Dati Istat alla mano, in Italia il numero di ragazzi che entrano nella categoria dei NEET è in aumento. I NEET sono i ragazzi, tra i 15 e i 29 anni che non studiano o non lavorano e i numeri, oggi, parlano chiaro: si tratta di 2 milioni e 157 mila ragazzi, cioè il 23,9% degli appartenenti a quella fascia d’età, solo in Italia. La percentuale d’incidenza è in generale aumento (era il 22,2% nel 2019), con picchi più alti per particolari sottogruppi (la condizione tocca in modo maggiore le ragazze, 26,5%, rispetto ai ragazzi, 21,5%) e la conferma che l’Italia ha il triste primato assoluto in ambito europeo, con un distacco del 10% dalla media dei paesi dell’Unione (12,5%).
Il progetto "Lavoro di Squadra" di ActionAid si inserisce in questo contesto e ha come obiettivo aiutare i NEET a rimettersi in gioco attraverso pratica sportiva, allenamento motivazionale, attività laboratoriali e career coaching. Lo scopo del progetto è aiutare i ragazzi ad acquisire maggiore fiducia in sè stessi, riaccendendo la voglia di fare e di apprendere, oltre che costruire un solido ponte verso la formazione e il lavoro per quei ragazzi che, per storia personale o contesto sociale, hanno smesso di cercare un’occupazione o hanno abbandonato precocemente gli studi.
Nato nel 2014, Lavoro di Squadra è, quest’anno, alla sua terza edizione realizzata da ActionAid con il contributo di Z Zurich Foundation e in collaborazione con Fondazione Human Age Institute, A&I cooperativa sociale, Istituto Italiano di Fotografia e il patrocinio del Municipio 9 di Milano.
Quest’anno, il percorso dovrà affrontare anche le sfide poste da Covid-19, sia per l’impatto negativo che la pandemia sta avendo e avrà sui ragazzi, sia per le sfide logistiche che comporta. Il progetto in partenza, nel pieno rispetto delle misure sanitarie e dei protocolli anti-contagio, infatti punta all’inclusività e all’empowerment di ragazzi e ragazze che vivono situazioni di fragilità e vulnerabilità di natura economico-sociale, famigliare e relazionale.
Come dichiara Chiara Parapini, Project Manager di ActionAid, “le conseguenze generate dal Covid-19, soprattutto nel tessuto economico e sociale, sono sempre più evidenti. Anche i giovani NEET, in particolare le ragazze, ne sono fortemente colpiti ed è per questo che dobbiamo intervenire con urgenza dando loro strumenti e un’occasione reale per ripartire motivati e consapevoli delle loro capacità. Abbiamo quindi adattato il percorso al contesto complesso che viviamo quest’anno per sostenerli ed essere ancora più vicini ai loro bisogni”.
Questa edizione presenta infatti alcune novità. Nel rispetto delle normative per contenere la pandemia Covid-19 e per rispondere alla necessità di intervento, i partecipanti avranno in dotazione tablet con connessione internet e seguiranno un corso di alfabetizzazione digitale propedeutico all’avvio del progetto. Inoltre, le aziende del territorio verranno coinvolte in percorsi di sensibilizzazione per incentivare l’adozione di misure per l’inclusione lavorativa dei partecipanti e saranno infine previsti dei webinar su questi temi, aperti anche ai ragazzi e ragazze che non sono parte del progetto ma che necessitano di strumenti di formazione e orientamento al lavoro.
Lavoro di squadra è un progetto che negli anni è stato implementato ad Alba (CN), Bari, Milano, Reggio Calabria e Torino, e che ha intercettato complessivamente 635 ragazzi e ragazze. L’ultima edizione, a Milano, la quasi totalità (24 su 26) dei giovani che hanno concluso il percorso si è riattivata, trovando un lavoro o riprendendo gli studi, altri stanno seguendo tirocini in aziende oppure corsi di formazione. Tra questi Gabriele, uno dei partecipanti dell’edizione 2019, che racconta la sua storia in questa intervista.
Per maggiori dettagli sul progetto, è possibile visitare la pagina di ActionAid.