I recenti fatti accaduti nel centro migranti di Cona rappresentano solo l’ultimo caso di una lunga lista di esempi di cattiva gestione dei flussi migratori che la cronaca ci ha abituati a leggere. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto sia delicata l’attività di accoglienza, gestione e integrazione delle tante persone che giungono nel nostro Paese, quanto sia complesso stimolare lo spirito di ospitalità, il coinvolgimento e il senso civico dei cittadini. Queste azioni richiedono una spiccata professionalità che contempla grandi capacità di progettazione, management, capacity building, nonché una buona dose di pragmatismo e sensibilità: non ci si può dunque improvvisare, come attestano le polemiche scatenate dal Cie veneto.
Ormai è infatti sempre più forte e sentita l’esigenza di figure dotate di una conoscenza e formazione idonea a gestire emergenze e nuovi fenomeni sociali, in grado di inserirsi nel tessuto degli uffici pubblici adibiti a tali scopi, o anche che vadano a costituire una compagine di nuovi esperti capaci di colmare lacune professionali ormai evidenti. Non a caso i dati relativi al Terzo Settore in Italia denotano un trend positivo che interessa non solo il numero di imprese e istituzioni non profit, ma anche la percentuale delle risorse umane coinvolte, a riprova di una domanda crescente non solo sul piano sociale, ma anche nel mercato del lavoro.
Stiamo parlando degli innovatori sociali, che non si limitano ad una mera attività di coordinazione, ma trovano soluzioni nuove ed efficaci, lanciano idee coraggiose, sperimentano approcci creativi. Il loro lavoro non è certo facile, sia sul piano della fattibilità che su quello delle responsabilità, ma le gratificazioni sono ineguagliabili: non si tratta infatti solo di un mestiere, ma di una vera e propria missione che ad ogni livello contribuirà a rendere la società migliore. Come in tutti i settori, la passione e la dedizione non sono tuttavia sufficienti: per ottemperare agli impegni e superare le prove che questo settore pone è indispensabile munirsi di una solida formazione e di un costante aggiornamento.
A tal proposito, nell’ambito dell’offerta post-universitaria c’è da segnalare il nuovo Master Economia, Management e Innovazione Sociale – MEMIS promosso e organizzato dal Dipartimento di Management e Diritto dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e da Human Foundation, che intende divenire un centro di competenze sull’innovazione sociale con la testa rivolta al Centro e al Sud Italia. Proprio questa area geografica rappresenta un terreno fertile del Terzo Settore, dimostrando un’interessante vivacità demografica delle cooperative sociali, tanto che l’Istat ha registrato tra gli anni 2005 e 2011 un incremento di unità quasi del 50% nelle Regioni del Centro e più del 100% in quelle del Meridione.
Attraverso lezioni frontali e i corsisti scandaglieranno i fondamentali dell’economia e dell’innovazione sociale, approfondendo gli aspetti di management e creazione di valore, governance e finanza delle imprese sociali, fino a dotarsi degli strumenti cardine del fundraising, il tutto in un’ottica di competitività internazionale. L’approccio sarà empatico, volto al coinvolgimento, con la partecipazione a workshop, a laboratori di sperimentazione e alla Summer School, che prevede un’esperienza di co-living e co-working per sperimentare pratiche di social innovation. A conclusione del master sarà infine possibile commisurare le competenze acquisite direttamente sul campo, collaborando presso imprese sociali, ONG, fondazioni, benefit corporation, ed enti locali di rilievo e capaci di rappresentare un importante trampolino di lancio per l’avvio di una carriera nel settore.
I 12 mesi di corsi MEMIS, suddivisi in 10 moduli, si svolgeranno a Roma presso il Dipartimento di Management e Diritto della Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata, potendo contare sulla presenza di autorevoli docenti, ricercatori e professionisti dell’innovazione sociale che combineranno la profondità dell’analisi accademica alla concretezza dell’esperienza di practitioners italiani e internazionali, provenienti dal mondo del social management, della venture philantropy e della finanza etica, del turismo responsabile, della cooperazione sociale e della cooperazione allo sviluppo, della pubblica amministrazione e del fundraising.
Il Master MEMIS promette dunque di preparare una gruppo di nuovi innovatori sociali, ben equipaggiati per affrontare le sfide sempre più complesse che la complessità nella quale siamo sempre più immersi ci pone. Chi volesse conoscere meglio i contenuti del master può iscriversi al webinar di presentazione che si svolgerà il prossimo 16 gennaio alle ore 15.00.
Riferimenti