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Il 19 luglio presso il Senato della Repubblica è stato presentato lo studio “Il 5 per Mille per lo sviluppo del non profit” realizzato da Banca Etica per cogliere le principali tendenze che riguardano il 5×1000 e comprenderne le sue implicazioni economico-sociali. I dati dimostrano come questo strumento di sussidiarietà finanziaria negli ultimi anni sia stato utilizzato da un numero crescente di contribuenti; al contempo sono aumentate le organizzazioni beneficiarie mentre è diminuito l’importo medio percepito dalle stesse. La ricerca, inoltre, conferma forti disparità territoriali riconducibile alla concentrazione delle organizzazioni non profit e alla tradizione volontaristica di alcuni territori rispetto ad altri.

Quanto vale il 5×1000

Secondo la ricerca di Banca Etica negli ultimi 8 anni – dal 2008 al 2016 – il 5×1000 è stato utilizzato da una media di circa 12 milioni di contribuenti, più del 25% del totale, e ha portato nelle casse del mondo non profit complessivamente 3,5 miliardi di euro (con riferimento agli anni fiscali da 2006 a 2014). Ogni donatore attraverso il 5×1000 ha quindi veicolato mediamente 33 euro. In questi otto anni i donatori sono aumentati di circa il 37%, così come la platea degli enti beneficiari che è aumentata del 90%, passando da 29.840 enti beneficiari ai 56.953. A fronte di tale aumento si è invece progressivamente ridotto il valore medio degli importi erogati alle organizzazioni, che sono passati a livello nazionale da 11.325 euro del 2006 a 8.939 euro del 2016.

Come si ridistribuisce

Analizzando l’andamento della ripartizione tra le regioni italiane si evidenzia come le aree dove si trovano le organizzazioni non profit più rilevanti sotto il profilo dimensionale e dove storicamente si è più sviluppato il volontariato sono quelle che intercettano le quote più significative derivanti dal 5×1000. Lombardia e Lazio insieme raccolgono infatti quasi il 60% dell’importo distribuito nel periodo considerato; Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Liguria poco più del 20%; il rimanente 20% si distribuisce tra le 15 regioni restanti.

Anche nell’anno fiscale 2014 la Lombardia si è confermata la regione con il maggior numero di beneficiari, più di 10.000, pari a circa il 20% del totale nazionale. Piemonte e Veneto, rispettivamente al secondo e terzo posto di questa classifica, seguono con un importante distacco con meno di 5.000 beneficiari ciascuno.

 
I beneficiari

Per quanto riguarda la tipologia di beneficiari, attraverso una riclassificazione dei dati dell’Agenzia delle Entrate coerente con i profili normativi e le tipologie organizzative delle istituzioni senza scopo di lucro, Banca Etica ha raggruppato gli enti per macro categorie – volontariato e altre associazioni; associazioni sportive dilettantistiche; cooperative sociali, fondazioni, comuni – e alcune sottocategorie – come enti specializzati nella ricerca sanitaria, nella ricerca scientifica, o collegata al sistema del Ministero dei Beni Culturali.

Secondo i dati, volontariato e associazionismo sono il principale target del 5×1000 e raggruppano circa il 56% degli enti e poco meno del 53% degli importi erogati nei nove anni. Le associazioni sportive dilettantistiche e le cooperative sociali, altre fondamentali componenti del terzo settore, sono numericamente molto presenti (entrambe con il 13% degli enti,), ma assai meno efficaci nell’intercettare risorse (colgono infatti solo l’1% e il 4% del totale. Completamente opposto il ruolo giocato dalle fondazioni, che rappresentando poco più del 4% degli enti, che tuttavia raccolgono il 36% delle risorse.