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Il nostro Paese ormai da diversi anni sta scontando il peso della disoccupazione giovanile e il triste diffondersi dei cosiddetti NEET (acronimo di Not in Education, Employment or Training), ovvero quei giovani che non studiano, non lavorano e non si stanno formando professionalmente. Fondazione Cariplo per questa ragione – da quando è iniziata la crisi – ha progressivamente avviato progetti dedicati a queste problematiche e ora, attraverso una nuova grande iniziativa che sta prendendo corpo a Milano, sembra intenzionata ad affrontarli con maggiore forza.

Anche grazie al sostegno di grandi aziende private – Fastweb, Microsoft, Novartis e Terna – da giugno, nello spazio ex-Ansaldo di BASE Milano, nascerà Cariplo Factory, un grande polo per l’innovazione digitale che favorirà l’occupazione dei giovani, in particolare attraverso la strada dell’autoimprenditorialità. La Fondazione milanese ha investito nel progetto 10 milioni di euro, con l’obiettivo di creare almeno 10.000 job opportunities nei prossimi 3 anni. Di seguito vi spieghiamo ragioni, caratteristiche e obiettivi di questa interessante iniziativa.


La grande sfida della disoccupazione giovanile

I più recenti dati Istat ci dicono che tra i giovani la disoccupazione è più che tripla rispetto alla media nazionale – 36.7% contro l’11.4% – mentre i NEET sono circa il 25,7% degli under 30: 2,3 milioni di persone. Nei primi mesi del 2016 questi numeri sono scesi leggermente rispetto agli anni passati, ma restano comunque molto alti se confrontati col periodo pre-crisi, quando la disoccupazione giovanile si attestava al 24.4% e i NEET erano "solo" il 18.9%.

Al di là del ciclo economico sfavorevole degli ultimi anni, la disoccupazione giovanile appare una malattia endemica del nostro mercato del lavoro, legata soprattutto al disallineamento tra le opportunità lavorative generate dal sistema economico e il capitale umano che esce dal sistema scolastico e formativo. Una discrepanza che si evidenzia, ad esempio, nel fatto che le imprese oggi non riescono a trovare candidati adeguati per il 16% delle posizioni ricercate (si parla di circa 65.000 posti vacanti) nonostante il gran numero di persone che stanno cercando lavoro.

Anche se dovesse iniziare una fase di consistente ripresa economica, dunque, difficilmente si potrà assistere a un ridimensionamento significativo dei problemi sopra accennati. Da un lato, infatti, la situazione attuale risulta legata principalmente alle difficoltà del nostro sistema scolastico di garantire candidati qualificati in numero adeguato alle richieste del mercato; dall’altro lato, è evidente come molti giovani intraprendano percorsi universitari senza tener conto degli sbocchi professionali offerti dal mondo del lavoro. Occorrerebbe in questo senso la capacità di mettere maggiormente in relazione mondo imprenditoriale e strutture formative, oltre a percorsi di orientamento che possano evidenziare le opportunità realmente offerte dal sistema occupazionale. 

L’autoimprenditorialità e le startup innovative

Oltre alle ombre, tuttavia, c’è da segnalare qualche spiraglio di luce. Sul fronte dell’autoimprenditorialità dei giovani emergono ad esempio dati incoraggianti. Tra il 2014 e il 2013 le startup innovative nel nostro Paese sono aumentate del 120%, passando da 1.227 a 2.716, e insieme ad esse sta crescendo anche un ecosistema che ne favorisce nascita, finanziamento e sviluppo.

Sempre più numerose sono ad esempio le competizioni dedicate alle start up (come il bando sull’Economia Circolare promosso da Fondazione Bracco), che lo scorso anno sono state più di cinquanta, e i soggetti che sono direttamente impegnati nel sostenere lo sviluppo di queste realtà.

Da segnalare è inoltre il crescente numero di attori che negli anni si sono interessati a diverso titolo di startup. Attualmente nel Paese esistono oltre un centinaio tra incubatori e acceleratori, 38 parchi scientifici, 62 spazi di coworking, una cinquantina di piattaforme di crowdfunding, 46 FabLab. Inoltre, diversi investitori istituzionali (6 pubblici e 30 privati secondo l’Osservatorio Start Up di Polimi) e alcune grandi imprese “tradizionali” stanno investendo sull’open innovation, avviando iniziative di scouting e call for ideas dedicate proprio al mondo delle start up.

Cariplo Factory: un luogo concreto per favorire l’innovazione

Negli ultimi anni anche Fondazione Cariplo si è trovata in prima linea per aiutare i giovani disoccupati, sviluppando diversi progetti innovativi come, solo per citare alcuni dei più noti, NEETwork, Green Jobs, Startup Revolutionary Road, Tandem Europe o IC – Innovazione Culturale. Tuttavia, dopo aver sviluppato numerose iniziative e progettualità che hanno messo al centro i giovani, il lavoro, e l’innovazione, la Fondazione ha deciso di dotarsi di una realtà operativa che possa coniugare queste dimensioni aumentandone l’impatto. È così nata l’idea di Cariplo Factory, un luogo in cui, grazie al confronto e alla sinergia tra profit e non profit, siano sviluppati progetti di innovazione, valorizzati i giovani talenti e sostenute nuove startup che nasceranno sul territorio.

Cariplo Factory ha quindi deciso di realizzare a Milano uno spazio dedicato all’open innovation che abbia la propria forza nell’incontro e nella contaminazione di saperi tra soggetti pubblici, privati e non profit. Un soggetto ibrido che possa mettere insieme PMI e grandi aziende, aziende hi-tech e imprese sociali, imprese culturali, incubatori, acceleratori, università, centri di ricerca, scuole ed enti di formazione, FabLabs, ambienti di educazione informale, investitori e professionisti. Per la realizzazioni di questi obiettivi Cariplo ha scelto di investire una somma ingente: 10 milioni di euro in tre anni.

La scelta del luogo per la realizzazione di questo progetto ambizioso è caduta su BASE Milano. Si tratta di un nuovo spazio inaugurato il 30 marzo scorso in zona Tortona, nello stabilimento dell’ex Ansaldo: 6.000 metri quadri che ora sono dedicati a coworking, laboratori, esposizioni, spettacoli e workshop. Cariplo Factory si troverà qui, in via Bergognone 34. La sede, che dovrebbe essere operativa da giugno, avrà inizialmente in uno spazio di 550 mq, che nei prossimi mesi aumenterà fino a raggiungere i 1.500 mq. Perché tanto spazio? Perché alle startup più innovative si offrirà uno spazio fisico proprio presso BASE Milano.


Obiettivi e strategie

Cariplo Factory mira quindi alla creazione di almeno 10.000 jobs opportunities per giovani nei prossimi tre anni attraverso l’accelerazione di imprese già esistenti e lo sviluppo di nuove startup. Saranno offerti percorsi formativi con attività di mentorship e potenziamento tecnologico, workshop e, alla fine, le realtà partecipanti saranno accompagnate verso gli investitori interessati alla loro crescita.

Inoltre, grazie a piattaforme realizzate in collaborazione con multinazionali, policy maker, attori istituzionali e operatori di grande livello ed esperienza in diversi settori strategici, i giovani potranno sperimentare percorsi di formazione professionalmente qualificanti, esperienze certificate all’interno di contesti aziendali, attività formative finalizzate allo sviluppo delle nuove professioni, ad esempio legate al mondo della musica e delle produzioni video in era digitale. Un esempio? La Digital IQ Academy di Fastweb per la formazione alle nuove professioni in campo digitale, che prenderà avvio proprio all’interno degli spazi di BASE. Oppure GrowITUp, una piattaforma di Microsoft dedicata alle startup, che si presenta come un acceleratore per percorsi imprenditoriali caratterizzati da un alto contenuto tecnologico, a forte rilevanza sociale, culturale, ambientale.

Queste attività – che mixeranno progetti di corporate social responsibility, progetti di talent management e progetti di open innovation – si propongono di contrastare gli attuali fattori negativi che caratterizzano il mercato del lavoro come l’elevata disoccupazione giovanile, il disallineamento tra domanda e offerta di competenze, l’elevata percentuale di lavoratori impiegati in maniera non coerente con i propri titoli di studio.


Cosa ci dice Cariplo Factory della strategia della Fondazione 

Le fondazioni di origine bancaria normalmente perseguono la propria mission adottando approcci granting o approcci operating. Mentre i primi riguardano le erogazioni di contributi monetari a soggetti terzi, ai quali viene demandata la realizzazione materiale delle attività finanziate, i secondi vedono invece un impegno diretto da parte della Fondazione, che si attiva in prima persona per sostenere o realizzazare progettualità e iniziative giudicate prioritarie per il territorio. Le fondazioni progressivamente si sono quindi sganciate dal ruolo di meri erogatori di risorse (approccio prevalente per quasi tutti gli anni ’90) assumendo un atteggiamento sempre più attivo volto alla realizzazione diretta di determinati progetti. Da semplice sportello erogativo "passivo", che si limitava a fornire contributi ai progetti più meritevoli, le Fondazioni sono diventate un soggetti competenti, che partecipano attivamente ai progetti proposti da terzi o che, addirittura, ne promuovono di propri per meglio impattare sulla realtà che si trovano ad fronte.

Cariplo, con Cariplo Factory, sembra compiere un passo ulteriore. La Fondazione ormai da diversi anni ha iniziato a sviluppare progetti per intervenire su problematiche ritenute prioritarie per i territori. Le numerose iniziative rivolte ai giovani – si pensi a NEETwork – ne sono un esempio palese. Cariplo Factory è diverso perché, oltre a prevedere un investimento molto consistente, vede anche l’assunzione di un ruolo preciso da parte della Fondazione, che è quello dell’innovatore sociale

Un ruolo, questo di innovatore, che la Fondazione ha scelto di svolgere direttamente, ma non da sola. E’ infatti interessante notare il coinvolgimento di partner importanti, sia profit che non profit, che con le proprie competenze possono dare maggiore incisività alle azioni che saranno sviluppate dalla Factory. Nei prossimi anni avremo modo di vedere se, come e quanto Cariplo Factory potrà incidere sulla realtà milanese, mostrandoci forse anche una nuova strada lungo cui potranno incamminarsi le fondazioni bancarie.