Il welfare state fatica sempre più a rispondere a bisogni sociali vecchi e nuovi. In alcuni ambiti – ad esempio la non autosufficienza e le cure odontoiatriche – l’intervento dello Stato è pressoché assente e non è facile trovare sul mercato soluzioni di qualità accessibili alle famiglie, specialmente a quelle più povere. Queste alcune delle riflessioni da cui è nata l’associazione PuntoWelfare, fondata nel novembre 2017 da un gruppo di consulenti.
Questione di numeri… e di cultura
L’obiettivo dell’associazione è rendere meno oneroso l’accesso allo stato sociale e allargare l’utenza arrivando a coinvolgere fasce della popolazione con una minor disponibilità economica e, quindi, con maggiori difficoltà ad accedere a forme di protezione integrative rispetto a quelle fornite dallo Stato. I costi di prestazioni come quella per la non autosufficienza sono particolarmente elevati in ragione del contenuto sviluppo di questa fetta di mercato in Italia, dove la richiesta è ancora piuttosto scarsa.
Secondo Federico Gallo Perozzi, vicepresidente e co-fondatore di PuntoWelfare, è possibile abbassare i costi di accesso alle coperture assicurative, specialmente nell’ambito della LTC (Long Term Care, prestazione legata alla perdita dell’autosufficienza), applicando al welfare la logica del gruppo d’acquisto. Si tratta sostanzialmente di acquistare in forma collettiva prestazioni di welfare che, acquistate da singole persone e famiglie, avrebbero costi molto più elevati. La negoziazione e sottoscrizione del contratto sono gestite dall’associazione che, grazie alla maggior forza negoziale che caratterizza un insieme di persone, riesce a ottenere delle condizioni alle quali il singolo utente non potrebbe avere accesso.
La sfida che si pone l’associazione è però anche di tipo culturale: secondo Gallo Perozzi, “i ragazzi di oggi non sono preparati ai bisogni che avranno fra quarant’anni e – soprattutto – alle risposte che saranno disponibili, drasticamente diverse da quelle che hanno conosciuto i loro genitori”. L’intervento dello Stato sarà sempre meno generoso, per questo è fondamentale comprendere le proprie aree di rischio e di bisogno e iniziare un percorso di protezione integrativa individuale.
La proposta di PuntoWelfare
L’adesione all’associazione può avvenire in forma individuale o familiare, con quote associative annue pari rispettivamente a 95 e 199 euro. L’adesione è aperta a chiunque tra i 18 e i 72 anni e l’iscrizione garantisce la possibilità di rinnovare l’adesione anche oltre i 72 anni, garantendo di fatto una copertura per tutta la vita. L’adesione come nucleo familiare allarga le prestazioni comprese nella quota associativa anche al/alla coniuge dell’iscritto e ai figli fiscalmente a carico (indipendentemente dalla loro età).
Due prestazioni sono oggi comprese nella quota associativa: una rendita mensile di 1.500 euro in caso di perdita dell’autosufficienza e l’accesso a un network odontoiatrico. La prestazione legata alla non autosufficienza è garantita da Poste Vita, in cui l’associazione ha trovato un partner affidabile e riconosciuto nel proprio ambito di competenza. La rendita vitalizia è riconosciuta qualora sia certificata la perdita, in modo presumibilmente permanente e in seguito a malattia o infortunio, di almeno tre delle quattro capacità che definiscono l’autosufficienza: badare a se stessi (ad esempio vestirsi, lavarsi o mantenere una corretta igiene personale), parlare, camminare e nutrirsi. Tale prestazione, cumulabile con eventuali altre già in essere, è caratterizzata da un basso costo di adesione – se confrontato con proposte negoziate dal singolo in forma non collettiva. Sono da evidenziare inoltre l’inedita possibilità di estendere la prestazione all’intero nucleo familiare e il fatto che l’importo del premio non dipenda dall’età dell’assicurato e che non sia necessario sottoscrivere un questionario anamnestico.
Nella quota associativa annuale è compreso anche l’accesso alle tariffe agevolate del network odontoiatrico Sigma Dental, presente in tutta Italia con più di 1.000 studi associati. La prestazione prevede la possibilità di effettuare visite odontoiatriche illimitate e gratuite e di ottenere sconti sulle tariffe di circa 120 prestazioni.
La scelta delle due prestazioni obbligatorie riflette la mission di PuntoWelfare: esse insistono infatti su aree di bisogno a cui lo Stato non risponde efficacemente e che spesso incidono drammaticamente sul bilancio familiare. L’adesione a PuntoWelfare permette inoltre, secondo la logica del gruppo d’acquisto, di entrare in una comunità di persone interessate ad acquistare prestazioni di welfare integrativo individuale. A questa comunità si rivolge l’associazione: in futuro – non appena avrà raggiunto la forza negoziale necessaria – PuntoWelfare proporrà ai propri iscritti altre prestazioni di welfare che potranno essere sottoscritte facoltativamente e che saranno caratterizzate da condizioni contrattuali a cui il singolo non potrebbe accedere.
I passi futuri
PuntoWelfare si sostiene unicamente attraverso le quote associative versate dagli aderenti. Non vi è stato un investimento volto a finanziare campagne di informazione: l’associazione si sta allargando attraverso la rete personale e professionale dei nove fondatori. Nel mese di marzo registrava circa 400 adesioni, di cui circa la metà in forma individuale. Contando anche i beneficiari che accedono alle prestazioni grazie all’iscrizione del nucleo familiare, l’associazione arriva a coprire le esigenze di circa 800 persone. Inoltre alcune aziende e un’associazione hanno accolto con interesse la proposta decidendo di regalare l’iscrizione ai propri dipendenti.
Nonostante sia appena nata, l’associazione si troverà presto ad affrontare cambiamenti significativi. Come sottolinea Gallo Perozzi, PuntoWelfare può decidere di non cambiare la propria identità e la propria offerta oppure potrà decidere di ampliare i propri servizi, individuando nuove aree di bisogno scoperte a cui provare a dare risposte sostenibili. Se PuntoWelfare deciderà di procedere su questa seconda strada dovrà però probabilmente riflettere sulla propria ragione sociale (che garantisce alcuni vantaggi ma, rispetto a soggetti come le Srl, offre un campo d’azione limitato). Dovrà inoltre probabilmente investire in strategie volte ad incrementare in maniera significativa le adesioni, poiché la forza negoziale dell’associazione è strettamente legata all’aumento degli iscritti. La rendita per la non autosufficienza e l’accesso alle scontistiche del network odontoiatrico sono prestazioni “obbligatorie”, comprese nell’iscrizione, e interessano di conseguenza numeri che permettono all’associazione di accedere a condizioni contrattuali favorevoli. L’adesione a nuove proposte di copertura, magari rivolte ad aree di bisogno più specifiche, sarà invece facoltativa e di conseguenza interesserà un numero inferiore di utenti. L’aumento della base è quindi fondamentale per riuscire ad applicare la logica del gruppo d’acquisto anche a nuove prestazioni non obbligatorie, che gli aderenti potranno liberamente decidere di sottoscrivere.
Nei prossimi mesi PuntoWelfare approfondirà proposte di prestazioni in diversi ambiti: piani sanitari, copertura infortunistica, telemedicina, assistenza domiciliare, assistenza familiare.
Il presente articolo è stato scritto grazie alle informazioni raccolte nel corso di un’intervista realizzata con Federico Gallo Perozzi (vicepresidente dell’associazione PuntoWelfare).