Oggi e domani a Cagliari, presso il teatro Lirico, si svolge il XXV Congresso di Acri, l’associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio italiane. L’edizione di quest’anno, la prima dopo lo stop imposto dalla pandemia, si concentra sul tema “Sulle strade dell’Uguaglianza”. Si tratta del culmine di un percorso partecipato di riflessione condotto da Acri sul tema delle disuguaglianze nel nostro Paese, sulle sperimentazioni già in atto e sulle nuove azioni da mettere in campo per contribuire a contrastarle.
Alla cerimonia inaugurale, che si è aperta con la lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al presidente di Acri, Francesco Profumo, sono intervenuti: Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari; Christian Solinas presidente della Regione Sardegna; Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale; Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti; Antonio Decaro, presidente di Anci in videocollegamento, Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore; Angel Font, presidente di Philea – Philanthropy Europe Association. La vicepresidente del Parlamento europeo, on. Giuseppina Picierno, ha inviato un videomessaggio.
Profumo: la pandemia e il “ritorno” delle disuguaglianze
Nella sua relazione introduttiva il Presidente di Acri, Francesco Profumo, ha toccato diversi temi di interesse. Di seguito riportiamo alcuni passaggi particolarmente significativi, che sintetizzano le principali questioni che verranno toccate nel corso della due giorni.
Parlando degli impatti della pandemia, Profumo ha sottolineato come “negli ultimi anni le disuguaglianze nel nostro Paese sono sensibilmente aumentate“. Si tratta di “disuguaglianze territoriali, tra Nord e Sud del Paese, tra grandi città e aree interne; disuguaglianze di genere, in termini salariali, di opportunità di lavoro, di possibilità di carriera; disuguaglianze sociali, tra garantiti e non, per le diverse forme di contrattualizzazione del lavoro; disuguaglianze generazionali, tra giovani e adulti, a causa di una mobilità sociale da anni bloccata; disuguaglianze di diritti, tra chi nasce nel nostro Paese e chi qui decide di venirci a vivere”.
Come si possono affrontare? Secondo Profumo: “per troppo tempo qualcuno ha pensato che sarebbe bastato il solo sviluppo economico per sanare le imperfezioni del sistema. Questo perché per troppo tempo, sviluppo e sociale sono stati considerati separatamente. Per troppo tempo è stata dominante una visione che voleva che i due termini fossero al più collegati da un rapporto di causa-effetto: la crescita economica di un territorio e la creazione di posti di lavoro avrebbero progressivamente fatto crescere il capitale umano e sanato le disuguaglianze della società. Ma non è stato affatto così.”
Anche grazie alla pandemia “ci siamo finalmente resi conto che, se non vogliamo produrre uno sviluppo fragile e superficiale, le due cose devono andare di pari passo. Per realizzare una crescita radicata e duratura, dobbiamo contestualmente alimentare la coesione sociale, attraverso il protagonismo delle comunità“. Secondo il Presidente di Acri “siamo finalmente tutti consapevoli che la disuguaglianza, a lungo andare, non è solamente ingiusta, ma anche portatrice di una complessiva inefficienza dell’intero sistema”.
Gli interventi necessari
“Se un Paese non è in grado di far partecipare tutti i suoi cittadini al progresso della società” ha continuato Profumo “significa che sta minando le basi della sua stessa crescita”.
“Se precludiamo, nei fatti, la possibilità a tutte le donne di partecipare attivamente al mondo del lavoro, non stiamo solo negando un loro diritto, stiamo privando l’intero sistema di un apporto insostituibile di idee ed energie. Se precludiamo ai giovani – a tutti, indipendentemente dal luogo e dalla famiglia in cui nascono – la possibilità di accedere a un’istruzione di qualità, di scoprire e mettere a frutto il loro potenziale, stiamo privando l’intero sistema di una fondamentale spinta all’innovazione, rinunciando al concorso di risorse fondamentali per immaginare il futuro. Se precludiamo la possibilità di avviare percorsi stabili lavorativi e di vita, se non rendiamo accessibili per tutti cultura e bellezza, se non ci facciamo carico di “rimuovere gli ostacoli” che negano l’uguaglianza, stiamo condannando il nostro Paese non solo a non crescere, ma a regredire: stiamo minando il futuro della nostra comunità, stiamo creando la povertà e le disuguaglianze di domani”.
“Dobbiamo riuscire a tenere insieme, da un lato, la promozione e la crescita dell’innovazione, dall’altro, dobbiamo accompagnare le fragilità della nostra società. Perché un Paese prospera solo se c’è equilibrio tra le sue parti, tra chi cresce e chi fa fatica: questa è l’uguaglianza che vogliamo e di cui abbiamo assoluto bisogno“.
L’impegno delle Fondazioni di origine bancaria
Profumo ha quindi ricordato l’impegno delle Fondazioni di origine bancaria (Fob) per affrontare le disuguaglianze. “La legge Ciampi del 1999 (che ha modificato l’assetto delle Fob, ndr) conteneva un’intuizione lungimirante che si è rivelata cruciale nel tempo: alle Fondazioni è affidato il duplice compito di perseguire fini di utilità sociale e, insieme, di promozione dello sviluppo economico“.
“Questo si traduce nella pratica quotidiana delle Fondazioni, che promuovono contemporaneamente startup ed empori solidali, ricerca scientifica e spazi di aggregazione, alta formazione e inserimento lavorativo. Le Fondazioni non intendono curare “a valle”, ma intervenire “a monte”. Lavorano per contrastare le disuguaglianze di domani. Lo fanno utilizzando diversi strumenti, a seconda delle esigenze: erogazioni assegnate tramite bando, cofinanziamenti, progetti propri, attività di accompagnamento, mission related investment, finanza sostenibile, impact investing, e tanti altri”.
Le Fob agiscono “senza volersi sostituire al Pubblico” sottolinea ancora Profumo “ma, secondo il principio di sussidiarietà, sperimentano soluzioni innovative per il bene comune, che possano ispirare policy più ampie e durature. Lo fanno costruendo vasti e inediti partenariati, che riuniscono istituzioni, Terzo Settore, cittadini. Lo fanno avendo a mente un obiettivo ben preciso: al di là e ben oltre la quantità di risorse stanziate, il cuore dell’intervento delle Fondazioni sta nel voler diffondere una cultura della partecipazione e della responsabilità. Al centro ci sono i valori che in questi anni le Fondazioni hanno condiviso e, con la loro azione, hanno contribuito a diffondere nel Paese: solidarietà, pluralismo, uguaglianza».
Come proseguirà il Congresso di Acri
I lavori del Congresso proseguono oggi pomeriggio con due tavole rotonde. La prima dal titolo “Inefficienza e ingiustizia, perché parliamo di disuguaglianze”, condotta da Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, a cui partecipano: Carlo Borgomeo presidente Fondazione Con il Sud, Angelo Moretti referente Rete “Piccoli Comuni Welcome”, Luisa Pomarici del think tank Tortuga, Paola Profeta, docente di Scienza delle finanze all’Università Bocconi.
Alla seconda tavola rotonda, moderata dal direttore generale di Acri Giorgio Righetti e intitolata “Fondazioni, trent’anni di sperimentazioni per promuovere l’uguaglianza”, partecipano i vicepresidenti Acri: Paolo Cavicchioli, presidente Fondazione di Modena, Giuseppe Morandini, presidente Fondazione Friuli, e Luigi Salvadori, presidente Fondazione CR Firenze. A intervallare i due appuntamenti, tre testimonianze di alcuni progetti di sistema sostenuti dalle Fondazioni: Valeria Taurino, direttrice generale SOS Mediterranée Italia, Cristina Malegori, ricercatrice Università di Genova, Ugo Bressanello fondatore Domus de Luna.
Domani mattina il programma prevede una serie di interventi dedicati alle banche, introdotti da Gerhard Brandstätter, vicepresidente di Acri e presidente della Cassa di Risparmio di Bolzano Spa. Partecipano: Antonio Patuelli presidente Abi; Luigi Federico Signorini, direttore generale Banca d’Italia, on. Carla Ruocco, presidente Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario; Peter Simon, direttore ESBG – European Savings and Retail Banking Group; Camillo Venesio, presidente onorario Pri.Banks.
La mattinata si concluderà con l’approvazione della mozione finale del Congresso, presentata dal presidente di Acri che darà le linee guida per l’Associazione in merito ai temi e gli obiettivi strategici per i prossimi tre anni.