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In questi giorni in cui lavorare, collaborare e seguire incontri formativi a distanza è divenuta una prassi comune crediamo sia importante conoscere quali sono gli strumenti che meglio di adattano ad ogni situazione. Sempre più sentiamo infatti parlare di webinar, web-incontri, laboratori digitali, webcast, dirette, tutorial e altro ancora. Ma di cosa si tratta? Quali sono le proposte più adeguate alle nostre esigenze?
Il virus è per sua natura "democratico": colpisce gli individui indipendentemente da fattori come reddito, provenienza o status. I suoi effetti però non lo sono altrettanto: i gruppi sociali sono infatti esposti in maniera diversa ai rischi socio-economici, diretti o indiretti, che il virus porta con sé. A essere penalizzati sono soprattutto i lavoratori autonomi, che nell'Italia colpita dalla pandemia sono oltre 5 milioni fra frelance, partite IVA e creativi.
Valoriamo è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il bando "Welfare in azione", che intende creare un sistema di welfare "a km 0" sul territorio lecchese, coinvolgendo le imprese locali per realizzare progetti sociali a livello locale. A circa un anno dall'avvio della progettualità abbiamo incontrato i rappresentanti di tre degli attori promotori di Valoriamo e ci siamo fatti raccontare i principali sviluppi dell'iniziativa.
Nell'attuale contesto di emergenza sanitaria, la Funzione Pubblica ha attivato il monitoraggio sulla diffusione dello smart working nelle Pubbliche Amministrazioni e ha pubblicato i primi dati disponibili provenienti dalle Regioni italiane. I numeri, in costante evoluzione, dimostrano un deciso incremento dell'implementazione del lavoro agile.
La Regione Lazio ha recentemente pubblicato un avviso pubblico per favorire e sostenere le imprese che vogliono avviare azioni di smart working. Il bando mette in campo 2 milioni di euro ed è stato elaborato per rispondere in modo immediato alle crescenti necessità e richieste delle aziende di far lavorare i propri dipendenti utilizzando il lavoro agile in questo momento di emergenza epidemiologica.
La pandemia del Covid-19 costituisce un buon esempio di “focusing event”, un evento che forza opinione pubblica e decisori a inserire nell’agenda decisionale temi che non necessariamente vi sarebbero entrati o che almeno non lo avrebbero fatto con la stessa forza e la stessa rapidità. Entrano così, improvvisamente, in agenda questioni centrali per le politiche sociali, mettendo in evidenza i tanti nervi scoperti del “welfare state all’italiana”.
Tra le tante prove di stress a cui l'Italia è sottoposta in questi giorni ve n'è una che fornirà materia di riflessione a tutti gli studiosi di organizzazioni e a qualche ingegnere informatico. Riguarda i lavoratori che in due settimane hanno dato vita al più rapido esperimento di smart working del mondo occidentale. Francesco Gaeta ci offre alcune osservazioni "in diretta", di cui dovremo fare tesoro.
In conseguenza dell'emergenza legata al Coronavirus Covid-19, lo scorso 14 marzo le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil e le associazioni datoriali Confindustria e Confapi hanno sottoscritto un accordo allo scopo di consentire ai lavoratori e alle imprese di proseguire l'attività lavorativa in sicurezza. Il protocollo consentirà inoltre alle imprese di tutti i settori di far ricorso agli ammortizzatori sociali.
Vi segnaliamo l'Avviso pubblico promosso da Regione Lombardia allo scopo di promuovere iniziative di smart working nelle imprese lombarde. In totale la Regione ha stanziato 4,5 milioni di euro per finanziare servizi di consulenza e formazione e l'acquisto di strumenti tecnologici finalizzati a diffondere pratiche di lavoro agile. Le imprese interessate potranno presentare domanda fino al 15 dicembre 2021.
Il libro "Welfare e trasformazioni del lavoro", edito da Ediesse, ricostruisce lo sviluppo dello stato sociale novecentesco analizzando i mutamenti intervenuti nell'ambito del lavoro e dei modelli di produzione dalla fine degli anni '70 a oggi. A partire da questo quadro il volume si concentra sul reddito di esistenza universale. L'autore Giacomo Pisani ci racconta in questo articolo i principali contenuti del volume.
Lo scorso 28 febbraio le principali sigle sindacali e datoriali attive nel territorio lombardo hanno sottoscritto un accordo territoriale allo scopo di mitigare gli impatti economici derivanti dall'emergenza sanitaria Coronavirus. L'intesa riserva particolare attenzione agli ammortizzatori sociali e alle iniziative di smart working. Le parti si propongono infatti di favorire la diffusione del lavoro agile.
Come vi stiamo raccontando fin dall'inizio dell'emergenza Coronavirus Covid-19, lo smart working oggi più che mai rappresenta un'opportunità per limitare il contagio e, al contempo, cercare di dar continuità alle attività lavorative che si possono svolgere anche in remoto. Il Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri del 1° marzo, ora estende la possibilità del lavoro agile, per la durata dello stato d'emergenza, a tutte le organizzazioni dell'intero territorio nazionale.
Lo scorso 25 febbraio il Governo ha espresso alcuni chiarimenti in merito all'applicazione dello smart working in modalità semplificata per le imprese situate nelle zone a rischio contagio da Coronavirus. In particolare, sono interessate dal Decreto le aziende con sede in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia Romagna e Liguria; sarà inoltre possibile applicare questa misura fino al 15 marzo, inviando solo l'informativa sulla sicurezza.
Una tappa delicata e fondamentale dei percorsi di accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo è indubbiamente quella che riguarda i percorsi di formazione e di inclusione lavorativa dei migranti. Proprio per questo, in questo articolo vi raccontiamo alcune esperienze interessanti realizzate nel novarese attraverso la collaborazione tra pubblico e Terzo Settore.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha diffuso un nuovo Report sull'andamento dei premi di produttività, basato sui dati ricavati dalla procedura di registrazione telematica dei contratti aziendali e territoriali. A gennaio 2020, secondo il documento, erano 10.272 i contratti attivi e in più della metà dei casi prevedevano misure di welfare aziendale. Si confermano però forti differenze su base geografica, dimensionale e settoriale.
Rafforzamento dell'Europa sociale, promozione dell'occupazione e dell'uguaglianza di opportunità, definizione e tutela di condizioni di lavoro eque e rafforzamento dei sistemi di protezione e inclusione sociale. Sono alcuni degli obiettivi che la nuova Commissione Europea si è proposta per rafforzare i sistemi di welfare europei in un'ottica di sviluppo sostenibile. Qui un'analisi di Patrik Vesan e Francesco Corti.
Vi segnaliamo l'inizio di un percorso formativo per operatori e volontari dedicato ai temi dell’accoglienza e dell’inclusione socio-lavorativa dei migranti. Il corso, dalla durata di 32 ore, è gratuito in quanto promosso nell'ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera MINPLUS, in cui anche il nostro Laboratorio è coinvolto. Le lezioni si svolgeranno in Piemonte, a Novara.
Comunemente si ritiene che le prestazioni e i servizi di welfare occupazionale siano destinati esclusivamente ai lavoratori dipendenti. In alcuni casi però anche i lavoratori autonomi hanno la possibilità di accedere a forme di welfare di natura integrativa. Proprio con lo scopo di sostenere i circa 5,5 milioni di liberi professionisti e autonomi, è stata creata una piattaforma per il welfare delle Partite Iva. Ecco di cosa si tratta.
Un numero sempre maggiore di italiani si trova a dover gestire carichi di cura familiare. Secondo una recente indagine promossa dal provider di welfare aziendale Jointly e realizzata dall'Università Cattolica di Milano, oltre il 30% dei lavoratori dipendenti si prende cura di un proprio familiare non autosufficiente: spesso sono donne e con più di 50 anni. Ciò, ovviamente, impatta in maniera decisiva sulla loro carriera lavorativa. Ne parla Valentino Santoni.
Nibol è un'app che permette di prenotare una postazione di studio o lavoro nelle caffetterie, bar e altri spazi pubblici di Milano. Si tratta di una soluzione innovativa che porta a riflettere sulle opportunità (e le sfide) legate ai temi dello smart working, del telelavoro e, più in generale, della flessibilità organizzativa. Per saperne di più abbiamo intervistato Riccardo Suardi, fondatore di questa giovane start-up.
Secondo l'Osservatorio per l'imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, le aziende guidate da donne sarebbero 1 milione e 340 mila e occuperebbero oltre 3 milioni di persone. È molto interessante il fatto che oltre il 30% delle imprese femminili opera nel comparto del welfare (sanità, assistenza sociale, servizi alle famiglie) e dell'istruzione.
Anche quest'anno abbiamo voluto analizzare la Legge di Bilancio prendendo in considerazione alcuni dei principali ambiti di ricerca di cui si occupa il nostro Laboratorio: contrasto alla povertà, welfare aziendale, sostegno alla famiglia, housing sociale, accoglienza, lavoro e pensioni. Il quadro che emerge non è confortante: pur in presenza di alcune (poche) idee interessanti, le risorse stanziate per rispondere a rischi e bisogni sociali in questi ambiti restano limitate.