Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Daniele Franco, Ministro dell’Economia e delle Finanze, e Francesco Profumo, Presidente di ACRI (l’associazione che riunisce le Fondazioni di origine bancaria) – hanno siglato un protocollo che definisce le linee d’intervento del neonato Fondo per la Repubblica Digitale. Il suo obiettivo? Finanziare progetti volti ad accrescere e migliorare le competenze digitali degli italiani, attraverso la formazione e l’inclusione digitale.
Gap digitale e diseguaglianze sociali
Secondo il Digital Economy and Society Index della Commissione europea, in Italia il 58% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non ha competenze digitali di base (contro il 42% della media europea). Un fatto che rappresenta un freno per lo sviluppo del Paese e che contribuisce ad alimentare le diseguaglianze interne. Avere meno competenze digitali significa infatti avere meno opportunità lavorative, ma rappresenta anche un ostacolo allo sviluppo della cosiddetta “cittadinanza digitale”, ovvero la possibilità da parte dei cittadini di accedere ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione che sempre più spesso riguardano anche il settore del welfare.
“La digitalizzazione“, ha spiegato il Ministro Franco, “rappresenta un elemento fondamentale della trasformazione dell’Italia. L’accelerazione degli investimenti in nuove tecnologie, infrastrutture e processi digitali ci consentirà di potenziare la competitività della nostra economia” e al contempo “permetterà di rafforzare le competenze dei cittadini” in ambiti cruciali per il loro benessere.
A sottolineare l’importanza di questo tipo di azione è stato il Ministro Colao, che ha spiegato come “nessuna trasformazione può avvenire equamente se non si investe anche sulle persone. Con il Fondo Repubblica Digitale parte oggi un’altra iniziativa chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costruita per accompagnare le persone e le famiglie che hanno maggiori difficoltà nell’accedere al digitale“.
Organizzazione e governance del Fondo per la Repubblica Digitale
Il Fondo si dà dunque un’obiettivo importante in un’ottica di secondo welfare: diminuire le diseguaglianze intervenendo sul gap digitale che interessa una parte consistente del Paese. Ma merita interesse anche la modalità operativa scelta per la gestione dello strumento. Il Fondo per la Repubblica Digitale mutuerà infatti l’esperienza del Fondo per il contrasto alla povertà educativa (ne abbiamo parlato qui, qui e qui), che è stato istituito nel 2016 grazie alla partnership tra Governo, Fondazioni di origine bancaria (Fob) e Forum del Terzo settore per intervenire a sostegno dei più piccoli.
Da in lato, la governance del progetto prevede un Comitato di indirizzo strategico composto da 6 componenti designati dal Governo e da ACRI, che avranno il compito di definire la linea strategica, la priorità d’azione e la verifica dei processi di selezione e di valutazione dei progetti. A questo comitato sarà affiancato un Comitato scientifico indipendente, con il compito di monitorare l’efficacia ex post degli investimenti.
Dall’altro, il Fondo sarà alimentato con un sistema simile a quello seguito per il contrasto alla povertà educativa. Le Fondazioni di origine bancaria nel periodo 2022-2026 investiranno nel Fondo 350 milioni di euro su cui sarà riconosciuto un credito d’imposta pari al 65% per il 2022 e 2023 e al 75% per il triennio successivo.
Le Fob dunque otterranno un beneficio fiscale che nei fatti permetterà loro di indirizzare risorse verso un ambito di intervento – la digitalizzazione – cruciale per il benessere di una parte importante della popolazione italiana, potendo definire nel concreto le modalità con cui perseguire tale obiettivo.
Il Presidente di Acri, Francesco Profumo, ha sottolineato che “si tratta di un’iniziativa molto ambiziosa, a cui le Fondazioni di origine bancaria sono liete di concorrere. Forti dell’esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – che da 6 anni, grazie a un innovativo partenariato pubblico-privato sociale, sta sperimentando in tutto il Paese soluzioni in grado di incidere positivamente – siamo certi che anche il Fondo Repubblica Digitale saprà chiamare a raccolta le migliori energie dei territori, per attivare un processo diffuso di crescita delle competenze digitali, una strada importantissima per far ripartire il Paese, mitigando disuguaglianze che rischiano di acuirsi“.