Il contributo di lavoratrici e lavoratori stranieri alla società italiana è assai rilevante per diverse ragioni. Gli stranieri, mediamente più giovani, contribuiscono alle casse dello Stato più di quanto ricevono in servizi, rispondono a una domanda di lavoro che altrimenti rimarrebbe inevasa, oltre a rallentare il declino demografico del paese.
Tuttavia, molti immigrati svolgono lavori particolarmente esposti al rischio di condizioni degradanti. Precarietà, retribuzione inadeguata, illegalità e sfruttamento coinvolgono spesso, anche se non soltanto, lavoratrici e lavoratori stranieri inseriti in diversi settori dell’economia italiana: dal lavoro agricolo a quello domestico, dalla logistica fino all’edilizia.
Il dibattito pubblico è in larga parte occupato, da un lato, da coloro che negano il contributo degli stranieri all’economia e la società italiana, pur dimostrato in modo incontrovertibile dai dati, dall’altro, da coloro che si concentrano sulla domanda di lavoro, a volte trascurando la necessità di investire in politiche sociali e di integrazione adeguate.
La serie “Lavoro migrante” vuole indagare il ruolo delle politiche per promuovere migliori condizioni di lavoro e di vita a lavoratrici e lavoratori stranieri presenti in Italia, nell’ottica dell’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU: “incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti”. A questo scopo, ci sembra importante mettere in luce le connessioni tra welfare, politiche migratorie e lavoro dignitoso.
Per farlo, vorremmo partire dal punto di vista di corpi intermedi, come organizzazioni del Terzo Settore, sindacati e associazioni di rappresentanza. Questi attori svolgono infatti un ruolo significativo sia in tema di advocacy sia sul piano delle pratiche concrete, offrendo servizi e sperimentando nuove soluzioni. A partire dalle loro voci, si possono delineare gli orizzonti possibili di politiche che mettano al centro diritti e welfare. Per un lavoro più dignitoso. Per tutte e tutti.
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