Per coloro che lavorano come dipendenti di un’associazione di volontariato o ricoprono un ruolo all’interno di enti che hanno una missione sociale parole come “aumento di stipendio” o “avanzamento di carriera” sono spesso dei tabù.
Le condizioni salariali di chi opera in questo settore sono infatti spesso penalizzanti rispetto a quelle previste ad esempio in quello privato, nonostante i carichi di lavoro, responsabilità e competenze siano equivalenti.
Una tendenza che ostacola la diffusione di quelle professionalità e di quello sviluppo di capitale umano necessari invece per la crescita e la solidità del settore.
I’m leaving the charity sector because I’m tired of being underpaid, The Guardian, 23 agosto 2015