Come vi abbiamo raccontato nel nostro Working Paper “Co-progettazione e ibridazione organizzativa per l’imprenditoria sociale ai tempi del Covid-19”, il Consorzio Solidarietà Sociale di Forlì-Cesena è stata una delle prime realtà del panorama cooperativo a investire nel welfare aziendale. Questo percorso ha previsto la formazione di figure specifiche in grado di dialogare con imprese e lavoratori per la creazione di un piano di welfare. Si tratta dei Welfare Manager, professionisti che, oltre ad una approfondita conoscenza nell’ambito del welfare aziendale, hanno una spiccata capacità progettuale e di ascolto. Proprio una di loro, Corinna Crippa, Welfare Manager del Consorzio di Forlì, ci ha raccontato la strada fatta finora.
Il ruolo del Welfare Manager
“In qualità di Welfare Manager noi lavoriamo con le imprese per strutturare piani di welfare aziendale coerenti con gli obiettivi, le strategie e le risorse stanziate. Ma non si tratta solo di interfacciarsi con l’azienda e il suo management: operiamo infatti in un contesto di complessità elevata”.
Grazie alla loro esperienza e al loro background (sono figure che provengono infatti dal mondo cooperativo), nel contesto di Forlì i Welfare Manager hanno realizzato anche dei percorsi di ascolto per intercettare le esigenze dei lavoratori. “Attraverso degli sportelli, che chiamiamo Welfare Point, forniamo un servizio di accompagnamento alle persone e le aiutiamo ad individuare i servizi socio-assistenziali più coerenti con i loro bisogni. Cerchiamo di indirizzare verso le prestazioni, anche pubbliche, che meglio possono rispondere alle esigenze dei lavoratori e dei loro familiari, ma non solo” ci ha spiegato Crippa.
“Quando entriamo in un’impresa come prima cosa indaghiamo in modo accurato le azioni di welfare che vengono già realizzate, anche in modo informale, sistematizzandole e misurandole, con l’obiettivo di metterle in evidenza attraverso una comunicazione mirata rivota ai dipendenti. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza rispetto ai servizi presenti nelle proprie realtà lavorative ed integrarli affinché se ne migliori l’efficacia in termini di impatto”.
“Per fare ciò”, prosegue, “è fondamentale avere una formazione da operatore sociale. Dobbiamo saper ascoltare le persone, perché spesso non sono in grado di esplicitare i loro bisogni e pertanto faticano ad accedere alle possibili risposte che possono trovare sul territorio. Inoltre, gestendo i piani welfare attraverso lo strumento digitale della piattaforma WeForlì, ci viene richiesto un supporto anche di tipo tecnico che spesso sfocia in consulenze più ampie rispetto all’accesso agli strumenti digitali con i quali tutti i cittadini oggi si devono obbligatoriamente confrontare, come lo Spid, il fascicolo sanitario elettronico, la piattaforma dell’assistenza sanitaria integrativa, e così via. Di fatto il nostro diventa un supporto a 360° che all’interno dell’impresa amplifica il valore dell’investimento nei piani di welfare aziendale”.
Grazie alla citata piattaforma WeForlì – la declinazione forlivese di welfareX, di cui vi avevamo raccontato qui – il Consorzio Solidarietà Sociale ha avviato anche una sperimentazione nella gestione di un centro estivo. Il progetto, che ha coinvolto anche il Comune di Forlì ed è stato sostenuto dalla Fondazione Carisp Forlì, si è proposto di valorizzare la rete territoriale dei servizi e facilitare l’integrazione tra le diverse forme di welfare. Una progettualità di cui abbiamo parlato nel Working Paper 2WEL 2/2021.
Il welfare aziendale nella provincia di Forlì-Cesena
Il Consorzio Solidarietà Sociale ha dunque costruito piani di welfare per alcune organizzazioni del territorio. Si tratta soprattutto di imprese di medie e grandi dimensioni in cui c’è un rapporto diretto tra l’imprenditore e i suoi dipendenti. Tra queste figura Cespi Spa, una società che si occupa di impianti per lo stoccaggio e il dosaggio di materie prime. Data la scarsa presenza di lavoratrici donne, l’impresa ha deciso di realizzare alcune misure proprio per sostenere l’occupazione femminile e la conciliazione vita-lavoro.
Qui il Consorzio ha quindi ideato, in parallelo al normale piano di welfare, il progetto Blu Donna destinato alle sole lavoratici, allo scopo di favorire la conciliazione attraverso servizi time-saving e di promuoverne il benessere anche, con benefit ad hoc (come la prevenzione oncologica, il nutrizionista, i percorsi di counselling, ecc.).
“Ora puntiamo a costruire una rete che possa coinvolgere alcune associazioni datoriali del territorio per replicare questa iniziativa anche in altre realtà. Vogliamo creare una sorta di community per condividere progetti ed esperienze per la valorizzazione del ruolo della donna all’interno del mercato del lavoro”, ci ha rivelato la Welfare Manager.
Un altro progetto è nato con Icos Srl, azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di perforatori, puntate e punzoni per fustelle. In questo caso, grazie ad un lavoro di ascolto e orientamento, sono stati aiutati alcuni dipendenti a individuare servizi per i figli.
Il welfare aziendale per i dipendenti e i soci del Consorzio
L’esperienza dei Welfare Manager è stata fondamentale anche per implementare un piano di welfare “interno” al Consorzio, e quindi rivolto ai suoi dipendenti e soci. “Si tratta di un percorso ancora in corso, ma che sta per prendere vita e che prevederà anche l’adozione da parte delle associate di una Carta della Conciliazione”, ha concluso Crippa.
L’iniziativa è stata possibile anche grazie alla rete pre-esistente di cooperative che aderiscono al Consorzio. All’interno di questa rete è presente la cooperativa sociale Paolo Babini che da alcuni anni ha sviluppato interventi di ascolto e sostegno per tutti i lavoratori. La Paolo Babini è stata anche premiata per il suo impegno dal Rapporto Welfare Index PMI 2020.
Si è quindi partiti da questa progettualità già attiva e si è deciso di “allargarla” a tutte le altre realtà che afferiscono al Consorzio. Il progetto non ha previsto premi economici da destinare a beni e servizi di welfare, ma piuttosto un complesso ragionamento organizzativo finalizzato a valorizzare le risorse umane. In questa direzione sono messi a disposizione servizi di ascolto e “presa in carico”, misure di flessibilità organizzativa e azioni finalizzate all’utilizzo degli strumenti di conciliazione previsti dalla normativa (come i congedi e i permessi).
Grazie alla collaborazione con CGMoving, e quindi con la piattaforma welfareX, per il futuro sarà possibile anche rafforzare questo piano di welfare attraverso il progetto welfareX 3.0. Questa iniziativa, rivolta agli enti del Terzo Settore, è pensata proprio per arricchire questo genere di progetti, fornendo servizi su misura a un costo ridotto rispetto a quello previsto per le imprese private.