5 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Il disagio psicologico della popolazione che non ha ancora raggiunto la maggiore età è argomento dibattuto e dato per scontato come una delle tante eredità della pandemia di Covid-19, talvolta sottovalutando trend di più lungo periodo. Nonostante la rilevanza sociale ed epidemiologica del tema della salute mentale dei giovani, la ricerca scientifica dedicata appare carente. In questo senso il Quaderno “Neurosviluppo, salute mentale e benessere psicologico di bambini e adolescenti”, presentato da Fondazione Cariplo in un evento dedicato svoltosi il 7 maggio, raccoglie la sfida di illustrare caratteristiche e complessità del fenomeno in Lombardia, a partire dall’analisi dei flussi amministrativi (ovvero delle informazioni prodotte dalle aziende sanitarie riguardo le prestazioni erogate) relativi agli accessi ai servizi sanitari registrati prima, durante e dopo la pandemia.

L’evoluzione dei disturbi neuropsichici tra i minorenni delineata dal Quaderno

Lo studio condotto da Fondazione Cariplo rileva, in estrema sintesi, un aumento degli utenti di minore età in tutti i servizi sanitari analizzati (ambulatoriale, residenziale, ospedaliero – accessi al Pronto Soccorso e ricovero ordinario), così come delle giornate di degenza e delle prestazioni psicofarmacologiche. Si tratta, tuttavia, di incrementi cominciati già prima dell’avvento della pandemia, durante la quale interventi mirati hanno consentito di attenuare la riduzione degli accessi per questo tipo di utenza (ne parlavamo recentemente qui, ndr). Dopo la pandemia, il cambiamento più evidente riguarda il marcato aumento nei suddetti servizi di categorie specifiche (genere femminile, preadolescenti e adolescenti).

La salute mentale nell’agenda politica italiana

Osservando più da vicino questo quadro, dal Quaderno emerge che il Pronto Soccorso risulta essere il contesto che fa fronte alle situazioni di maggior criticità, i cosiddetti codici gialli/arancioni e rossi, con un peggioramento dei quadri clinici, degli accessi ripetuti e dei comportamenti autolesivi e suicidari. Questi ultimi risultano difficili da identificare nei flussi amministrativi, perché non costituiscono una categoria diagnostica a sé stante e perché, sino a un recente passato, risultava diffusa la reticenza dei clinici ad etichettarli come tali in situazioni di mero sospetto. Ciò significa che, se da un lato i dati disponibili possono essere sottostimati, dall’altro gli aumenti registrati potrebbero testimoniare l’emersione di un fenomeno sommerso ma già presente prima dell’evento pandemico.

Accanto all’aumento degli accessi in PS con codici di priorità elevata, lo studio rileva tra il 2015 e il 2022 un incremento delle prestazioni farmacologiche (nel 28% dei casi non associate ad altri tipi di prestazione, dato che suggerisce criticità nella continuità di cura) e dei minori inseriti in percorsi residenziali terapeutici (in costante aumento nel periodo considerato).

Le categorie prevalenti e le risposte del sistema pubblico

Un dato interessante evidenzia l’inversione di tendenza tra il pre- e il post-pandemia della prevalenza di genere tra minorenni con disturbi psichiatrici, con un aumento di utenti di genere femminile in molti dei flussi analizzati. Il fenomeno è multifattoriale, ma è verosimile che sia in parte dovuto allo sguardo “maschio-centrico” che a lungo ha caratterizzato il mondo della medicina, orientato a riconoscere le manifestazioni sintomatologiche tipicamente maschili sottovalutando quelle femminili, con conseguenti ritardi diagnostici e terapeutici.

L’aumento dei casi complessi e la saturazione di un sistema sanitario già sofferente si accompagna a un aumento dei ricoveri presso reparti considerati non appropriati a ospitare minori con disagio psichico (Pediatria e Psichiatria per adulti anziché Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza – NPIA). Lo “spostamento” di parte dell’utenza verso altri servizi o al di fuori del servizio pubblico si ripercuote in particolar modo sulla popolazione di minori con disturbi neurologici, di gravità inferiore, di sesso maschile e di alcune classi età (0-2 e 6-10), con conseguenze deleterie sulla possibilità di intercettazione precoce. Sebbene i servizi lombardi per minori con disturbi del neurosviluppo risultino tra i più strutturati nel panorama nazionale, il Quaderno evidenzia rilevanti disomogeneità tra le diverse ATS, che rendono diseguale l’accesso alle cure. In particolare, gli andamenti delle prevalenze di utenti con ricoveri ordinari per disturbi psichiatrici e con inserimento residenziale terapeutico risultano correlati alla disponibilità di posti letto rispettivamente nei reparti di NPIA e nelle Strutture residenziali terapeutiche (SRT), che – come mostrano i grafici che seguono – presentano ampia variabilità tra le ATS lombarde.

A sinistra: Tasso (per 100.000 abitanti) di posti letto di NPIA per ricoveri ordinari nel 2022, per ATS, corretto per le attività a valenza nazionale. A destra: Tasso (per 100.000 abitanti) di posti in SRT nel 2022, per ATS. Fonte: Neurosviluppo, salute mentale e benessere psicologico di bambini e adolescenti in Lombardia 2015-2022, p. 39.

Il quadro delineato consente di offrire una serie di indicazioni utili alla programmazione sanitaria del Sistema Sanitario Regionale e agli interventi di prevenzione e di promozione della salute mentale sul territorio. Fra questi, il Quaderno invita a sviluppare iniziative per sostenere la genitorialità, sviluppare competenze relazionali ed emotive dei minori, nonché realizzare contesti scolastici ed extra-scolastici più inclusivi. Infatti, sebbene la pandemia abbia in qualche misura legittimato le richieste di aiuto, riducendo il silenzio e lo stigma sulle condizioni di malessere psicologico, si assiste a nuovi fenomeni di espulsione dai contesti di socializzazione, per far fronte ai quali lo studio auspica interventi volti a rendere detti contesti capaci di prevenire e gestire eventuali crisi dei minori che li abitano. Tutti temi che le ricercatrici di Secondo Welfare hanno recentemente approfondito nel libro “Welfare per le nuove generazioni”, che in particolare mette in luce come le istituzioni scolastiche possano diventare nuovi presìdi del benessere psicologico dei giovani.

Il bando Attenta-mente: una nuova edizione fondata su precedenti incoraggianti

Accanto all’obiettivo conoscitivo perseguito attraverso la redazione del Quaderno, la Fondazione Cariplo sostiene progetti dedicati ai minori con esperienza di disagio psichico, alle loro famiglie e alle altre figure educative attraverso il bando Attenta-mente, giunto alla terza edizione e attualmente aperto a nuove proposte. I risultati preliminari della prima edizione del bando, che ha sostenuto 34 progetti, sono stati presentati al pubblico durante l’evento del 7 maggio.

Attraverso un lavoro di monitoraggio tuttora in corso, la Fondazione sta rilevando come le progettualità finanziate abbiano sperimentato modalità di raccordo inedite e ambiziose tra servizi e attori diversi, dotati di visioni, linguaggi e mandati istituzionali non sempre convergenti. Nel tentativo di raggiungere i giovani attraverso canali sintonici (tra cui strumenti digitali e social media), i progetti si sono rivolti tanto al territorio (attraverso azioni di ascolto nel contesto scolastico e in altri luoghi informali) quanto ai minori già in cura presso i servizi specialistici, per un totale stimato di 65.000 minori e 30.000 adulti (genitori, docenti, medici di base, pediatri, allenatori, etc.) raggiunti.

L’impatto della pandemia sulla salute mentale e il benessere emotivo dei giovani

Attraverso una piattaforma dedicata che raccoglie i dati in maniera sistematica, sono state monitorate tre dimensioni relative alla prima annualità dei progetti (a metà del percorso biennale):

  • le attività messe in campo (oltre duecento, finalizzate perlopiù a fornire ai beneficiari un sostegno educativo, sociale o clinico-terapeutico);
  • le caratteristiche dei beneficiari diretti (età 10-18 anni, con segnali di malessere riconducibili a un ampio ventaglio di comportamenti: difficoltà emotive e relazionali, ritiro sociale, fobia scolare, comportamenti alimentari disfunzionali, aggressività);
  • le collaborazioni nella rete tra soggetti per l’implementazione dei progetti, sostenute dal percorso di comunità di pratiche offerto dalla Fondazione per la condivisione di esperienze e il mutuo apprendimento.

Sulla scorta di quanto emerso dalle edizioni precedenti e dal quadro delineato nel Quaderno, la Fondazione ha rinnovato il proprio impegno attraverso il nuovo bando Attenta-mente, aperto fino al 2 luglio, per selezionare progettualità rivolte ai minori più in difficoltà dal punto di vista psichico, emotivo e relazionale. Il testo e i relativi allegati sono disponibili sul sito della Fondazione.

 

 

Foto di copertina: Vika Glitter, pixabay.com