rinnovo CCNL Lavoratori in Somministrazione
Per sapere di più sulla La Rete territoriale per la conciliazione famiglia-lavoro di Pavia
Il prossimo incontro della Rete di Pavia: “La Responsabilità Sociale d’Impresa: i perché e i come”