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Contrariamente ai Paesi germanici e scandinavi, l'Italia non ha una consolidata tradizione formativa e il nostro sistema educativo è debolissimo per quel che riguarda i percorsi misti scuola-azienda. Quali misure occorreranno per avvicinarci al modello tedesco? Il punto di vista di Maurizio Ferrera.
In uno dei momenti più neri per l’economia e il mondo del lavoro italiani occorre trovare soluzioni che possano permetterci di uscire dal tunnel della crisi il più rapidamente possibile. Anzitutto risolvendo il problema del lavoro, investendo sui giovani e modellando un sistema occupazionale che li valorizzi realmente. Sicuri che sia questa la strada privilegiata per provare a uscire dalla crisi, abbiamo scelto di dedicare alcuni approfondimenti al tema della disoccupazione giovanile nel tentativo di individuare gli elementi essenziali da cui si può ripartire.
Dopo gli allarmi lanciati a livello nazionale sullo stato del mondo del lavoro italiano, sono arrivate anche alcune conferme internazionali. L’ILO, nel Rapporto sul mondo del lavoro 2013, ha infatti sottolineato i tanti punti dolenti che affliggono il nostro sistema occupazionale, oltre ad alcune proposte per superare questa situazione di empasse.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervistato da Clemente Mimun, direttore del Tg5, ha espresso tutta la sua preoccupazione per il sistema occupazionale italiano. Napolitano ha sottolineato l'assoluta necessità di tornare a investire sui giovani, garantendo loro le possibilità di accedere al mondo del lavoro. Maurizio Ferrera, a partire dalla parole del Presidente, ha analizzato le prospettive lavorative dei giovani italiani, proponendo alcune soluzioni per uscire da questa situazione drammatica.
Qualcuno passeggiando per le grandi città si sarà stupito nell’incontrare delle sagome di cartone con le fattezze di bambini che, con la faccia triste, denunciano furti culturali, economici e formativi a cui i più piccoli del nostro Paese sono continuamente soggetti. La nuova campagna di Save The Children "Allarme infanzia".
Da domenica 28 aprile Enrico Giovannini, già Presidente dell'Istat, è titolare del delicato dicastero che fu di Elsa Fornero. Sulle spalle del neo-ministro un incarico gravoso, ma anche una serie di conoscenze e strumenti che potranno senza dubbio giocare un ruolo importante nel corso del suo mandato.
Si è svolta a Parigi dal 18 al 20 aprile la quinta European Public Policy Conference, “Breaking the Cycle: Rethinking Poverty in the Developed World”. Tra i temi trattati l’idea audace, ma molto interessante, con cui Philippe Van Parijs, fondatore del Basic European Income Network, ha aperto i lavori: “l’Euro dividendo”.
Fondazione Cariplo, Borsa Italiana e London Stock Exchange Group Foundation hanno presentato l'iniziativa IPO Solidale. L’idea è semplice: ciascuna società che d’ora in avanti deciderà di lanciare la propria Offerta Pubblica Iniziale sul mercato azionario potrà decidere di supportare iniziative dalla finalità sociale.
Il primo ministro britannico David Cameron ha annunciato una serie di provvedimenti che renderanno più difficile l'accesso ai servizi di welfare per i cittadini non-britannici. La decisione può essere interpretata quale sintomo di una tendenza che sta interessando diversi Paesi membri dell'UE: colpire il welfare per regolare l'immigrazione.
In gran parte d’Europa sui temi del welfare va formandosi un nuovo consenso “post-neoliberista”, nel quale si intrecciano, in versione aggiornata, elementi classici delle tradizioni liberal-democratica, social-democratica e in parte cristiamo-popolare. Maurizio Ferrera ha identificato questa emergente sintesi ideologica col termine neowelfarismo liberale.
Quale ruolo potrebbe assumere l’imprenditoria giovanile nella ripresa economica dell'Europa? Nel settembre scorso la Commissione Europea ha pubblicato, in collaborazione con l’Ocse, un documento in cui sono state delineate le linee guida che l’Unione seguirà per favorire lo sviluppo delle giovani start up del continente.
I SIBs sono strumenti finanziari innovativi utilizzati da soggetti pubblici per raccogliere finanziamenti privati destinati alla realizzazione di progetti di pubblica utilità. Questi bonds, a differenza della normali obbligazioni, non garantiscono tuttavia un rendimento certo alla loro scadenza, poiché esso risulta legato al raggiungimento di determinati risultati sociali stabiliti nel momento dell’emissione. Sviluppatisi nel Regno Unito e negli Stati Uniti, i SIBs rappresentano un interessante esempio di investimento nel sociale a cui poter guardare.
Charity and Mutual Aid in Europe and North America since 1800, a cura di Bernard Harris e Paul Bridgen, docenti presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Southampton, sul rapporto tra organizzazioni filantropiche, società di mutuo soccorso e attori istituzionali in Europa e Nord America a partire dal diciannovesimo secolo.
Nel corso dell’incontro “Il non profit, motore dell’Europa”, svoltosi il 22 agosto nel corso del XXIII Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, si sono confrontati sui temi legati all'impresa sociale Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà, Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima e Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea e commissario per l’industria e l’imprenditoria.
L’invecchiamento demografico è un fenomeno tanto rilevante quanto ormai diffuso nelle nostre società. Un problema sempre più discusso dagli esperti, e vissuto con preoccupazione dalle famiglie. In Italia, i protagonisti del secondo welfare sono da tempo impegnati nella ricerca di risposte al problema dell’invecchiamento e della non autosufficienza, ma anche nella discussione circa il ruolo degli anziani nella società e il rapporto tra generazioni.