Cerca
Close this search box.

europa

In occasione di Expo Milano 2015, Franca Maino, Lorenzo Bandera e Chiara Lodi Rizzini hanno avviato un progetto di ricerca empirica intorno al problema della povertà alimentare nel nostro Paese, al fine di evidenziare le dinamiche perverse che lo alimentano ma anche di raccontare i tentativi per contrastarlo. Il frutto di questo lavoro è il volume "Povertà alimentare in Italia: le risposte del secondo welfare", edito da Il Mulino, che affronta di petto il fenomeno nel quadro della più generale crisi del welfare.
In questa intervista, Chiara Agostini ci racconta le principali caratteristiche della politica europea dell'istruzione elaborata nel quadro della strategia decennale per la crescita e l’occupazione lanciata nel 2000 (Strategia di Lisbona) e proseguita con il lancio (nel 2010) della Strategia "Europa 2020". L'intervista affronta poi ulteriori temi quali la crisi economica, le politiche di austerity e il loro impatto sui sistemi nazionali dell’istruzione.
Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano, ha presentato il “Libro Bianco di Milano sull’Innovazione Sociale”. La ricerca racconta i processi innovativi sviluppati nel capoluogo lombardo tra il 2012 e il 2016 per rispondere ai bisogni emergenti trovando nuove soluzioni o creando nuove combinazioni con le risorse già presenti sul territorio. Un'iniziativa che si inserisce nel più ampio progetto di “Milano Smart City”, orientato a migliorare l’attrattività della città per cittadini, city users e imprese.
Quali sono le esigenze, le speranze e le difficoltà che si trovano ad affrontare i giovani che decidono di avviare un’impresa sociale? Di quale supporto avrebbero più bisogno? Qual è il modo migliore di offrirglielo? Sono questi i presupposti da cui parte il progetto ELYSE (European Learning for Youth in Social Entrepreneurship) che si pone l'obiettivo di sviluppare una ricerca tra i giovani imprenditori sociali di 6 Paesi dell'Unione.
I flussi di profughi dai paesi terzi costituiscono un elemento di crisi crescente per le politiche di asilo e accoglienza dell’Ue, al punto da minacciare lo stesso acquis di Schengen e incidere negativamente sull’intero processo di integrazione europea. Ma per superare la situazione si stallo in cui si trovano i Paesi UE occorrerebbe operare un radicale cambio di passo e su un piano differente. Analizziamo in questo articolo il Parere sull’Agenda europea sull’immigrazione approvato dal Comitato delle Regioni.
«L’edificazione del Welfare State a livello nazionale e l’integrazione sempre più stretta tra i Paesi del vecchio continente sono stati gli obiettivi politici e ideali più salienti del secondo Novecento. Nell’ultimo ventennio queste due costruzioni istituzionali sono entrate in una crisi profonda e, quel che è peggio, sembrano aver imboccato una rotta di collisione». Michele Salvati recensisce "Rotta di collisione. Euro contro Welfare?", ultimo saggio di Maurizio Ferrera dedicato alla crisi dell'Unione Europea.
La riforma Fornero ha assicurato un contenimento della spesa di 68 miliardi entro il 2020, al netto dei 12 miliardi impegnati per le salvaguardie degli esodati. Ma nonostante questo, l’attenzione della Commissione Europea sulla “partita pensioni”, come confermato dal "Rapporto sulla sostenibilità fiscale 2015" redatto da Bruxelles, è sempre molto alta. Perché? Alberto Nalin sul Il Punto propone alcuni numeri per capire le ragioni di questo atteggiamento della Commissione.
A partire dalla seconda metà di febbraio nel Cuneese inizierà la sperimentazione di una nuova figura professionale che si propone di cambiare la geometria delle cure domiciliari in Piemonte: l’infermiere di famiglia e di comunità. Questo soggetto aiuterà gli anziani a vivere autonomamente nel proprio domicilio il più a lungo possibile, offrendo loro supporto nelle attività della vita quotidiana, nell’assistenza nelle terapie e nel monitoraggio dei vari indicatori di salute.
Meno welfare agli immigrati, anche quelli che provengono da altri Paesi UE. Con questa proposta, David Cameron ha lanciato da qualche mese un attacco alla libertà di movimento dei lavoratori, uno dei pilastri portanti del mercato interno e dell'intera costruzione europea. Le reazioni di Bruxelles e dei Paesi dell'Est sono state finora molto negative. Ma dalla parte del premier inglese potrebbe ora schierarsi uno strano «compagno di letto»: il Partito socialdemocratico tedesco.
Intesa Sanpaolo, primo gruppo bancario italiano con più di 11 milioni di clienti e oltre 4.000 filiali, nel 2014 ha siglato con le parti sindacali l’Accordo sul Lavoro Flessibile nel Gruppo Intesa Sanpaolo per avviare in alcune sedi la sperimentazione di soluzioni di flessibilità oraria e di luogo. A distanza di un anno dall’avvio del progetto l’azienda ha comunicato i primi risultati della sperimentazione. Ce li racconta Giulia Mallone.
Confiscare i gioielli ai migranti che entrano in Danimarca per pagare loro i servizi di welfare. In estrema sintesi è questo il contenuto della proposta di legge che proprio in questi giorni è in discussione al Parlamento di Copenaghen. Inger Støjberg, Ministro per l’integrazione, ha spiegato che "la legge darà alle autorità il potere di perquisire vestiti e bagagli dei migranti in arrivo nel Paese, anche con l’obiettivo di trovare beni che possano coprire le spese sostenute dallo Stato".
Il Progetto “Riunioni di Famiglia” è un esempio interessante di progettazione sperimentale oggetto di valutazione controfattule, che sottolinea l’auspicabile centralità dell’evidenza empirica nell'orientare le scelte di policy, soprattutto in un contesto che, caratterizzato dall'emergere di bisogni nuovi e dalla scarsità di risorse disponibili per farvi fronte, rende sempre più urgente capire quali politiche funzionano (e quali no).
L’Osservatorio Sociale Europeo ha ospitato a Bruxelles un workshop per discutere con esperti e rappresentanti delle associazioni del settore le prospettive degli schemi di welfare occupazionale in Europa. L’incontro, organizzato nell’ambito del progetto Prowelfare, è stato anche un’occasione per presentare alcuni risultati della ricerca. E mentre si discute di welfare aziendale negli Stati Membri, la Commissione europea ha indetto una consultazione pubblica sul tema della conciliazione vita-lavoro.
La Giornata formativa per amministratori pubblici "Quale funzione degli Enti locali nelle politiche di asilo e accoglienza dei migranti?", organizzata il 23 ottobre 2015 dall’AICCRE, dal Consiglio regionale del Piemonte e dalla Consulta europea ha inteso proporre un primo sviluppo operativo dell’ampio lavoro di analisi e proposta politica contenuto nel paper "Per una politica europea di asilo, immigrazione e accoglienza", presentato il 15 giugno scorso.
In pochi l'hanno segnalato, ma è evidente che esiste un nesso tra la capacità inclusiva dei nostri sistemi di welfare e il fenomeno terroristico che si è drammaticamente abbattuto su Parigi. Cosa ha offerto (o non ha offerto) la nostra società a chi dall’Europa va a combattere nelle file di formazioni terroristiche? Bisogna guardare al problema della coesione sociale in maniera integrale, chiedendosi anche quali siano gli stili o gli approcci di policy più adeguati allo scopo di trasformare la società in senso inclusivo.
Quale ruolo può avere il sindacato nello sviluppo della Responsabilità sociale delle imprese? Ne abbiamo parlato con Maurizio Petriccioli, Segretario confederale della CISL alla guida del Dipartimento di democrazia economica, economia sociale, fisco, previdenza e riforme istituzionali. Un dialogo in cui si delinea la crescente importanza della contrattazione tra le parti sociali, che però sono chiamate ad allargare il proprio raggio d’azione, passando dal livello nazionale a quello internazionale per affrontare le sfide della globalizzazione.
Presentato a Roma il rapporto “Bilancio di sostenibilità del welfare italiano” realizzato dal Censis per il Forum ANIA-Consumatori. Lo studio prende in esame l’evoluzione dei bisogni delle famiglie e l'impatto degli stessi sui bilanci familiari, fortemente provati dalla perdurante crisi economica e dagli ingenti costi per il pagamento di prestazioni sociali, sempre più legate all’invecchiamento della popolazione, alla perdita di autosufficienza e al conseguente ricorso alle cure di lungo termine.
Nei giorni scorsi il Governo ha annunciato importanti novità sul fronte del welfare aziendale. Ci aspettiamo che, finalmente, saranno introdotte le modifiche alla normativa fiscale che disciplina il trattamento fiscale dei benefit offerti dalle aziende ai propri dipendenti. Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi è datato, ed è cruciale aggiornare la normativa e andare verso una sua semplificazione perché sia facilmente comprensibile e utilizzabile da aziende e rappresentanti dei lavoratori. Vi spieghiamo i problemi della legislazione attuale e le proposte avanzate per il migliorarla.
Siano essi legati alla non autosufficienza, alla cura e assistenza di minori, anziani, disabili, alla conciliazione tra vita e lavoro o ai processi di deospedalizzazione e costruzione di nuovi percorsi integrati di assistenza al domicilio, i white jobs oggi costituiscono uno dei punti nevralgici dei welfare europei. Ma quali sono le criticità che li contraddistinguono? Quali le opportunità di sviluppo future? Quali le politiche per incentivarli? Andrea Ciarini offre alcuni spunti interessanti partendo dal confronto tra Francia e Italia.
Renzi come Clinton e Blair? Il paragone è stato proposto dal politologo americano Fareed Zakaria durante la recente visita del nostro premier a New York. Non si è trattato solo di una captatio benevolentiae: la battuta esprimeva una diagnosi e un suggerimento su cui vale la pena di riflettere. La sinistra moderata europea è oggi allo sbando: qualcuno (forse Renzi?) dovrebbe raccogliere, aggiornandola, l’eredità della Terza Via, il suo patrimonio di idee e valori e, in particolare, i suoi progetti di modernizzazione del modello economico e sociale europeo.
“In Italia l’accesso alla conoscenza e alla cultura rimane un problema per tanti bambini, in particolare per chi nasce in contesti familiari svantaggiati”. E’ questa l’amara considerazione che emerge dal rapporto “Illuminiamo il futuro 2030” di Save the Children pubblicato negli scorsi giorni e frutto di una ricerca partita nel 2014, dedicata interamente alle povertà educative. Secondo Save the Children eliminare la povertà educativa e spezzare le catene della diseguaglianza tra minori sono obiettivi possibili.
l dibattitto in corso in Europa e, con particolare tensione polemica, in Italia sugli immigrati manifesta una forte preoccupazione per il repentino aumento dei flussi degli stranieri che sono già arrivati in Europa nei primi otto mesi del 2015. Ma ci sono un paio di domande alle quale nessuno dedica attenzione, che sono indispensabili per valutare l’impatto effettivo degli immigrati sul sistema economico e sociale europeo: a prescindere dagli ultimi flussi migratori, qual è la domanda reale di stranieri da parte dei 28 paesi europei nel corso dei prossimi anni, determinata dalla necessità di compensare la forte riduzione della popolazione autoctona causata dalla diminuzione delle nascite?
Come può un Paese ricco chiudersi a riccio di fronte al dramma dei profughi? C’è qualcosa di marcio nello Stato di Danimarca, diceva Marcello nell'Amleto di Shakespeare. Ma c’è una spiegazione più prosaica: la presenza di un agguerrito partito xenofobo in parlamento.
Il report di ProWelfare sul caso austriaco mostra una dinamica molto interessante. Data la generosità del sistema pubblico di protezione sociale e dato il forte coinvolgimento delle parti sociali nella realizzazione dello stesso, il WOV risulta residuale. Tale fatto, tuttavia, non ha inciso negativamente sullo sviluppo di politiche sociali efficaci ed efficienti in tema di sanità, conciliazione e formazione professionale.