Misurare e valutare l’impatto delle imprese sociali
L’incapacità ad innovare proviene spesso dall’incapacità di assumere una diversa prospettiva. La possibilità di generare innovazione oggi all’interno della cooperazione sociale italiana è legata a doppio filo al necessario cambio di prospettiva del ruolo che essa riveste all’interno di un sistema di welfare e di un modello economico profondamente mutati. In altre parole, una delle principali sfide delle imprese sociali italiane è quella di confrontarsi con il tema della misurazione e valutazione dell’impatto da loro generato, all’interno di una prospettiva di sviluppo in cui le cooperative sociali giocano un ruolo fondamentale sia in termini economici che sociali.
Il passaggio da una logica di produzione ed erogazione di servizi ad una di produzione condivisa con i beneficiari di quei servizi (co-produzione) postula un cambiamento di prospettiva da parte delle imprese sociali, che fanno delle relazioni il motore del loro agire.
Così come indicato dal Comitato economico e sociale europeo (CESE, 2013) obiettivo della misurazione dell’impatto sociale deve essere “misurare gli effetti sociali e l’impatto sulla società determinati da specifiche attività di un’impresa sociale” e “qualsiasi metodo di misurazione va elaborato a partire dai risultati principali ottenuti dall’impresa sociale, deve favorirne le attività, essere proporzionato e non deve ostacolare l’innovazione sociale”.
Anche la Riforma italiana sul Terzo settore, attualmente in corso, fa del tema dell’impatto un elemento chiave attraverso cui orientare l’agire futuro del Terzo settore e delle imprese sociali, definendo la valutazione dell’impatto sociale come una “valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato” (art. 7).
Confrontarsi con la misurazione dell’impatto generato permette alle imprese sociali di dare evidenza della loro produzione in termini di quel valore aggiunto sociale che contribuisce ad alimentare il capitale reputazionale dell’impresa stessa. Come sostiene Peter F. Drucker (1993) , infatti, “le imprese di successo sono quelle che si concentrano sulle responsabilità piuttosto che sul potere, sulla tenuta di lungo periodo e sulla reputazione delle società piuttosto che accumulare risultati di breve termine l’uno sopra l’altro”.
Non solo. Un ulteriore motivo per attivare processi di misurazione dell’impatto generato risiede nella correlazione esistente tra valore sociale prodotto nei confronti dei propri dipendenti e l’aumento della produttività di questi ultimi (Oswald et al., 2013) . Inoltre, ciò permette di accrescere il potere negoziazione e la capacità di dialogare con e influenzare le istituzioni locali. Ma soprattutto l’attività di misurazione permette alle imprese sociali di valutare ossia “dare valore” alle relazioni che orbitano intorno a loro, dando evidenza così della trasformazione apportata nei confronti della comunità e dei territori in cui esse operano.
Il Social Impact Report 2015 di For.B
È da questa premessa, che è diventata una consapevolezza, che nasce la volontà di For.B, cooperativa sociale di inserimento lavorativo di Forlì, di affrontare questo tema attraverso la realizzazione, con il supporto scientifico di AICCON, del suo primo Social Impact Report.
La realizzazione del rapporto nasce dalla volontà e dall’esigenza della cooperativa sociale di dare evidenza dell’impatto generato sul territorio dal proprio operato. Quattro le aree individuate all’interno delle quali sono state ricondotte le attività messe in campo dalla cooperativa al fine di rilevarne i contributi specifici in termini di impatto: inclusione sociale, comunità e benessere, rigenerazione degli asset comunitari, innovazione sociale e sviluppo.
L’obiettivo di For.B, al pari dell’inclusione lavorativa di persone svantaggiate, è quello di migliorare la qualità della vita della comunità e del territorio in cui opera (Tabella 1). Come evidenzia il Report, infatti, tutte le attività implementate della cooperativa contribuiscono in termini di investimenti e fatturato al benessere della comunità, generando un impatto in termini economici di circa 5,3 milioni di euro.
Con l’investimento nell’ambito di attività core per For.B – l’inclusione lavorativa e sociale di persone svantaggiate, che genera un risparmio per la Pubblica Amministrazione stimato in circa 114 mila euro annui – la cooperativa è riuscita a generare impatto in ulteriori e molteplici aree. Attraverso la rigenerazione di un terreno confiscato alla mafia (di circa 6 ettari), ad esempio, la cooperativa ha prodotto un impatto positivo per la comunità, in termini sia economici (oggi il valore dell’asset è pari ad 1 milione di euro) che sociali (attraverso la collaborazione con Slow Food e Caritas è stato avviato un progetto di realizzazione di orti sociali per famiglie indigenti).
Tabella 1. Il valore aggiunto dell’inserimento lavorativo
All’interno dell’area di impatto Innovazione sociale e Sviluppo, inoltre, viene evidenziata la progettualità più innovativa di For.B. Il tema dell’innovazione per la cooperativa è, infatti, centrale tanto da aver recentemente inserito nella propria struttura organizzativa una funzione aziendale dedicata, volta sia a migliorare i processi legati all’inclusione lavorativa di soggetti svantaggiati che ad implementare nuove attività imprenditoriali ed innovative. Un esempio in tal senso è Funghi Box, il kit fai-da-te per la coltivazione dei funghi ostrica, che crescono grazie ai fondi di caffè (5 mila kg) raccolti da For.B (attraverso 3 inserimenti lavorativi) nei bar (n. 20) di Forlì. Attività, questa, che oltre a contribuire alla mission della cooperativa permette di promuovere il concetto di upcycling generando suolo produttivo attraverso il riciclo di fondi di caffè. For.B ha poi creato, insieme ad altre cooperative sociali operanti sul territorio forlivese, L’Altro Giardino, che si configura come un contratto di rete: si tratta di un’area ecocompatibile a impatto zero in cui sono coltivate in modo biologico erbe officinali, piante aromatiche e frutti dimenticati. Nel giardino, vengono realizzati diversi prodotti destinati alla commercializzazione.
Attraverso la realizzazione del primo Social Impact Report di For.B, AICCON, sul piano scientifico e pratico, ha iniziato a sperimentare il passaggio dalla rendicontazione (etimologicamente “rendere conto”, propria del bilancio sociale) alla valutazione (cioè “dar valore”), con la ferma convinzione che sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti ed iniziare un percorso di apprendimento ancorato alla ricerca e testato attraverso sperimentazioni (learning by doing) che si prendono il rischio di comunicare e condividere "il valore reale dell’intangibile".
Riferimenti
CESE (2013), La misurazione dell’impatto sociale, Parere, INT/721, Bruxelles, 10 dicembre.
Drucker, P.F. (1993), Post-Capitalist Society, New York, Harper Business (trad. it. La società post-capitalistica, Milano, Sperling & Kupfer, 1993).
Oswald, A.J., Proto, E., Sgroi, D. (2013), Happiness and productivity, Working Paper, Conventry, UK, Department of Economics, University of Warwick, CAGE Online Working Paper Series, 2013, 108.
Zamagni, S, Venturi, P., Rago, S. (2015), Valutare l’impatto sociale. La questione della misurazione nelle imprese sociali, in Rivista Impresa Sociale, n. 6, dicembre 2015.
Chiaf, E. (2013), Il valore creato dalle imprese sociali di inserimento lavorativo, in Rivista Impresa Sociale, n. 0, gennaio 2013.