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Mercoledì 27 agosto, nel corso della 35ª edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli di Rimini, si è svolto l’incontro “Testimonianze dalle periferie: libertà dietro le sbarre”. A confrontarsi sull’articolato tema del recupero dei detenuti all’interno delle carceri sono stati esponenti delle cooperative sociali operanti all'interno delle case circondariali, i dirigenti di alcuni istituti di pena e un magistrato di sorveglianza del Tribunale di Milano. Ad unire i diversi interventi la convinzione che il reinserimento dei detenuti all’interno della società passi anzitutto dalla possibilità per questi ultimi di incontrare, già dietro le sbarre, esperienze in grado di valorizzare le loro capacità, attitudini e speranze, anzitutto attraverso il lavoro e la formazione.
Aumentare l'occupazione femminile non basta. E' giusto creare lavoro per le donne, ma occorre anche offrire pari opportunità nella scelta dei percorsi lavorativi e uguaglianza nella retribuzione tra uomini e donne, nonché un costante impegno sul fronte culturale nella decostruzione dei ruoli tradizionali di genere.
Si fa sempre più acceso il dibattito sulla riforma del lavoro. In attesa di valutazioni circostanziate della riforma Fornero, il governo può però fare molte altre cose in tema di relazioni contrattuali, in primis la semplificazione del codice del lavoro e la sperimentazione di nuove forme di assunzione a tempo indeterminato ispirate alle pratiche virtuose di altri Paesi e rispettose delle norme protettive previste dalla Ue.
Il decreto 90 sulla pubblica amministrazione è in fase di conversione in Parlamento. Maurizio Ferrera riflette sui possibili esiti di questa misura, l’ennesima sul fronte pensionistico. Se determinati aggiustamenti sono necessari al fine di correggere esiti sottovalutati, l’assenza di un'adeguata base tecnica rischia di compromettere efficacia finanziaria ed equità distributiva.
In Lombardia è stata firmata un’intesa territoriale che integra quanto previsto dal DPCM 19 febbraio 2014 col riconoscimento dell’opportunità di promuovere “interventi che favoriscano politiche di conciliazione vita-lavoro e family friendly attraverso lo strumento della fiscalità agevolata”. Cerchiamo di capire con l’aiuto di Paola Gilardoni, Segretario Cisl Lombardia, la portata dell’accordo.
E’ stata pubblicata la Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale. Sebbene la crisi economica abbia ampliato le disparità regionali,la politica di coesione starebbe attenuando la drastica riduzione degli investimenti pubblici, iniettando risorse finanziarie indispensabili in molti Stati membri e creando la stabilità necessaria ad attrarre gli investimenti privati.
La risposta delle imprese alla garanzia giovani appare deludente: sono ancora poche le offerte di lavoro segnalate. Il governo ha finora insistito su azioni di sensibilizzazione e incentivazione economica per rendere la Garanzia giovani più appealing alle aziende. Ma questo non basta. Occorre invece cogliere l’occasione per un cambiamento profondo dei centri per l’impiego.
Nel nostro Paese l’implementazione del programma europeo appare in forte ritardo, ma sono diversi i Paesi europei che vivono la medesima situazione. Patrik Vesan si sofferma sul caso della Francia e della Spagna, segnalando similitudini e differenze rispetto alla declinazione italiana della Youth Guarantee.
L’Unione Europea ha predisposto la creazione dell’EaSI, il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale, che dovrebbe iniziare a operare nel gennaio 2014. Un importante passo avanti nell’implementazione delle misure necessarie per il raggiungimento dei target di Europa 2020 in tutti gli Stati membri.
Durante la visita in Molise, Papa Francesco ha indicato due elementi che potrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crisi-che-non-passa: più conciliazione famiglia-lavoro e lo sviluppo di progetti occupazionali che coinvolgano le diverse anime delle comunità locali. Anche il Pontefice guarda al secondo welfare come via privilegiata per affrontare il problemi sociali del presente?
Trascorsi i sessanta giorni di "riscaldamento" dall'inizio della Garanzia per i giovani (GG), cosa possiamo dire delle scelte effettuate dalle regioni italiane? Se alcune di esse sembrano sulla buona strada, altre invece mostrano ancora un polso debole, rischiando così - che si tratti di scelte strategiche o che rispondono alla “logica del calderone” - di sprecare quest’occasione.
Con il “Fondo Straordinario di Solidarietà” la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo sostiene le famiglie che si trovano in condizioni di disagio a causa della mancanza di lavoro. Tuttavia dalla prima edizione partita nel 2009, che prevedeva solo l’erogazione di contributi a fondo perduto, si sono fatti molti passi in avanti sia sul fronte della disponibilità economica che su quello degli interventi concreti. Negli anni si è così strutturato uno strumento molto interessante, capace di moltiplicare le risorse disponibili attraverso una stretta collaborazione con enti locali ed altre realtà istituzionali dei territori di Padova e Rovigo.
Otto settimane non bastano certo a produrre risultati concreti, è però lecito chiedersi a che punto siamo e che cosa possiamo aspettarci da questa ambiziosa iniziativa. Per evitare il fallimento, il governo deve attivarsi subito almeno su due fronti: il rispetto di criteri minimi di trasparenza ed efficacia e il collegamento col mondo delle imprese. L'opinione di Maurizio Ferrera.
Continuano i nostri approfondimenti sull’implementazione della GG. Vi presentiamo il caso della Sardegna che, con una situazione occupazionale giovanile abbastanza seria, è stata la prima regione tra quelle del Sud, ad aver siglato con il Ministero la convenzione richiesta per attivare nel proprio ambito la Garanzia Giovani.
Che la famiglia sia il pilastro del welfare italiano è noto, ma anche l’associazionismo familiare sta acquisendo una rilevanza crescente, nonostante la sua conoscenza sia limitata. Per colmare questa lacuna, l’Assessorato al Welfare della Regione Umbria ha promosso la ricerca “L’associazionismo familiare in Umbria: cura, dono ed economia del bene comune”.
La proposta di legge bipartisan per istituire il voucher universale si pone un obiettivo ambizioso: portare l’Italia al passo con l’Europa sul fronte dei servizi alle famiglie innescando un circolo virtuoso che favorisca la creazione di posti di lavoro nei servizi, l'emersione del lavoro nero, l'aumento dell’occupazione - in particolare femminile - e la crescita del Pil.
Mercoledì 11 giugno è stata presentata la proposta di legge per l’Istituzione del voucher universale. Roberto Cicciomessere, uno dei promotori, ci spiega obiettivi e ragioni della proposta, destinata a incidere profondamente, attraverso il principio di sussidiarietà, sull’attuale sistema di welfare con riguardo alle famiglie, alle imprese e alle amministrazioni pubbliche.
Il Rapporto Istat 2014 ci dà importanti indicazioni non solo per le scelte economiche ma anche per quelle sociali: se la fase recessiva ha focalizzato l’attenzione generale sulle emergenze economiche del Paese, una lettura prospettica in chiave demografica mette in luce come le emergenze sociali non siano da meno e richiedano interventi che non possono essere più rimandati.
Continuano gli approfondimenti sull’implementazione della Garanzia Giovani nelle Regioni italiane. Dopo il caso del Piemonte, vi presentiamo quello della Puglia, dove la Garanzia andrà a inserirsi in un assetto di politiche preesistenti che, se ben sfruttato, potrebbe essere determinante per il suo successo.
I diritti sanciti dall’ordinamento europeo e gli strumenti atti a favorire la mobilità delle persone offrono opportunità crescenti per i cittadini Italiani. Politiche in grado di generare effetti positivi, come quello di mitigare l’impatto della crisi economica, ma non esenti da rischi, che ripropongono il dilemma della scelta tra chiusure nazionaliste e una più profonda integrazione.