E’ terminata anche la seconda delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile (clicca qui per il resoconto della prima giornata), il tradizionale appuntamento promosso da AICCON che quest’anno si è concentrato sul tema “Dal Dualismo Alla Co-produzione”. Ospiti d’eccezione sono stati il Sottosegretario Luigi Bobba, a cui è stata affidata l’introduzione dei lavori, e il il Ministro del Lavoro e del Welfare Giuliano Poletti, a cui sono state invece affidate le conclusioni della due giorni. Il Sottosegretario Bobba ha concentrato il proprio intervento (clicca qui per approfondire) sull’attesa riforma del Terzo Settore, il cui iter legislativo dovrebbe prendere avvio proprio nei prossimi giorni, dando particolare risalto a quelli che il Sottosegretario ha indicato come “i due turbo della riforma”: servizio civile e impresa sociale.
La sessione conclusiva: cosa significa responsabilità condivisa
La sessione di chiusura dell’evento, “Responsabilità Sociale Condivisa: famiglie comunità imprese”, ha visto la partecipazione di Rosario Altieri, Presidente Nazionale AGCI; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; Annibale d’Elia, Dirigente dell’Ufficio Politiche giovanili e legalità della Regione Puglia; Claudio Fiaschi, Vice Presidente Nazionale di Confcooperative; Linda Laura Sabbadini, Direttore Dipartimento Statistiche sociali e ambientali dell’Istat; e Claudio Gagliardi, Segretario Generale di Unioncamere.
Quest’ultimo ha presentato i più recenti dati sulle imprese sociali in Italia che fra il 2003 ed il 2012 sono più che raddoppiate, passando da 8.500 a circa 17.600 unità, mentre gli addetti del settore hanno superato quota 400mila. E anche se per il 2014 il saldo occupazionale è previsto in calo (-0.8%) resta comunque migliore rispetto alle aspettative dell’imprenditoria italiana nel suo complesso (-1.5%). "Le imprese sociali si confermano un soggetto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo del nostro Paese” ha sostenuto Gagliardi “ poiché costituiscono un modello di impresa che crea maggiore occupazione e produce innovazione sociale. E’ un modello che dimostra di saper combinare la crescita economica con il benessere sociale, attraverso una sempre stretta integrazione tra imprese non profit e imprese profit”. Tuttavia questa ibridazione “ha bisogno anche di luoghi istituzionali che contribuiscano a favorirla e rafforzarla nelle realtà territoriali e in questo senso, la Camere di Commercio rappresentano il naturale punto di riferimento delle imprese sociali secondo una logica di sussidiarietà."
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Annibale D’Elia, Dirigente Ufficio Politiche giovanili e legalità della Regione Puglia, che si è domandato come sia possibile attivare politiche sociali che mettano a valore le esperienze e le motivazioni che partono dal basso. “Alle politiche pubbliche solitamente non interessa condividere le proprie risorse con i giovani cittadini, che sono in generale considerati solo come target cui fare riferimento per l’erogazione dei servizi o la produzione di beni da parte delle imprese” e non come potenziali co-produttori dei servizi.
Le conclusioni del Ministro Poletti
Le conclusioni della giornata sono state affidate al Ministro Giuliano Poletti (clicca qui per approfondire) che ha sottolineato come sia necessario “arrivare ad una nuova dimensione della relazione tra cittadino, comunità e istituzioni. Non riusciamo a far permeare queste logiche innovative perché abbiamo ancora una serie di meccanismi che sono baricentrati sulla dimensione pubblica delle istituzioni.” Secondo il Ministro l’obiettivo da perseguire in questo momento deve essere quello di “togliere gli ostacoli” che impediscono lo sviluppo della co-produzione, andando oltre quel pregiudizio diffuso secondo cui “ciò che è pubblico è buono e ciò che non è pubblico non è buono”.
Poletti ha avuto modo di soffermarsi anche sulla recente riforma del mercato lavoro ribadendo come il governo voglia sviluppare “un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che sia conveniente dal punto di vista normativo ed economico, che possa diventare lo strumento che assorbe la maggior parte dei nuovi contratti”.
Infine, il Ministro ha concluso il suo proprio con una riflessione sul sistema di welfare affermando che: “in Italia abbiamo un grande potenziale ma è necessario trovare i canali e le forme affinché tutto questo diventi co-produzione. Questa non è un’altra economia, questa è l’economia. Questa non è un’altra società, è la societa. Il mio obiettivo sarà far lievitare tutte le esperienze positive che ci sono in Italia, per trovare una dimensione istituzionale che permetta alla nostra società di co-produrre”.
Speciale GdB2014:
GdB 2014: Co-Produzione? Un’opportunità per l’Italia
Il racconto della prima giornata di Bertinoro 2014
Bobba: Servizio Civile e Impresa Socaile saranno i turbo della riforma
Poletti: favoriamo la co-produzione, ma prima abbattiamo gli ostacoli del pubblico
La strada dell’economia civile per ridurre i divari regionali
Co-produzione, sfide per un nuovo welfare