Cinque anni fa l’allora arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi sanciva la nascita del Fondo Famiglia Lavoro (FFL), un’iniziativa volta a sostenere coloro che a causa della crisi hanno perso il lavoro e si trovano in difficoltà. Il FFL in questi anni è stato in grado di distribuire ingenti risorse a migliaia di famiglie residenti nel territorio dell’Arcidiocesi, ed è stato capace di favorire lo sviluppo locale di interessanti iniziative di secondo welfare. I risultati ottenuti hanno spinto il cardinale Angelo Scola, che dal settembre 2011 guida la Chiesa ambrosiana, a rilanciare il progetto, avviando una seconda fase in cui all’erogazione di risorse si affiancheranno misure maggiormente attente al tema del lavoro e dell’occupazione.
La prima fase del progetto: erogazioni a sostegno delle famiglie in difficoltà
La costituzione del Fondo Famiglia Lavoro risale alla notte di Natale 2008, quando il Cardinale Dionigi Tettamanzi, durante la Messa, ne annunciò la nascita con una dotazione iniziale di un milione di euro. Il 23 gennaio 2009 il Fondo venne formalmente istituito come Fondazione non autonoma dell’Arcidiocesi di Milano avente carattere straordinario, temporaneo e integrativo. Il FFL dalla sua nascita ha sostenuto quelle famiglie che, a causa dell’inasprirsi della crisi, hanno visto i propri membri perdere il lavoro. Il Fondo ha cercato di rispondere alle tante problematiche legate alla perdita dell’impiego e le conseguenti difficoltà economiche da essa derivanti, in particolare attraverso erogazioni a fondo perduto destinate al pagamento di bollette, mutui, spese mediche straordinarie o spese scolastiche dei figli.
Al 31 dicembre 2011, quando si è conclusa la prima fase del FFL, risultavano erogati 13.833.809 €. Il 28% delle donazioni proveniva da privati cittadini, il 19% dalle parrocchie, il 17% da fondi messi direttamente a disposizione dal Cardinale, mentre i contributi di imprese e enti filantropici, tra cui Fondazione Cariplo che ha contributo con 2 milioni, corrispondevano al 14% del totale. Queste risorse sono state distribuite a 6.969 famiglie in difficoltà, il 72% delle 9.720 richieste di sostegno pervenute al Fondo. Questi dati tuttavia non sono in grado di spiegare esaurientemente le molte attività avviate dal FFL: al di là della distribuzione di contribuiti economici il FFL è stato infatti capace di favorire lo sviluppo di strumenti innovativi, in particolare a livello locale, grazie al lavoro delle diverse reti facenti riferimento alla Chiesa di Milano.
Struttura e organizzazione del Fondo: sussidiarietà all’opera
La gestione del Fondo, e in particolare la raccolta e l’analisi delle richieste di contributo, è affidata alle parrocchie e ai decanati, a cui si sono affiancate le strutture della Caritas Ambrosiana e delle Acli delle province di Milano, Monza Brianza, Lecco, Varese e Como, che insistono sul territorio della Diocesi milanese. Più di 600 volontari, all’interno delle Caritas parrocchiali e dei circoli Acli, hanno così dato vita ai 104 distretti del Fondo, che rappresentano le unità territoriali a cui è possibile rivolgersi per poter ottenere aiuto.
Presso gli uffici dei distretti vengono raccolte le richieste delle famiglie, le quali tuttavia non accedono automaticamente alle risorse derivanti dal Fondo. Prima di inviare formale richiesta di erogazione, infatti, la commissione decanale cui fanno riferimento i distretti verifica l’esistenza di eventuali altre risorse, sia pubbliche (prestiti d’onore della regione, misure per i disoccupati già esistenti, programmi comunali o provinciali, etc.) che private, o la possibilità di attivare proprie iniziative sul territorio per rispondere alle necessità contingenti. Questo carattere integrativo è sicuramente uno degli aspetti più interessanti del Fondo, che entra in azione solo dopo che sono state vagliate tutte le possibili soluzioni presenti a livello locale.
Nel caso non vi sia la possibilità di sviluppare risposte sul territorio la commissione decanale invia le richieste di contributi al SILOE – il servizio della Caritas diocesana che si occupa di famiglie con problemi di reddito, casa e lavoro – che esamina le richieste pervenutegli. Prima di attivare le risorse del Fondo il SILOE valuta se è possibile “smistare” le richieste verso altri servizi di aiuto ai più bisognosi. Oltre al FFL la Caritas possiede infatti diversi altri strumenti attraverso cui affronta le situazioni di disagio. Tra quelli che collaborano col FFL ricordiamo il SAM – Servizio Accoglienza Milanese, che si occupa di casi di grande emarginazione, il SAI – Servizio Accoglienza Immigrati, la Fondazione San Bernardino, che cerca di prevenire i casi di usura e la Fondazione San Carlo, che si occupa di formazione, anziani e housing sociale. Qualora questi servizi non possano prendere in carico la richiesta, il SILOE ricorre quindi alla risorse del Fondo che, una volta approvate dal Consiglio di gestione, verranno consegnate sotto forma di assegno dal parroco alla famiglia richiedente.
Esempi di iniziative sviluppatesi a livello locale
Molte sono le iniziative sviluppatesi a livello locale e diverse sono le modalità operative scelte in base ai bisogni costatati. In alcuni casi sono stati creati fondi territoriali sul modello del FFL, in altri sono state sviluppate partnership con gli attori presenti a livello locale, in altri ancora sono stati promossi momenti di confronto per sensibilizzare lo sviluppo di soluzioni cui potesse partecipare l’intera comunità.
A titolo esemplificativo indichiamo tre buone prassi, che possono permettere di capire meglio quanto abbia generato il Fondo anche senza erogare direttamente risorse. Nel Decanato di Lecco, a Belledo Germanedo, si è sviluppato un fondo, denominato Fondo per una Comunità Solidale che, seguendo modalità simili al FFL, aiuta le famiglie in difficoltà grazie alle donazioni dei fedeli che si sono impegnati a versare un quota (minimo di 10 € mensili) nelle casse del Fondo. Nel Decanato della Valle Olona sono stati invece sviluppati tavoli di confronto con i comuni della zona, attraverso cui è stato possibile confrontarsi con le istituzioni sulle misure da approntare per aiutare chi ha bisogno, ponendo particolarmente attenzione al tema del lavoro. A Sesto San Giovanni uno dei problemi maggiormente presenti è quello della casa: molti infatti sono coloro che a causa della crisi non hanno più un tetto sopra la testa. Da questa costatazione è nato Lo.Care, un progetto che mira a far incontrare domanda e offerta di case in affitto, in modo da offrire alloggi a canone agevolato a chi ne ha bisogno.
Risultati conseguiti nella prima fase: alcuni dati relativi alle erogazioni
I dati messi a disposizione dalla Caritas relativamente alla prima fase del Fondo indicano che nel 41,9% dei casi i beneficiari delle erogazioni erano italiani, mentre erano stranieri nel 58,1%. La maggioranza delle persone che hanno chiesto aiuto lavoravano in settori duramente colpiti dalla crisi, in primis edilizia e industria, ma molti sono anche i casi di piccole aziende e imprese familiari fallite. I casi più problematici, tuttavia, sono quelli dei lavoratori delle cooperative, che non avendo diritto né al sussidio di disoccupazione, né alla cassa integrazione rischiano di trovarsi più facilmente senza aiuti nel momento in cui perdono l’impiego. Come mostra la tabella 1, i problemi occupazionali più frequentemente registrati sono il licenziamento, la fine di un contratto di lavoro a termine o la cassa integrazione (CIG).
Tabella 1. Distribuzione secondo la condizione lavorativa
Fonte: Elaborazioni dell’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse di Caritas Ambrosiana su dati del Fondo Famiglia Lavoro.
Come detto il FFL nei primi anni di attività è stato in grado di aiutare quasi 7.000 famiglie attraverso la distribuzione di 14 milioni di euro e, nel contempo, ha favorito lo sviluppo di misure locali che hanno sostenuto chissà quanti altri nuclei familiari. I dati, tuttavia, dimostrano come molti di quelli che hanno partecipato alla prima fase, dopo qualche tempo, siano tornati a chiedere aiuto. Nonostante il contributo garantito dal FFL questi non erano infatti riusciti a trovare un impiego che garantisse reddito sufficiente al mantenimento della propria famiglia. I responsabili diocesani si sono quindi chiesti come rispondere a questa problematica importante, decidendo che nella seconda fase sarà posta maggiore attenzione al tema del lavoro.
Fase due: formazione, microcredito e inserimento nel mondo del lavoro
La seconda fase del FFL seguirà le modalità già utilizzate nella fase precedente, ma istituzionalizzerà molte misure sperimentate nella prima tranche del Fondo. L’inasprirsi della crisi ha fatto emergere come, soprattutto a livello occupazionale, siano necessarie forme di accompagnamento mirate nei confronti di chi rischia di non riuscire a ricollocarsi autonomamente sul mercato del lavoro. Occorrono quindi misure che prevedano, innanzitutto, l’attivazione e l’impiego di tutte le possibili risorse del territorio a favore del lavoro. In quest’ottica la seconda fase del Fondo Famiglia Lavoro, promossa dall’Arcivescovo Cardinale Angelo Scola nel maggio 2012, intende articolare la logica prettamente erogativa, che comunque sarà ancora presente, attraverso tre differenti tipologie di intervento:
1. Promozione di percorsi di orientamento e formazione professionale: attraverso colloqui con operatori della Fondazione San Carlo e del SILOE verranno tracciati percorsi personalizzati che potranno prevedere orientamento, formazione o riqualificazione, garantite direttamente attraverso la Fondazione o con il supporto di altri enti con analoghe finalità disponibili sul territorio. Durante il percorso, che durerà indicativamente sei mesi, le persone riceveranno un’indennità economica, collegata al rispetto del progetto personalizzato sottoscritto. Il percorso si concluderà con un tirocinio in azienda, con l’affiancamento nella ricerca attiva del lavoro e, qualora si verificassero le condizioni, con l’inserimento occupazionale.
2. Interventi di microcredito: mettendo a frutto esperienze maturate nella prima fase del progetto (come il Prestito della speranza promosso della CEI) verranno sviluppate nuove forme di aiuto finalizzate alla realizzazione e al sostegno di attività economiche fino a un massimo di 10 mila euro. La Fondazione San Bernardino, grazie al contributo di esperti che collaborano col FFL, – come Acli, Confcooperative, Cdo e Movimento dei Focolarini – si occuperà di costruire business planning personalizzati, che saranno poi sottoposti alle banche che hanno scelto di collaborare col Fondo (BPM, Banca Intesa, Credito Valtellinese, Mps, Ubi Banca). Dopo 6 mesi è previsto il pagamento delle prime rate. In caso di mancata restituzione il FFL si impegna ad attivarsi per capire le ragioni di queste mancanze e contribuire alla risoluzione dei problemi.
3. Fare Impresa Insieme: col tempo è previsto lo sviluppo di forme di aiuto non economico per quei singoli o quei nuclei familiari che intendono avviare nuove attività imprenditoriali, attraverso un affiancamento di esperti che li consiglino nelle fasi iniziali. Questa misura sarà coordinata dalle ACLI in collaborazione con le realtà territoriali di Confcooperative, Cdo e Movimento dei Focolarini.
Le prospettive del FFL secondo Luciano Gualzetti, vice direttore Caritas Ambrosiana
Riportiamo di seguito un breve stralcio del dialogo avuto con Luciano Gualzetti, vice direttore della Caritas Ambrosiana, che ha contribuito alla realizzazione del presente articolo approfondendo con noi alcuni aspetti relativi al funzionamento del Fondo Famiglia Lavoro. A lui e alla Caritas vanno i nostri ringraziamenti per la disponibilità dimostrataci nel fornirci informazioni relative alle attività svolte dal FFL.
Dottore Gualzetti, quali sono le prospettive del Fondo Famiglia Lavoro per il futuro?
Molti di quelli che hanno partecipato alla prima fase dopo qualche tempo sono tornati a chiederci aiuto perché, nonostante il contributo del Fondo Famiglia Lavoro, non erano riusciti a trovare un impiego che garantisse reddito sufficiente al mantenimento della famiglie e si sono quindi ritrovati in difficoltà. La seconda fase parte da questo dato, e dalla costatazione che questa crisi è molto più lunga di quanto preventivato. E’ una crisi strutturale e, oltre che economica, culturale: anche quando si esaurirà continuerà a produrre effetti sociali devastanti, dettati dall’incapacità di rispondere coerentemente ai grandi problemi che si sono creati. Sono quindi necessarie risposte complesse, che tengano in conto i bisogni delle persone, e che ora come ora sono legate soprattutto alla delicata questione del lavoro, e delle persone in quanto tali. Il FFL si è inventato un modo di aiutare le persone che appare nuovo, ma che in realtà esprime forme di solidarietà che col tempo erano andate perdute. Il FFL nella prima fase ha creato infatti forme di solidarietà e di solidarismo inaspettate, che ora stiamo cercando di mettere a frutto attraverso le nuove modalità operative che saranno promosse nella seconda fase. Sinceramente, viste le premesse da cui è nato, spero che le prospettive del FFL siano di breve periodo. Spero infatti che esso esaurisca il proprio compito il prima possibile, perché questo vorrebbe dire che la crisi è finalmente finita e che l’emergenza è superata.
Riferimenti
Il sito del Fondo Famiglia Lavoro
Il sito della Caritas Ambrosiana
L’elenco dei distretti del FFL
Il serivizo SILOE della Caritas Ambrosiana
Il serivizio SAM della Caritas Ambrosiana
Il serivizio SAI della Caritas Ambrosiana
Il Fondo per una Comunità Solidale svilupaptosi nel decanato di Lecco
Il progetto Lo.Care a Sesto San Giovanni