La storia è sempre la stessa e comincia da lontano. E’ quella dei grandi annunci strombazzati ai media. Poi l’oblio. Le promesse disattese. In altri tempi la levata popolare non si sarebbe fatta attendere, così come l’onda di classe, di lobby o categoria. Invece non accade nulla. Precari i sistemi, precaria anche la protesta. E mentre “Internazionale” dedica una sua copertina a quell’esigenza di welfare che naturalmente sta investendo i politici di mezza Europa, qui nel Belpaese si resta immobili.
Il caso italiano fa scuola. Un Governo che annuncia, ormai quasi due anni fa, una rivoluzione copernicana del non-profit. Seguono clamori, consultazioni (più o meno efficaci), discussioni (soprattutto sul tema dell’impresa sociale percepito come elemento di pericolo per il semplice fatto d’essere stato il vero innesco di quel processo di rivisitazione), poi l’arrivo di una tanto attesa bozza di legge, il passaggio travagliato alla Camera (con i suoi circa 500 emendamenti) e infine il passaggio in Senato dove il tutto si arresta ( con ulteriori 700 emendamenti). Mentre per Renzi e per il Governo tutto sarebbe dovuto andare a posto per il 2015.
Welfare e Governo, ci eravamo tanto amati. Non profit, riforme e investimenti fermi al palo
Luca Mattiucci, Corriere Sociale, 26 novembre 2015