primo welfare

In Italia lavorano 55 donne su 100 nella fascia d’età 20-54. Almeno altre 15 vorrebbero ma non riescono. E se ci sono figli o anziani da assistere, restano intrappolate a casa. A dirlo è Maurizio Ferrera, che indica alcune cose che il Governo Meloni potrebbe fare per cambiare le cose nel nostro Paese.
Riguardano circa 50.000 delle 134.000 iniziative che riceveranno le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di un passo avanti in termini di trasparenza e accountability che potrà dirci se e quanto siamo in ritardo (anche) nella "messa a terra" del Piano.
I dati dicono che a marzo i bandi del Piano hanno stanziato più risorse degli ultimi sei mesi messi assieme. La speranza è che si tratti dell'atteso cambio di passo, ma il ritardo è ormai evidente su tutti i fronti: riforme, investimenti e realizzazione dei progetti. E la cosa peggiore è che non è una sorpresa.
Andrea Ciarini, che insegna sociologia economica e del welfare alla Sapienza di Roma, riflette sulle proposte del Governo per superare l'attuale misura. E su quelle che potrebbero essere le alternative, a cominciare dalla creazione diretta di nuova occupazione.
Dopo il Covid-19 il Governo tedesco ha agito per sostenere l’assistenza sociosanitaria residenziale e semi-residenziale, ma anche il personale sanitario, per alleviare le conseguenze dell’emergenza. Oggi la situazione appare sotto controllo e Berlino sta investendo su nuove assunzioni. A dircelo è Heinz Rothgang, professore all'Università di Brema.
In Germany, as in Italy, Long Term Care was strictly hit by Covid-19. During the pandemic, the German government allocated emergency funds - called “Corona premiums” - to cope with evident gaps in the Long Term Care sector, such as those related to shortage in nursing and health personnel. That of healthcare personnel must be the priority to work on, Professor Heinz Rothgang told Secondo Welfare.
Coprogrammazione e coprogettazione, che poggiano ormai su un quadro giuridico chiaro, potrebbero essere utilizzati anche per perseguire gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma per evitare "gare mascherate" servono strumenti radicalmente alternativi a quelli competitivi.
Il Corriere della Sera ha anticipato i contenuti del decreto legge che regola la nuova Misura di inclusione attiva che pare andrà a sostituire l'attuale strumento di contrasto alla povertà. Andiamo a vedere i punti salienti.
La convenzione di Istanbul impone al nostro Paese di raccogliere dati che riguardano la violenza di genere. Ma questo avviene in maniera incostante e incompleta, non permettendo così di avere un quadro esaustivo del fenomeno nella sua complessità e articolazione. È importante che le cose cambino.
In Italia esiste una rete di luoghi che aiuta le donne vittime di violenza. Funzionano soprattutto grazie alle organizzazioni di secondo welfare, ma sono diversi i problemi che occorrerebbe affrontare perché funzioni adeguatamente. Uno dei principali riguarda le risorse.
A seguito di alcune scelte del Governo Meloni, nelle ultime settimane c’è stato un certo fermento intorno ai fondi europei. Andiamo a capire a cosa è dovuto e come, probabilmente, saranno spese le risorse europee per la coesione nei prossimi anni.
I numeri del mese scorso confermano l'andamento a rilento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Cosa non sta funzionando? Se ne parlerà in un webinar organizzato da Excursus Plus il 16 marzo prossimo.