Da circa un anno esiste welfareX®, progetto nato dalla collaborazione tra il Consorzio Nazionale CGM e la società Moving, che insieme hanno costituito CGMoving. Questa realtà, come vi abbiamo raccontato nel Working Paper 2WEL “Co-progettazione e ibridazione organizzativa per l’imprenditoria sociale ai tempi del Covid-19”, è frutto di un percorso che viene da ben più lontano e che ha permesso lo sviluppo di una piattaforma digitale particolarmente interessante.
Questa permette di aggregare l’offerta di servizi di welfare sviluppata su uno specifico territorio, grazie alla possibilità di adattarsi alle esigenze e alle richieste di una molteplicità di attori (Comuni, imprese sociali, aziende private, enti bilaterali, associazioni datoriali ma anche enti filantropici) e perciò di essere adottata per la messa in campo di variegate forme di welfare: pubblico e territoriale, cooperativo, privato e aziendale. welfareX® si presenta quindi come una piattaforma multicanale che cerca di promuovere un nuovo concetto di welfare.
Si tratta dunque di un’infrastruttura digitale flessibile e, al tempo stesso, “scalabile”, in grado cioè di essere modulabile e rimodulabile a seconda dell’ambito territoriale e dei destinatari e, perciò, replicabile e sostenibile, anche economicamente, in contesti diversi. In questo modo, oltre a facilitare l’intermediazione tra domanda e offerta di servizi sociali, welfareX® cerca di adattarsi ai contesti sociali ed economici dei territori in cui è adottata, favorendo meccanismi di integrazione tra le differenti “proposte” di welfare e tra fonti di finanziamento.
Un anno di welfareX®, tra dati e esperienze
Allo scopo di fare il resoconto degli obiettivi raggiunti fino ad ora e capire gli scenari futuri, lo scorso 20 settembre si è tenuto a Milano l’incontro “Un anno di welfareX® per il futuro”. A dare il via ai lavori sono stati Francesca Scarinci, Direttrice di CGMoving, e Luca Faustini, Amministratore Delegato di CGMoving, che hanno realizzato un breve resoconto delle attività portate avanti tra il 2020 e il 2021 e hanno lanciato una nuova iniziativa: la welfareX® Academy. Si tratta di uno spazio per la formazione e l’auto-apprendimento dedicato ai Welfare Manager di CGMoving ma in parte anche aperto agli addetti ai lavori. Una soluzione pensata per fornire strumenti mirati e, dove necessario, in grado di calarsi sui singoli territori e sulle diverse esigenze espresse dalle realtà a cui si rivolge, come ha spiegato Emanuela Binetti, Responsabile Comunicazione di CGMoving.
In merito ai progetti realizzati, ad oggi le piattaforme territoriali di welfarex® hanno erogato oltre 287mila servizi a quasi 170mila utenti, per un importo che supera gli 8 milioni di euro. Tra i territori coinvolti ci sono Biella, Matera, Sondrio, Rho, Napoli, Salerno, Forlì, Padova, Milano, Torino, Bari, Chieti, Trapani, Cremona e Verona, che abbiamo analizzato nel nostro Working Paper.
Alcuni referenti di questi progetti sono stati ospiti dell’incontro e hanno raccontato la loro storia. Tra questi Sara Bertoldo, Direttrice dei Servizi Sociali del Comune di Padova, che ha illustrato l’esperienza avviata nella città veneta per l’erogazione e la distribuzione ai cittadini di buoni spesa e buoni acquisto legati all’emergenza Covid-19, segnalando come l’utilizzo del digitale abbia semplificato la gestione di queste attività e ne abbia ridotto i tempi.
Paolo Pettinella, Responsabile delle relazioni sindacali della Federazione Trentina della Cooperazione, ha invece raccontato come la piattaforma possa essere usata anche nel campo del welfare aziendale, spiegando come le BCC e le Banche Rurali del territorio trentino abbiano adoperato welfarex® per erogare i servizi del loro piano di welfare “on top” e per convertire il Premio di Risultato annuale.
Elisa D’Anza, direttrice di Forme Impresa Sociale, ha raccontato il percorso intrapreso dalla sua cooperativa sociale, con sede a Sondrio, in un’ottica di welfare territoriale. Grazie a welfareX® Forme Impresa Sociale ha infatti potuto ripensare i propri servizi con lo scopo di delineare nuovi modelli di “business” sostenibili. In questo caso la digitalizzazione del servizio ha permesso di tutelare le sue attività tradizionali e, al tempo stesso, alimentare il tessuto sociale e relazionale in cui sono inserite.
Nella parte conclusiva dell’incontro sono intervenuti Paolo Venturi (Direttore di AICCON), Stefano Granata, Presidente del Consiglio di Amministrazione CGMoving, con chi si è discusso do open data e digitalizzazione per sviluppare le politiche sociali.
Il caso dei buoni spesa per il Covid-19
Allo scopo di delineare quest’ultima questione sono stati presentati i dati relativi alla distribuzione dei buoni spesa emessi da alcuni Comuni attraverso la piattaforma. Come accennato, welfareX® consente infatti agli enti locali di raccogliere e verificare le richieste fatte dai residenti di uno specifico territorio, far arrivare a questi ultimi i buoni e controllare in tempo reale utilizzi e consumi, facilitando il processo di rendicontazione delle stesse amministrazioni.
Le informazioni si riferiscono a un campione di 15.654 domande effettuate in 48 Comuni del Nord Italia, divisi in 13 province di 4 regioni differenti (anche se di fatto i Comuni che adottano welfareX® sono 88). Di queste l’81% sono state accettate e hanno quindi permesso l’accesso alle misure di sostegno economico che – in nove casi su dieci – sono inferiori ai 500 euro.
Sono poi stati mostrati i numeri relativi alle fasce di età. A riguardo si può notare che quasi la totalità delle domande di accesso alle misure di sostegno arriva da tre fasce di età: 25-35, 35-45 e 45-55. Sembra quindi che – come evidenziano anche i dati Istat relativi alla povertà nel nostro Paese – sono state proprio le persone più giovani ad aver subito le conseguenze più forti della pandemia sul piano economico.
Per quanto riguarda la composizione del nucleo familiare dei beneficiari dei “buoni Covid”, anche in questo caso i dati rispecchiano quanto emerso dall’indagine Istat sopra menzionata. Le evidenze dell’Istituto di statistica – così come quelle di welfareX® – mettono in luce come il rischio di povertà cresca notevolmente all’aumentare del numero dei figli e quindi dei membri di una famiglia.
Inoltre, oltre il 25% dei buoni spesa sono rivolti a singoli individui. In questo caso, probabilmente, il fatto di non essere inseriti in una rete familiare aumenta il rischio di incorrere in situazioni di difficoltà economica e quindi richiede il ricorso a strumenti di sostegno.
In merito alla nazionalità dei beneficiari emerge che circa il 63% di questi è di origine straniera. Si tratta soprattutto di persone di origine africana (38%), europea (29%) e asiatica (27%).
Rafforzare la “cultura del dato”
Questi dati sono un esempio di come la piattaforma welfareX®, offra la possibilità di conoscere molte informazioni in tempo reale, consentendo di accumulare e analizzare (in forma anonima e comunque rispettando le privacy policy del caso) i dati relativi a varie misure realizzate tramite l’infrastruttura tecnologica. Questo genere di analisi possono guidare le scelte progettuali – come la definizione degli obiettivi da perseguire, le modalità di intervento, la durata del percorso, gli stanziamenti da realizzare, ecc. – garantendo maggiore fondatezza scientifica. Partendo dai dati reali si favoriscono quindi interventi che, essendo basati su decisioni consapevoli e informazioni certe, sono davvero orientati al cambiamento e all’impatto sociale.
Ciò vale, in prima battuta per gli enti pubblici e le PA che, attraverso estrazioni e analisi di questo tipo, possono riorganizzare e rinnovare la gestione delle politiche sociali, sia in un’ottica “di controllo” – cioè finalizzata a valutare se i beneficiari hanno concretamente diritto alle prestazioni – sia in una decisionale. Una maggiore “cultura del dato” può essere infatti strategica per delineare le peculiarità del territorio di riferimento e comprendere, per esempio, quali sono le fasce della popolazione più in difficoltà, che caratteristiche hanno, quali sono i loro bisogni sociali più presenti, ecc. Una profilazione che permette, da un lato, di costruire interventi mirati e efficaci e, dall’altro, di coinvolgere gli stakeholder che possono garantire migliori capacità di risposta.
Un maggiore e sistematico utilizzo dei dati è cruciale anche per quelle organizzazioni che fanno welfare aziendale e per le cooperative sociali che mettono a disposizione i loro servizi, sia in convenzione sia per il privato-pagante. In entrambi i casi le informazioni sono essenziali per conoscere come evolve la domanda di prestazioni sociali e quindi intervenire allo scopo di garantire la sostenibilità e l’efficienza dell’intervento.
Ed per queste ragioni che CGMoving ha scelto di implementare strumenti specifici all’interno di welfareX® che consentono la rendicontazione e l’analisi dei dati e delle informazioni, indipendentemente dal fatto che si tratti di un progetto di welfare pubblico, aziendale o territoriale.