Come già sappiamo da tempo, a causa di procedure complesse, tempi stretti e mancanza di competenze nella pubblica amministrazione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è sempre più in ritardo rispetto alla tabella di marcia concordata con l’Europa. Secondo Welfare lo mete in evidenza, ad esempio, monitorando mensilmente i dati sui bandi analizzati Il Punto sul PNRR, e più in generale anche segnalando attraverso la serie MementoPNRR l’andamento complessivo degli stanziamenti e l’approvazione delle riforme necessarie allo sblocco delle tranche, ma anche raccontando alcune esperienze in cui il Piano nonostante tutto sembra funzionare.
In questo quadro ci fa piacere segnalare il report “Il Pnrr, le politiche sociali e il terzo settore” realizzato da Openpolis in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo Settore, in cui viene approfondito se e come il PNRR stia generando impatto sociale, in particolare analizzando le iniziative a favore di anziani non autosufficienti, persone con disabilità e senza fissa dimora.
I principali dati
Lo studio ricorda anzitutto l’enorme mole di fondi assegnati all’Italia nell’ambito del piano europeo Next Generation EU attraverso il PNRR: 191,5 miliardi di euro proveniente dal livello europeo, a cui vanno aggiunti 30,6 miliardi di euro stanziati dal nostro Paese con il cosiddetto l fondo complementare.
Tra le misure del Piano, spiegano quindi Openpolis e il Forum, 58 sono quelle che possono vedere un coinvolgimento diretto del mondo del Terzo settore. Si tratta di ambiti che, se messi insieme, hanno un valore complessivo di oltre 40 miliardi di euro.
In particolare, il documento evidenzia come siano previsti tre investimenti del PNRR per potenziare gli interventi a sostegno delle persone più fragili dal punto di vista socio-economico. In questo campo ad oggi sono 2.036 i progetti finanziati definitivamente, 89 in meno rispetto a quelli inizialmente previsti. Per il contrasto all’esclusione sociale, sono stati stanziati 405 milioni di euro per i soggetti senza fissa dimora a Comuni e Ats. Alla Lombardia vanno circa 68,5 milioni, al Lazio 56,6, all’Emilia Romagna 35,5 e alla Campania 35 milioni. Al sud andrà il 29% delle risorse.
Un osservatorio sul ruolo del Terzo Settore
Secondo la portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore Valeria Pallucchi, il Piano “andrebbe gestito nel modo migliore e più trasparente possibile, consentendo a tutti i cittadini di sapere se e come vengono impiegate le risorse”. Questo alla luce del fatto che sono “in parte a prestito, e quindi graveranno sulle spalle delle nuove generazioni”. Perché questo avvenga appare necessario “mobilitare tutte le energie del Paese, e fra esse gli enti del Terzo Settore. Uno dei passaggi obbligati diviene quindi quello di monitorarne l’attuazione“.
Il Forum Nazionale Terzo settore e la Fondazione Openpolis hanno quindi deciso di avviare il progetto di monitoraggio delle riforme e degli investimenti del PNRR, prestano attenzione alle misure di interesse per gli enti del Terzo Settore e pubblicando un rapporto annuale su un sito web dedicato.
Secondo Pallucchi, “il desiderio è anche di comprendere se e in quale maniera sono stati coinvolti gli enti del Terzo settore nella progettazione e nella attuazione delle varie misure”. Tra le oltre 300 misure del PNRR e le oltre 1.000 scadenze per la loro realizzazione entro il 2026, sono state quindi selezionate circa 60 misure di interesse per gli enti Terzo Settore, sia perché toccano temi di particolare rilevanza per la vita dei cittadini, sia perché possono vedere coinvolti gli enti stessi nella loro realizzazione.