Il Covid-19 ha avuto un impatto fortemente negativo sul fatturato e sugli utili degli Enti del Terzo Settore lombardi. A causa della crisi pandemica si stima infatti che una parte importante del non profit della regione abbia bruciato oltre 3,3 miliardi di euro nel 2020 e che molte delle organizzazioni che stanno subendo perdite non riescano a garantire la continuità dei propri servizi, con danni incalcolabili per i cittadini. Soprattutto quelli più fragili.
A dirlo è la pubblicazione “L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore. Prime stime sui dati delle candidature al Bando LETS GO!”, frutto di una ricerca realizzata da Fondazione Cariplo in collaborazione con l’Istat per fotografare lo stato salute del sistema non profit in Lombardia e nelle province piemontesi di Novara e del VCO (il territorio operativo di Cariplo). I dati raccolti nel volume appaiono particolarmente allarmanti e dovrebbero destare l’attenzione non solo delle autorità regionali ma anche di quelle nazionali. L’impatto della pandemia sul Terzo Settore lombardo infatti, con ogni probabilità, rappresenta la cartina tornasole di un fenomeno diffuso lungo tutta la penisola che chiede risposte urgenti, strutturate e trasversali.
Metodologia e campione
L’analisi condotta dall’Osservatorio di Fondazione Cariplo si basa sulle informazioni fornite dalle organizzazioni del Terzo Settore che hanno partecipato a LETS GO!, il bando promosso nel giugno 2020 da Fondazione Cariplo – in collaborazione con Fondazione Vismara e con il sistema delle fondazioni di comunità – per aiutare le organizzazioni non profit in difficoltà economica a causa del Covid-19. Oltre a garantire sostegno economico a 393 organizzazioni in difficoltà a causa degli effetti della pandemia grazie allo stanziamento di 15,5 milioni di euro, il bando ha infatti permesso di ottenereindicazioni utili per comprendere lo stato di salute del Terzo Settore regionale. Attraverso il modulo di candidatura sono stati raccolti i dati di 1.400 Enti di Terzo Settore (ETS) che hanno permesso di valutare la vulnerabilità e il grado di fragilità economica generati dalla pandemia, la tipologia dei servizi e dei destinatari e il relativo impatto della crisi su di essi.
Poiché il bando LETS GO! prevedeva alcuni criteri di accesso (le organizzazioni partecipanti dovevano operare in alcuni settori predefiniti, dovevano essere già state finanziate dalla Fondazione o dagli altri promotori e non aver subito perdite sistematiche negli ultimi anni) il campione dell’indagine non può essere considerato rappresentativo di tutti gli ETS lombardi. Attraverso il contributo metodologico dell’Istat è stato tuttavia possibile ridurre le distorsioni statistiche e, dunque, ottenere una serie di indicazioni utili a comprendere la situazione del mondo non profit nella regione.
Il rapporto spiega che i dati raccolti possono essere considerati rappresentativi del comparto “più professionalizzato” del Terzo Settore, cioè 33.000 enti che rappresentano il 38% di quelli rilevati dall’Istat in Lombardia e Piemonte nel 2018 ma che impiegano oltre il 76% dei lavoratori dipendenti del settore, pari a circa 200.000 persone (figura 1).
Figura 1. Inquadramento generale del campo di indagine
Fonte: L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore.
L’impatto del Covid-19: le perdite stimate
Il Rapporto illustra come nel trimestre marzo-maggio 2020 gli ETS abbiano registrato un forte peggioramento del saldo tra ricavi e costi rispetto all’anno precedente (Figura 2). Se già nel 2019 la differenza fra queste voci era mediamente negativa (-18 mila euro), nel 2020 il saldo è sceso ulteriormente fino a -29 mila euro, con un peggioramento pari al 63% del dato di partenza. In termini assoluti, per l’intero insieme di enti analizzato la perdita aggiuntiva del trimestre è stimabile in circa 375 milioni di euro, portando il valore complessivo della perdita trimestrale a circa 971 milioni di euro.
Figura 2. Differenza fra ricavi e costi nel trimestre marzo-maggio: confronto 2019-2020
Fonte: L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore.
A fare impressione è anche il confronto con l’andamento del settore nel periodo 2017-2019, durante il quale i proventi annui degli ETS risultavano passati da una media di 348 mila euro a 382 mila euro. Se il trend del triennio precedente fosse proseguito anche nel 2020, sostiene la ricerca, gli ETS avrebbero aumentato i propri incassi sfiorando i 400 mila euro medi. In base ai dati raccolti, nell’anno della pandemia i proventi medi sono invece crollati a 301 mila euro, con un peggioramento stimato in circa 98 mila euro rispetto alle attese pre-crisi e di oltre 80 mila euro rispetto ai risultati del 2019. In valore assoluto, per l’intero settore, la riduzione dei proventi rispetto alla media all’attesa pre-crisi è stimata in circa 3,3 miliardi di euro. In termini percentuali, la riduzione stimata rappresenta all’incirca il 27% del fatturato medio annuo del triennio.
Figura 3. Variazione dei proventi medi annui: confronto 2017-2020
Fonte: L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore.
Per quel che riguarda le previsioni rispetto al risultato di fine anno (si ricorda che i dati sono stati raccolti nella prima parte del 2020), il 65% degli enti dichiarava di attendersi una perdita nel 2020; nel 2019 erano il 29%. E se nel periodo 2017-2019 il risultato netto di esercizio era in media positivo e pari a circa 5 mila euro, nel 2020 si stima una perdita media per organizzazione di circa 30 mila euro. In valore assoluto, per l’intero settore, la perdita è stimabile in circa 1 miliardo di euro, pari all’8,2% del patrimonio netto complessivamente accumulato dagli ETS considerati a fine 2019.
Figura 4. Percentuale di enti in perdita: confronto 2017-2020
Fonte: L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore.
Le strategie per affrontare la crisi e i rischi di tenuta del sistema
Circa il 42% degli ETS avrebbe modificato o re-inventato la propria attività per evitarne la sospensione durante il lockdown. Le organizzazioni hanno scelto di adottare sia strategie di reazione “attive” – nuovi investimenti, riconversione della produzione, rimodulazione dei servizi, accelerazione della trasformazione digitale – che scelte più tradizionali – come l’accesso alla cassa integrazione, l’attivazione di altre misure di sostegno o la richiesta di donazioni. Gli enti che hanno adottato almeno una strategia attiva sono quasi 30.500 (92%) mentre gli ETS che hanno attuato solo strategie di tipo attivo sono circa 7.800 (24%).
Ciononostante, le stime fatte da Fondazione Cariplo rilevano l’esistenza di un rischio elevato per la continuità operativa di alcuni ETS. I dati raccolti a fine giugno indicano infatti che circa un quarto dei posti di lavoro era a rischio, in particolare per gli enti le cui attività risultavano sospese a causa delle limitazioni imposte per evitare la diffusione del virus.
L’interruzione o la riduzione delle attività degli ETS, inoltre, sta avendo ripercussioni anche sugli utenti dei servizi. La ricerca evidenzia come sia quasi impossibile calcolare quanti servizi siano tuttora a rischio di interruzione e quanti utenti sono stati o saranno danneggiati da queste interruzioni, ma non è difficile immaginare che le ripercussioni più gravi interesseranno le fasce più deboli della popolazione.
Un monito per tutti
I dati sul Terzo Settore lombardo raccolti da Fondazione Cariplo indicano una situazione complicata per gli ETS che operano tra la Lombardia e le province piemontesi di Novara e del VCO, che tuttavia possiamo immaginare sia simile, se non peggiore, in molte altre aree del Paese.
Come ha ricordato il Presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti durante la presentazione della ricerca, ci troviamo di fronte a “un’infrastruttura in pericolo”. La pandemia sta mettendo in crisi “il sistema di legami, di attività e di servizi generati dal Terzo Settore per le persone e le comunità, che ha subito un duro colpo e rischia di non sopravvivere. Le iniziative del Terzo Settore in campo ambientale, in ambito culturale e nei servizi alla persona sono cruciali per la tenuta del nostro Paese e il loro indebolimento è una minaccia sociale ed economica per tutti”. Fosti ha sottolineato come Fondazione Cariplo sia in prima linea nel sostegno agli ETS che operano sul suo territorio – anche cercando di conoscere sempre meglio la realtà per intervenire in modo efficace – ma per superare questa situazione “dobbiamo reagire insieme”.
La gravità della situazione rende infatti essenziale che tutto il necessario sia fatto per evitare la scomparsa di quel tessuto sociale che garantisce ai cittadini un sostegno fondamentale per il loro benessere. Per questo tutte le istituzioni pubbliche e private che possono fare qualcosa a sostegno del Terzo Settore dovrebbero dar vita urgentemente a ulteriori azioni, possibilmente coordinate e/o integrate fra loro, per evitare che servizi sociali degli ETS che si rivolgono ad anziani, bambini, disabilità, così come i servizi che tengono aperti i luoghi della cultura o garantiscono la tutela ambientale, siano costretti achiudere o a ridimensionarsi fortemente. La speranza è che il clima di apparente unità nazionale che va configurandosi in questi giorni possa essere terreno fertile per sviluppare azioni coordinate in grado di dare respiro al Terzo Settore così duramente colpito dalla pandemia.
Riferimenti
Barbetta G., Canino P., Cima S., Gallo B. (2021), L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore. Prime stime sui dati delle candidature al Bando LETS GO!, Fondazione Cariplo, Quaderni dell’Osservatorio, n. 35.
Il video della presentazione della ricerca
Foto © Amedeo Novelli