Alcune norme contenute nella legge 3/2019, la cosiddetta "spazzacorrotti", rischiano di mettere in ginocchio il Terzo Settore. A dirlo è Elisabetta Soglio, responsabile editoriale di Corriere Buone Notizie, che segnala un problema enorme che finora in pochissimi, come l’ex parlamentare Paolo Alli sul Sussidiario, avevano sollevato. Scrive Soglio:
la legge ha modificato un comma dell’articolo 5 della legge 149/2013 in materia di trasparenza dei partiti: «Sono equiparate ai partiti e movimenti politici … le fondazioni, le associazioni, i comitati i cui organi direttivi siano composti in tutto o in parte da persone che siano o siano state, nei dieci anni precedenti, membri del Parlamento nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali o locali, ovvero che abbiamo ricoperto nei dieci anni precedenti incarichi di governo al livello nazionale, regionale o locale…».
In questa situazione, scrive Soglio:
gli effetti del decreto potrebbero essere devastanti: tutte queste realtà verrebbero chiamate ad esempio a far esaminare i bilanci a (costose) società di rendicontazione; dovrebbero comunicare tutti i propri dati al presidente della Camera che li registrerebbe sul sito internet del Parlamento italiano (sì, anche quelli della bocciofila); in caso di inadempienze incapperebbero in multe esorbitanti. Tutti obblighi, per capirci, che invece non sono chiesti alle aziende private, alle srl e così via.
Il Forum del Terzo Settore ha inziato a muoversi per capire come evitare che questo accada, ma secondo Claudia Fiaschi, portavoce del Forum, c’è una questione di principio su cui occorre riflettere:
Fanno passare la politica come fonte naturale di corruzione, come elemento che inquina e non rafforza le organizzazioni del Terzo settore
La norma spazzacorrotti minaccia il Terzo settore: «Non siamo partiti politici»
Elisabetta Soglio, Corriere Buone Notizie, 15 marzo 2019