L’ultima struttura aperta è l’ambulatorio di Emergency nel quartiere napoletano di Ponticelli, inaugurato il 1° settembre. Ma in prima linea ci sono anche Medici senza frontiere, Opera San Francesco e Intersos.
Mentre si prepara una riorganizzazione del sistema sanitario che punta esplicitamente sull’integrazione con le assicurazioni private, sono sempre meno gli italiani hanno accesso alle cure. Lo dicono i dati dell’ultima indagine condotta dal Censis per Unipol a supporto dell’ingresso delle compagnie nel settore: la spesa sanitaria privata nell’ultimo anno è calata del 5,7 per cento. Segno che molti italiani che pagavano di tasca propria le visite specialistiche ora, per arrivare a fine mese, ci rinunciano. E si rivolgono per l’assistenza sanitaria alle strutture gestite da associazioni e ong.
Non si tratta però solo dei 6 milioni di italiani che l’Istat definisce “poveri assoluti”, ma anche di quelli che semplicemente perdono il lavoro e non hanno risparmi. Per loro da un giorno all’altro i trattamenti dentistici, le visite dallo psicologo o la fisioterapia diventano proibitivi. Lo sanno bene le associazioni di volontariato e le organizzazioni non governative, da Emergency a Medici senza frontiere, da Intersos a Opera San Francesco, che hanno messo in campo iniziative per tamponare l’emergenza cercando al tempo stesso di stimolare Asl ed enti locali a farsi carico del problema. Caratteristica comune è che le visite, anche specialistiche, sono totalmente gratuite.
Sempre più italiani si curano negli ambulatori di onlus e ong
Marina Moioli, Vita, 7 settembre 2015