Gli amici di Iris Network, in vista dell’edizione 2019 del Workshop sull’impresa sociale, hanno pubblicato sul sito della manifestazione alcune riflessioni sul tema di quest’anno. Ve le riproponiamo di seguito.
“Identità è valore. Oltre l’impatto” è il titolo del XVII Workshop sull’impresa sociale organizzato da Iris Network che si terrà il prossimo 12 e 13 settembre nella consueta sede di Riva del Garda. Se è vero che i dettagli fanno la differenza, allora nel titolo di questa nuova edizione ce ne sono almeno due. Il primo è il verbo essere tra “identità” e “valore”. Il secondo è il termine “oltre” prima di “impatto”.
Se l’identità è valore, viene spontaneo chiedersi quanto vale l’impresa sociale e prima ancora su quali basi si calcola il suo valore. Solitamente la risposta viene ricercata in dati di natura strutturale e performativa riferiti alle imprese che “incarnano” questa identità: numero di unità, lavoratori, utenti, giro d’affari, patrimonio, ecc. Un esercizio importante che restituisce indicazioni preziose perché in buona parte in controtendenza rispetto alle dinamiche dei modelli imprenditoriali dominanti, alimentando così un’identità che fa rima con alterità.
Forse questo esercizio non basta, perché il valore dell’identità di un soggetto d’impresa costituito intorno a obiettivi di interesse generale investe questioni più ampie che riguardano i settori di attività e i mercati in cui opera, gli stakeholder con cui si relaziona e, più in generale, i contesti sociali che contribuisce a rigenerare rispondendo ai bisogni e nei quali trova, al contempo, importanti opportunità e risorse per il suo sviluppo.
Serve altro, quindi, per determinare il suo peso specifico identitario, occorre uno cambio di prospettiva che concentri l’attenzione sulle catene di produzione del valore dell’impresa sociale, sempre più caratterizzate dalla presenza di diversi attori e da modelli economici e di servizio altrettanto diversificati.
Catturare il valore diventa quindi più complicato ma altrettanto – se non più – necessario, soprattutto in una fase storica in cui si stanno profondamente ridefinendo le sfide sociali, non tanto in termini di contenuti ma di scala di intensità. La disuguaglianza, che sarà uno dei fil rouge del Workshop, è sempre più un fenomeno plurale nelle sue manifestazione e, al tempo stesso, sempre più rilevante in termini quantitativi.
Lo stesso si potrebbe dire della crisi ambientale – dalle cannucce di plastica all’incendio dell’Amazzonia – chiamando in causa comportamenti individuali e scelte strategiche di lungo periodo da parte di imprese e istituzioni.
A fronte di queste urgenze la qualità delle risposte si misura sempre più sulla capacità di “fare la differenza” rispetto ai limiti delle soluzioni precedenti; ad esempio mostrando una maggiore capacità di assorbire i benefici di nuove soluzioni tecnologiche, ma anche da un rinnovato ruolo nel mobilitare le comunità locali e interi strati di popolazione (come quella giovanile).
In questo senso l’espressione “oltre l’impatto” può assumere un duplice significato. Da un lato, “oltre” rappresenta il superamento delle misure di output puntuali (sopra citate) verso dimensioni di outcome più capaci di restituire i risultati del proprio operato ad ampio raggio. Dall’altro, incarna lapropensione delle imprese sociali si approcciare – in termini di cambiamento – la produzione di quei “beni e servizi di utilità sociale” sfruttando meglio il ricco paniere di beni e servizi che la recente riforma normativa mette a disposizione.
Vi ricordiamo che il 13 settembre al Workshop sull’impresa sociale ci sarà anche la sessione "Dal welfare aziendale al territorio: quale ruolo per l’impresa sociale?", coordinata dal nostro Federico Razetti, sui temi del volume "Fare rete per fare welfare".