Il 15 giugno, a Torino, la Fondazione Agnelli ha festeggiato 50 anni di attività riaprendo la sua sede storica di via Giacosa 38. Per celebrare questa importante occasione, la presidente della Fondazione, Maria Sole Agnelli, e il vice presidente John Elkann hanno accolto nella sede, completamente rinnovata, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, la sindaca Chiara Appendino, e l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg.
Un grande evento, quindi, per festeggiare una delle fondazioni più importanti d’Italia, la prima tra le fondazioni d’impresa del nostro Paese (fondata nel 1966 e operativa dal 1967), e per rilanciare l’edificio storico che è stato prima abitazione del Senatore Giovanni Agnelli e poi casa della Fondazione tra il 1970 e il 2011. Primo edificio al mondo dotato di un sistema di geo-localizzazione indoor – una tecnologia concepita dallo studio Carlo Ratti Associati e realizzata da Siemens per geo-localizzare chi si sposta all’interno della struttura -, prevede spazi dedicati all’arte, all’innovazione, al co-working, alla ricerca e alla sperimentazione. Tutto in un ambiente dotato di sensori IoT, Internet of Things, che consentono di personalizzare gli spazi di lavoro, studio e ricerca, modificando la temperatura o la luminosità delle postazioni. Una celebrazione dello sguardo sempre volto al futuro della Fondazione, ma anche un invito alla creatività e alla sperimentazione.
È qui, in Via Giaveno 38, in un palazzo high-tech e iper-innovativo, che avranno sede la Scuola di alta formazione al management e il Centro sull’imprenditorialità e innovazione del Politecnico. Qui troveranno casa laboratori didattici per studenti e insegnanti, e progetti dedicati al campo dell’istruzione, come “L’italiano per studiare”, rivolto ai ragazzi provenienti da famiglie straniere, e come Eduscopio.it, portale dedicato all’orientamento scolastico e voluto proprio dalla Fondazione Agnelli. Infatti, se per statuto la sua finalità è quella di “approfondire e diffondere la conoscenza delle condizioni da cui dipende il progresso dell’Italia in campo economico, scientifico, sociale e culturale”, appare chiaro come l’impegno nel settore dell’educazione e dell’istruzione, su cui la Fondazione primariamente si concentra dal 2008, sia percepito come indispensabile al fine di migliorare la qualità della vita, la coesione sociale e il benessere, in termini economici e di auto-realizzazione, degli individui.
La ristrutturazione della sede storica rappresenta, quindi, l’impegno nei settori della tecnologia, dell’innovazione e dell’istruzione per affiancare e accogliere la società civile in un percorso virtuoso di crescita. Un impegno che si pone in continuità con il percorso intrapreso nel 1967 dalla Fondazione e che si rinnova con nuove tecnologie e nuovi modi di concepire e vivere gli spazi, guardando al domani e alle giovani generazioni.
IL FUTURO È: un format per immaginare il domani
John Elkann, durante la celebrazione di inaugurazione, ha ribadito come la sede rinnovata dallo studio dell’architetto Carlo Ratti, con la collaborazione di una start-up di giovani torinesi, sia un trampolino di lancio per un futuro che sarà molto diverso da ciò che ci aspettiamo, e che metterà in connessione e dialogo spazi virtuali e fisici, uomo, natura e tecnologia. Come lo immaginiamo, oggi, questo futuro? Quali valori avremo? Come sarà l’Europa? Quali saranno le grandi conquiste scientifiche? Che posto avrà l’arte? In che cosa crederemo? Che aspetto avranno le nostre città?
Per rispondere a queste domande sono stati chiamati scienziati, politici, artisti, personalità del mondo della ricerca e dello sport, pensatori, giornalisti, filantropi: 50 interviste per immaginare il domani, 50 idee per tracciare una strada.
Il progetto IL FUTURO È, lanciato in occasione del cinquantesimo anniversario della Fondazione, ci parla di lavoro, di giovani, di generazioni, di tecnologia e ambiente; ci parla del mondo, del lavoro, della fede, del cibo, della salute e del Made in Italy. Ci parla di povertà, di ricerca, informazione e scienza; di clima, di sostenibilità, di arte, cultura, sentimenti e molto altro ancora.
C’è Elena Cattaneo, scienziata, che immagina un futuro in cui i finanziamenti alla ricerca permetteranno alla scienza di avere coraggio e di sperimentare con coraggio. C’è Enrico Letta, politico, che pensa un futuro in cui l’Europa sarà più forte e in grado di competere con le grandi potenze mondiali. C’è Jovanotti, che parla di un mondo sempre più interconnesso, in cui la musica sarà sempre più potente. C’è il giornalista Massimo Russo, che immagina i giornalisti del futuro come dei news deejay che remixeranno notizie che viaggeranno sempre più veloci. C’è l’atleta Bebe Vio, secondo cui nel futuro le disabilità scompariranno, e ci saranno solo opportunità. C’è Melinda Gates, della Bill&Melinda Gates Foundation, che parla di un futuro di diritti per le donne e le ragazze, in cui i big data ci forniranno le indicazioni su dove stiamo andando – e su quale strada prendere; un futuro in cui le fondazioni saranno un esempio di impegno e indicheranno ai governi i problemi su cui agire, i campi in cui vale la pena investire e, a volte, rischiare.
Moltissimi protagonisti e argomenti da approfondire in un format semplice e divertente da esplorare per temi, hashtag e personaggi, che celebra una Fondazione da sempre attenta al domani, all’innovazione, ai giovani, alla ricerca e al miglioramento della società italiana.