Su Corriere Buone Notizie Paolo Venturi riflette del ruolo assunto negli ultimi anni dalle cooperative di comunità. Secondo il direttore di AICCON queste realtà:
"Sono comunità intraprendenti capaci di generare economie di scopo attraverso l’agire concreto dei propri abitanti, azioni collettive che si propongono di trasformare gli spazi in luoghi, di «rammendare» prima e rigenerare poi, quei territori in cui tanto lo Stato quanto il mercato da tempo han dichiarato il loro fallimento"
Il loro "peso" è evidente soprattutto nelle aree interne, dove lo spopolamento, l’invecchiamento, il depauperamento delle infrastrutture economiche e sociali sono più forti:
"In Emilia Romagna si sono affermate e si stanno diffondendo soprattutto nell’Appennino dove, in risposta al crescente spopolamento e alla bassa accessibilità ai servizi tipica delle aree rurali e periferiche, stanno emergendo nuove iniziative (spesso promosse da giovani) legate alla «rigenerazione» del territorio"
Sono così nate "economie di luogo" che producono beni e servizi utili non solo a nutrire una "contabilità" e a garantire lavoro, ma anche a offrire una speranza e un futuro alla propria comunità e a "quel luogo" che i protagonisti e i fondatori delle cooperative considerano il centro del mondo. Ricordando gli insegnamenti di Giacomo Becattini, Venturi ricorda che:
"Sono economie stanche delle soluzioni che «vengono da fuori» o «dall’alto», sono imprese di nuova generazione che hanno «intenzionalmente deciso investire sul lavoro e sui beni relazionali non solo per rigenerare asset, ma per alimentare nuovi modelli di sviluppo umano integrale»"
Il mondo? Comincia da dietro casa nostra
Paolo Venturi, 20 marzo 2019, Corriere Buone Notizie