Far percepire l’Agenda 2030 ONU come un programma d’azione di tutti e per tutti. Partire dalle sfide globali fortemente e volutamente ambiziose dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e renderle concrete, intrecciate alle vite quotidiane di ciascuno di noi. È questo lo scopo che ci ha portato come Fondazione Unipolis a ideare ormai quasi due anni fa “17 storie per il 2030” (Secondo Welfare ne aveva parlato qui, ndr) un progetto realizzato grazie alla collaborazione di Podcastory e il patrocinio di ASviS – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, con il quale è stata creata una playlist di podcast dedicati ai Goal dell’Agenda 2030, generati a partire da storie di persone che immaginano come poter contribuire a raggiungere questi Obiettivi.
L’impegno per l’Agenda 2030
L’Agenda 2030 chiama all’azione tutti i Paesi e tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e della cultura fino al singolo cittadino.
Sin dal suo lancio, a settembre 2015, è stata evidenziata questa necessità di partecipazione e coinvolgimento per cui è essenziale che ognuno faccia la propria parte per garantire un futuro possibile. Eppure non è sempre facile percepire questa azione congiunta come qualcosa di vicino alle esperienze personali.
Come Fondazione Unipolis, noi per primi abbiamo trovato nell’Agenda un piano di lavoro di riferimento per individuare gli ambiti di intervento fondamentali a garanzia di una società più giusta e inclusiva, capace di cooperare e con un respiro di lunga durata. È stata un’opportunità per capire se le azioni sviluppate fossero nei fatti coerenti ed efficaci con l’idea di mondo delineata. Il 3 febbraio 2016, insieme all’Università di Roma “Tor Vergata”, abbiamo fondato l’ASviS, nata per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dello sviluppo sostenibile e mobilitare il Paese per realizzare i 17 Obiettivi, con cui collaboriamo attivamente.
Storie per avvicinare le persone all’Agenda 2030
Con “17 storie per il 2030” abbiamo cercato di fare un passo oltre: intercettare idee dal basso, stimolare le persone a ragionare su come poter raggiungere i 17 Goal nella loro complessità e condividere quindi le riflessioni della comunità su come immagina di poter trasformare il mondo secondo l’Agenda 2030.
Lo abbiamo fatto rivolgendoci a Podcastory, per produrre una serie di podcast realizzati a partire da 16 concorsi letterari aperti a tutti coloro avessero voluto mettersi in gioco scrivendo un racconto per contribuire a un Obiettivo specifico dell’Agenda 2030. Si è trattato di un processo di costruzione di contenuti ad alta capacità di coinvolgimento che abbiamo lanciato in maniera sperimentale, non sapendo quale sarebbe stato il grado di reazione e risposta delle persone alle call aperte.
Al centro il racconto di storie – quotidiane o futuriste, vere o inventate – accumunate dal far sentire tutti parte di un percorso, di una strada verso un mondo che è ben lontano, ad oggi, da quello ideale dove vorremmo vivere, ma che possiamo però creare, insieme. La “storia” offre infatti all’ascoltatore l’opportunità di entrare in empatia con i protagonisti sentendosi parte della vicenda stessa.
Un format inedito per costruire opportunità
Con questo progetto, come Fondazione ci siamo confrontati per la prima volta con un format per noi inesplorato, che proprio in quel momento conosceva una forte espansione nel nostro Paese (come evidenziato dai dati raccolti nel 2020 e nel 2021 da NielsenIQ per conto di Audible e da Voxnest). Il podcast rappresenta una forma nuova di comunicazione libera, che ponendo al centro la parola e la voce, riesce a creare una nuova connessione, diversa da quella legata alle immagini, con il pubblico come fanno notare Jonathan Sterne, Jeremy Morris e Michael Brendan Baker nel loro articolo The Politics of Podcasting per The Fibreculture Journal.
Grazie alla collaborazione con Podcastory, i racconti sono ora presenti su tutte le principali piattaforme di podcasting e su Youtube permettendoci quindi di raggiungere un pubblico ampio, lontano dalla nostra orbita di riferimento, favorendo l’accessibilità e arrivando su smartphone, tablet e pc di chiunque sia semplicemente curioso di ascoltarli. Il podcast permette inoltre di uscire dal dominio delle immagini, riportandoci nella dimensione della parola e dell’ascolto, come gli aedi nell’Antica Grecia cantavano e raccontavano oralmente le leggende e le storie degli eroi e delle divinità, costruendo immaginari e sistemi di valori.
L’altro elemento che ha caratterizzato il format di 17 storie per il 2030 è stato il crowdsourcing dei contenuti. Il termine, neologismo coniato nel 2006 dal giornalista di Wired Jeff Howe, è la sintesi di crowd (folla) e outsourcing (esternalizzazione dei fornitori) e indica la modalità per la quale le comunità, in questo caso virtuali, vengono interpellate alla ricerca di idee e per la creazione di contenuti. Abbiamo dunque lavorato per creare degli spazi di opportunità, per far emergere le potenzialità e la creatività di chiunque fosse stato pronto a mettere nero su bianco le proprie idee, le proprie storie.
I risultati in numeri di “17 storie per il 2030”
Sono 365 i racconti pervenuti nelle 4 serie di contest che si sono alternate nel corso di un anno e mezzo, da marzo 2021 a maggio 2022, dedicate di volta in volta a 4 Goal afferenti a una macro tematica da noi individuata – Povertà e disuguaglianze (Goal 1, 2, 5, 10), Città, servizi e istituzioni (Goal 3, 6, 11, 16), Educazione, lavoro e innovazione (Goal 4, 8, 9, 12), Clima, energia e ambiente (Goal 7, 13, 14, 15). Tra questi ne sono stati selezionati 16 che sono stati trasformati in podcast. Mentre il podcast sul Goal 17 ha dato il via al progetto tramite un’intervista a Marisa Parmigiani che ha raccontato il senso dell’iniziativa.
A luglio 2022, la playlist ha raggiunto 63.231 ascolti totali, di cui 17.189 su piattaforme di podcasting e 46.042 visualizzazioni su YouTube. Il pubblico raggiunto da “17 storie per il 2030” è composto, seppure di poco, in maggioranza da donne (53%) ed è prevalentemente compreso in una fascia d’età adulta (dai 23 ai 59 anni).
Cosa ci portiamo a casa
I partecipanti al progetto ci hanno inviato storie che individuano soluzioni innovative per combattere la fame, fanno emergere sogni e speranze di chi le disuguaglianze le affronta su più livelli, immaginano una patente a punti per contribuire allo sviluppo delle città in un’ottica di cittadinanza attiva, raccontano un’umanità lasciata ai margini della società che non si arrende, disegnano tecnologie che ampliano l’esperienza formativa e l’idea di amicizia, testimoniano attraverso memorie di guerra che l’uomo è capace di tanta distruzione ma anche di cambiare e scegliere di proteggere l’ambiente.
Leggerle è stata un’immersione in un desiderio comune di cambiamento, più o meno percepito come possibile o lontano dalla realtà, ma sempre con uno sguardo verso una volontà di miglioramento per il bene della propria comunità, del proprio quartiere, del Pianeta nella sua interezza. Abbiamo letto di piccole azioni e grandi invenzioni, nel complesso abbiamo incontrato idee visionarie e fermento creativo. Tanta voglia di dare voce a un futuro diverso, a un immaginario che ci apra le porte di nuove possibilità.
L’invito a riflettere, pensare e scrivere di azioni e storie propositive pensiamo possa avere stimolato, in primis in noi stessi, una presa di coscienza su ciò che sta succedendo, a sensibilizzarsi e responsabilizzarsi. Con “17 storie per il 2030” abbiamo avuto quindi la conferma di quanto sia fondamentale lavorare per raccontare e diffondere l’Agenda 2030 a più persone possibili, per renderla un linguaggio condiviso alla portata di tutti. Solo con una piena consapevolezza da parte di ognuno di noi dell’importanza per l’intero Pianeta di muoverci verso uno sviluppo che sia concretamente sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale, economico, potremo dare vita, senso e concretezza a queste storie per un domani migliore, per una strada verso un futuro sostenibile.